giovedì 17 novembre 2011

Un pò di necessaria chiarezza sulla storia della moneta

La moneta è stata da sempre denominata, con un termine eccellente, l'intermediaria degli scambi. Ma cos'è effettivamente la moneta e qual'è la sua storia autentica e genuina, distorta poi da sciacalli e imbroglioni, politici e banchieri, ladri e furfanti che, perennemente, popolano le contrade di questo mondo?
Partiamo dall'anno mille circa, soltanto per semplicità di narrazione, seppure si dovrebbe partire dalla monetazione delle Polis, delle città della Magna Grecia e, meglio ancora, dall'Impero Romano.
Alla fine del primo millennio, l'Italia vide il fiorire delle Repubbliche Marinare di Pisa, Amalfi, Venezia e Genova. Partiamo da quest'ultima città, seppure la narrazione degli eventi riguarda anche le altre che ricalcarono l'attività gestita nel periodo ellenico, con i cosiddetti " trapezita " che, nella lingua greca significa ancora oggi Banca.
La Repubblica di Genova commerciava con l'Oriente ed esportava in quelle contrade tantissimi prodotti che produceva, ad esempio cavalli e armi in acciaio.
Quando la nave genovese arrivava nel porto di una città dell'Oriente, scaricava le merci, cavalli ed armi appunto, e ripartiva imbarcando altri merci, ad esempio seta, che barattava con le armi o i cavalli. Ma se non aveva bisogno di seta, e non c'era altra merce richiesta dal mercato ligure, italiano o europeo, la nave ripartiva con un cofanetto di monete d'oro o d'argento ricevuto per i cavalli e le armi vendute. E l'oro, assieme all'argento, sono stati sempre metalli ritenuti preziosi, accettati da tutti gli Stati, in tutte le epoche, per le caratteristiche proprie che non hanno altri metalli, nè altre merci, come ad esempio la rarità, l'incorruttibilità del materiale se viene messo in acqua, la sua non corrosione all'aria, la sua bellezza, la malleabilità, la sua inscindibilità anche se sottoposta all'azione di potenti acidi, eccezione fatta per l'acido cianidrico, un composto di acido solforico e acido nitrico in determinate percentuali di composizione.
Ebbene, per come si è detto, la nave , nel viaggio di ritorno, poteva portare un cofanetto d'oro che era, tuttavia, preda ambita di feroci predoni e corsari che infestavano i mari e aspettavano il passaggio della nave per assalirla e impadronirsi dell'oro.
Per evitare di essere depredati e assaliti, i mercanti genovesi si facevano rilasciare una semplice ricevuta da una banca dell'oriente, che aveva la corrispondente banca a Genova, o in Italia, o in Europa. Quella ricevuta, presentata alla banca in quella città italiana, diventava moneta aurea, che veniva pagata immediatamente dalla Banca.
Quindi, il bene prezioso è l'oro che veniva pagato a presentazione delle ricevuta, e non certo la ricevuta, che rimaneva pur sempre carta straccia.
Da tale traguardo, il salto alla coniazione ed emissione della moneta è brevissimo : Ad un grammo d'oro presente in una moneta, corrispondeva una moneta cartacea emessa dallo Stato che garantiva la pronta convertibilità di quella banconota nella quantità di oro prestabilita. Le Banche, quindi, erano Enti che provvedevano a cambiare la carta moneta nelle corrispondenti quantità di oro, a semplice richiesta dei portatori di quel biglietto.
Quindi possiamo affermare che tutti i biglietti di carta moneta che circolavano in quello stato avevano la pronta convertibilità in oro, senza che una banca potesse rifiutare di cambiare una banconota nella corrispondente quantità di oro. Ma siccome la minchioneria della gente è senza limite, ogni detentore di una pur singola banconota convertibile, ritenne che non valeva la pena recarsi in banca per cambiare carta con oro, o almeno, non c'era necessità alcuna di mettere in pratica tale operazione di cambio ad ogni momento, perchè ci si sarebbe potuto andare magari fra alcuni giorni, oppure, non avendone bisogno, si poteva lasciare l'oro in banca che era comunque custodito nella cassaforte blindata, oppure era poco pratico portare nelle tasche l'oro ricevuto dalla banca perchè pesava un poco, oppure perchè riposto dentro, a casa, poteva essere rubato dai ladri, etc. La gente detentrice di carta moneta, quindi, non si recava in banca o, almeno, tutta la cartamoneta non veniva presentata per essere convertita in oro. Si comprese, allora, che con una minore quantità di oro, si poteva far fronte ad una maggiore quantità di carta moneta perchè non tutti i possessori di carta moneta richiedevano la pronta convertibilità in oro : Tale meccanismo fu l'origine dei tantissimi imbrogli che i banchieri e gli speculatori, d'accordo con i politici, cominciarono a fare sulla pelle dei poveri cittadini, perchè alla quantità di monete di carta circolante non corrispondeva più quella quantità di oro che la carta moneta rappresentava. Tutto ciò significa, in termini semplicissimi, inflazione, cioè perdita del potere d'acquisto della moneta, aumento dei prezzi di tutte le merci, maggiore moneta cartacea per acquistare lo stesso bene.
Fino a quando ci furono comunque dei politici degni di questo nome, fu stabilito che lo Stato avesse potuto emettere carta moneta in una quantità contenuta entro un determinato rapporto con l'oro giacente nelle banche o nella banca d'italia o d'emissione, lasciando comunque valida la possibilità di conversione della carta moneta con l'oro in giacenza. Ma poi, nel novecento, arrivarono gli affamatori del popolo, e con una legge fatta da quattro ladroni, si stabilì la non convertibilità della carta moneta con l'oro, operazione che sta alla base di tutti gli imbrogli finanziari. Dalla riserva frazionata ( rapporto oro/emissione carta moneta ) si passò a nuovi e fasulli parametri di emissione di carta moneta, come prodotto interno lordo ( totale dei BENI E DEI SERVIzi PRODOTTI IN UNA NAZIONE, IN UN TEMPO STABILITO ) ed altre sozzure simili. La carta moneta è e resta null'altro che carta straccia, origine di tutti i mali e di tutte le speculazioni dei nostri tempi.
Al di là delle storielle inventate sull'aggressione della Francia e compagni alla Libia, non c'è stata la menzogna spudorata di portare la democrazia in quella terra, quanto la rapina perpetrata da Francia e compagni, per il petrolio, anzi c'è qualcosa di più diabolico, come il fatto di impedire a quella nazione africana l'emissione del dinaro d'oro nell'economia del mondo; ciò avrebbe comportato la distruzione di tantissime nazioni europee, Usa compresi, che hanno speculato sulla fame dei popoli del mondo: Il dinaro d'oro in circolazione avrebbe comportato l'inutilità dell'euro e del dollaro che sarebbero stati considerati per l'effettivo valore che hanno: null'altro che carta straccia, per pulire le scarpe dalla polvere o per recarsi nel water. E il dinaro d'oro, giusto o sbagliato che fosse per i popoli di questa miserabile europa e degli Usa, avrebbe consentito un'economia sana per tutte le nazioni del mondo, distruggendo un'economia virtuale che sta a fondamento della fame del pianeta e della speculazione mondiale che attanaglia i poveri del mondo, a beneficio di un'accozzaglia di ladroni.
di: Lucio Paladino

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