mercoledì 4 aprile 2012

“Bastonate” per Angelo Lombardo. Sturiale: “Non mantenute le promesse”

Inizia con la rievocazione di quel pranzo irrorato con un buon vino rosè, la mattinata al piano terra del tribunale monocratico. Un pranzo conviviale, secondo i protagonisti, per festeggiare l’elezione di Angelo Lombardo alla Camera. Una festa alla quale erano presenti donne e bambini, ma anche qualche pregiudicato come Alfio Stiro, il referente del boss Salvatore Tuccio, detto Turi di L’Ova. L’accusa sostenuta dai pm Michelangelo Patanè e Carmelo Zuccaro ha ascoltato inizialmente il luogotenente dei Ros Giuseppe Pulvirenti che ha rievocato quella fase a cavallo delle elezioni politiche e regionali del 13 e 14 aprile 2008, quando Dario Sinatra, genero di Alfio Stiro è stato candidato alle comunali di Gravina di Catania, mentre le cimici dei Ros intercettavano l’intervento del capomafia Vincenzo Aiello sulla scelta della candidatura.

Ma c’è anche un colpo di scena nel processo per voto di scambio a carico dei fratelli Lombardo. Un articolo pubblicato nel novembre 2011 da Livesicilia e ripreso in questo giorni da Cataniaoggi, svela l’esistenza di un verbale del pentito Eugenio Sturiale che era rimasto fuori dagli atti processuali. La difesa ha chiesto l’acquisizione, il processo si è bloccato all’improvviso, il verbale svelato da Livesicilia è quello relativo alle dichiarazioni del pentito Eugenio Sturiale su un presunto incontro che sarebbe avvenuto nei pressi della sede Mpa di via Pola. “Ricordo – ha detto Sturiale- di aver assistito tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 ad un colloquio tra tale Antonio Zappalà, autista di Raffaele Lombardo, e Orazio Buda, parente di Orazio Privitera, affiliato del clan Cappello, colloquio durante il quale il primo aveva assicurato al Buda che insieme a Raffaele Lombardo si sarebbero ricordati di quello che il Privitera stava facendo per loro”.

Secondo Sturiale, il mafioso Buda “faceva riferimento solo alle elezioni di presidente della Regione di Raffaele Lombardo, cosa che Buda mi disse anche in macchina, cioè che stava smuovendo mari e monti per far eleggere il dottor Lombardo alla Regione”.

Una vera e propria mobilitazione mafiosa, secondo Sturiale, “cercare voti con ogni mezzo, pacchi della spesa, buoni benzina, minacce, come si è sempre fatto a Catania…”. Il collaboratore ricorda di aver visto in via Plebiscito, roccaforte dei Santapaola, un deposito pieno di borsoni e buste della spesa.

Ricordi che si aggiungono ai fatti già raccontati ai pubblici ministeri, tra politica e ascesa mafiosa. Collegato in video conferenza da Roma, Eugenio Sturiale ha ripercorso la sua affiliazione all’interno della famiglia Laudani: “Ci occupavamo di armi, di estorsioni e traffico di stupefacenti, sono stato condannato nel 1994 per associazione mafiosa , arrestato per la Super Esse di Pippo Ercolano, in seguito sono finito in carcere nel 2000 con l’operazione Zefiro e poi nel 2009 con la retata Revenge del clan Cappello”.

Colpo su colpo, il pm Carmelo Zuccaro ha interrogato Sturiale per circa due ore. “Ho deciso di collaborare per mia famiglia -ha esordito Sturiale- per non farla crescere in questo ambiente abbastanza scadente, era una strada cieca e ho deciso di intraprendere un’altra via”. Nel suo passato ci sono i rapporti stretti con “Vincenzo Santapaola, Aldo Ercolano, Salvatore Santapaola. Siamo stati amici strettissimi con Aldo Ercolano, lui mi aveva chiesto di intestarmi il 30% dei supermercati di S.Gregorio”.

L’incontro
“Carmelo Santocono, uomo più intimo di Aldo Ercolano del gruppo Santapaola l’ho incontrato nell’estate del 2008, mi dissero che avevano malmenato il fratello del presidente della Regione”. Una punizione del clan Santapaola per presunte promesse non mantenute, ricorda Sturiale: “Eravamo nell’estate del 2008, potrebbe essere giugno, luglio o agosto, la conversazione è stata ai chioschi di piazza Umberto, faceva un discorso più ampio e mi diceva che mi volevano tutti bene in questa famiglia”. Quindi i particolari: “Subito dopo le elezioni del presidente della Regione Raffaele Lombardo, attorno al mese di maggio mi disse che avvenne il fatto”. L’aggressione sarebbe avvenuta intorno al mese di maggio del 2008, gli affiliati dei Santapaola, secondo Sturiale, ” dopo essere stati contattati per le elezioni della presidenza della Regione erano seccati perchè non erano state mantenute le promesse”. Carmelo Santocono avrebbe detto a Sturiale “che avevano mandato Angelo Lombardo all’ospedale in seguito a questa bastonatura, “ci rumpemu i conna”, ma veramente era stato “masculu” perchè non li aveva denunciati nonostante li conoscesse”. Ma la bastonatura conteneva anche un messaggio implicito per Raffaele Lombardo che se non avesse mantenuto le promesse “sarebbe stato punito come ad Angelo o anche in altro modo”.

Rispondendo alle domande del pm Zuccaro, Sturiale rievoca alcuni presunti contatti tra il mondo della politica e i Santapaola. “Roberto Vacante” sarebbe “in ottimi rapporti con Pino Firrarello”. E poi un incontro tra il boss Nino Ferrera detto “cavadduzzu” e Giovanni Colombrita: “Ci vedevamo sotto casa di Colombrita, mi disse che cavadduzzu si occupava di appoggiare delle persone per interessi comuni, ma Colombrita non era interessato, mi disse un partito, non mi ricordo il nome di questo partito, “Sicilia Libera”. Sarà la magistratura ad accertare se si tratta della lista “Sicilia forte e libera” che sosteneva Lombardo alle regionali.
fonte: Livesicilia

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