Noi siamo il malaffare e la mafia per definizione.
Almeno finché faremo parte di questa "benedetta" Italia.
Le nostre ragioni saranno sistematicamente ignorate. Siamo un limone da spremere e basta. E hanno sufficienti giornali e TV, anche in Sicilia, per convincere persino noi stessi di essere i responsabili di tutto, anzi gli unici responsabili.
La legge che attribuisce alla Sicilia le entrate da accise petrolifere, sarà sicuramente sconfitta al Parlamento mentre il declassamento dell'Assemblea sarà approvato senza colpo ferire e senza neanche dirci grazie.
L'unica soluzione sarebbe l'ultimatum.
La Sicilia chieda all'Italia di fare da sola, di applicare integralmente lo Statuto, rinunciando a tutte le pelose perequazioni che non perequano mai un bel niente. Rinunciamo pure al fondo di solidarietà nazionale.
Si tenga l'Italia la sola difesa, la rappresentanza estera e il debito pubblico, per le quali cose doniamo loro il 10 % delle entrate sulle accise. Per il resto ci facciamo carico di tutto, ma disponiamo di tutti i tributi come uno stato europeo sovrano.
Aderiamo all'euro con una nostra banca centrale. Emettiamo una moneta regionale complementare parallela all'euro per i soli scambi interni e con questa azzeriamo l'indebitamento.
Limitiamo la competenza legislativa esclusiva dello stato ai trattati internazionali ed ai quattro codici, aboliamo la competenza concorrente: su tutte le altre materie le leggi dello Stato semplicemente "non" abbiano applicazione in Sicilia.
Ci facciamo la nostra polizia e la nostra guardia di finanza.
Sottoponiamo tutti gli enti pubblici risedenti in Sicilia e tutti gli enti locali alla sola legislazione ed al solo controllo della Regione.
Trasferiamo tutta l'amministrazione statale alla Regione, compresa l'agenzia delle entrate, gli interni e gli uffici periferici del Tesoro. Rinunciamo alla presenza del Presidente della Regione nel Governo e mandiamo una rappresentanza permanente a Roma a rappresentare gli interessi della Regione.
Chiediamo a Bruxelles l'aggiunta di un protocollo ai Trattati per rispettare lo Statuto speciale della Sicilia in omaggio all'art.174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione che autorizza norme particolari per le regioni insulari e transfrontaliere.
Nominiamo da soli un'intera Alta Corte per la Regione Siciliana, lasciando alla Corte Costituzionale la competenza soltanto sulle poche materie riservate alla legislazione statale. Conflitti di competenza non potrebbero essercene più, visto che quasi tutto sarebbe di nostra competenza, e comunque si potrebbe costituire un "giurì" misto tra le due corti per eventuali casi dubbi, o, al limite, un arbitrato internazionale.
Rilanciamo con una nuova versione dell'Autonomia, questa volta apertamente confederale. E minacciamo l'Italia che, se non la accetterà, saremo noi ad andarcene, ma non per "separatismo", sebbene per legittima difesa, in virtù del principio di autodeterminazione dei popoli.
Non dimentichiamo che gli atti che hanno segnato l'annessione dello Stato di Sicilia all'Italia sono manifestamente nulli e che la "sanatoria" data dallo Statuto del 1946 è stata comunque ampiamente disattesa dallo Stato italiano.
Ma per far questo ci vorrebbero un Governo, una maggioranza parlamentare, e soprattutto un Popolo sveglio, in piedi, in fiamme... Ci vorrebbe qualcuno che spiegasse ai Siciliani che se non faremo così per noi sarà una lenta asfissia, come dimostrato da tutte le proiezioni economiche sui prossimi decenni.
Altrimenti rassegniamoci al razzismo, al dileggio, alla sottomissione, all'umiliazione continua.
Ma non vi ribolle il sangue? Ma siete davvero così complessati da non reagire, sorelle e fratelli siciliani?
Massimo Costa
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Quando l'egregio prof. Massimo Costa o altri riterranno di scendere in lizza, per candidarsi alla presidenza della Regione Siciliana, all'insegna dell'indipendentismo più puro, lontano da tutti i partiti e da tutti politici, lo appoggerò senza condizione alcuna, purchè si porti avanti un programma rivoluzionario rispetto alle imbecillità ripetute e adottate dai quattro babbei di turno.
RispondiEliminaParlo di programma rivoluzionario, intendendo con ciò una mobilitazione di massa costante, sfiorando giorno dopo giorno il codice penale, ma senza mai trasgredire un solo articolo dello stesso.
Parlo di programma rivoluzionario intendendo con ciò una riforma del funzionamento dell'Assemblea, con deputati regionali retribuiti con non più di 5.000 euro mensili legati all'effetiva presenza in Parlamento, senza altre prebende di sorta, per dare un segnale forte e chiaro alla gente che dovrà sostenere il nostro Movimento, votato all'Autonomia più ortodossa prima, per poi, invocando le norme del diritto internazionale, proclamare l'assoluta indipendenza dell'Isola, in virtù della libera determinazione dei popoli.
Il nostro obiettivo non è la becera europa della fame, non è l'occidente degli imbroglioni, non è il satanico euro affamatore, non il malefico accostamento con la chiesa cattolica, ma la sovranità statale della carta-moneta affidata ad organismi statali, non certo a enti privati come l'attuale Banca d'italia o la nuova BCE, che non hanno mai avuto niente di pubblico; parlo della pronta e inderogabile convertibilità in oro/argento della carta moneta emessa, per l'eliminazione di ogni tipo di speculazione nei confronti dei nostri cittadini; parlo della nazionalizzazione delle banche, di tutte le banche, da trasformare in banche d'interesse nazionale, con l'utile d'esercizio destinato a beni d'investimento pubblico; parlo di prestiti alle aziende con la restituzione, senza interessi, della sola quota capitale, pari al 95% dell'ammontare originario del credito concesso; parlo di eliminazione immediata della borsa e di ogni apparato speculativo;
parlo della necessità di allontanare gli USA e la loro rognosa presenza, ostentata come grazia del Cielo.
Il nostro obiettivo è l'Oriente e il Sud del Mondo : Nel territorio della nuova Repubblica la chiesa cattolica dovrà ridiventare una chiesa che pratichi il cristianesimo e non beceri interessi di casta, che non avranno cittadinanza di sorta, per darle soltanto pari dignità con le altre religioni, senza alcuna prerogativa egoistica e malefica, comunque senza favoritismi, per non ripetere i malefici perpetrati nei secoli passati, ai tempi di Federico II, di Pietro III e di Federico III.
Sto sognando ? No, sto solo pensando, come succede a qualsiasi progetto prima della sua realizzazione.
Ho pensato all'indipendenza dell'Isola come ad un sogno che si ripete costantemente, in una terra di sogno, di mare, di cielo azzurro, di turismo, di agricoltura specializzata, di pesca, di terziario, di turismo e null'altro: Ogni cosa che deturpa l'ambiente, ogni fabbrica che produce inquinamento va allontanata dall'isola, per non detenere più, come fanno alcune città del territorio, il primato dei tumori e delle nascite deformi.
" I sogni muoiono all'alba ", diceva un romanzo di successo, ma io aggiungerò che nessun sogno riguarda eventi che non appartengano all'uomo e alla sua natura umana : Ho sognato magari di essere ricco, di possedere una macchina bellissima, di essere felice, di godere ottima salute, non certo, nè mai, di volare come un uccello, di andare in vacanza sul sole, o di spegnere un vulcano. Tanto mi basta per potere ancora sperare e sognare un futuro per la mia meravigliosa Terra di Sicilia.
Lucio