giovedì 5 gennaio 2012

LETTERA APERTA AL PREMIER MARIO MONTI

Caro Presidente, Ella che si trova a Palazzo Chigi, senza aver affrontato una campagna elettorale ed aver conquistato la fiducia di un popolo sovrano
Ella che ha avuto l'incarico attraverso le "solite" decisioni entro i discreti uffici del Quirinale
Ella che si è accinto, per tale scopo, a fare il lavoro più impopolare che i partiti politici italiani le hanno volentieri lasciato
Ella, quindi, che non dovrà rispondere domani ad un giudizio elettorale, ma più semplicemente ad un'eventuale "distacco della spina" da parte della compagine confusa di un Parlamento incapace ad assumersi le proprie responsabilità nei confronti di chi lo ha eletto
Ella che sta perpetrando la più grave "macelleria sociale" e imposizione fiscale mai subita da questo Paese dia, se può, uno sguardo attento ai problemi, ormai improcrastinabili della Sicilia, la cui Autonomia guadagnata sul campo con il sangue dei siciliani è a tuttoggi inapplicata sebbene concessa per consentirle di legiferare "autonomamente" su materie squisitamente inerenti l'Isola, per ignavia dei suoi governanti e per la latitanza dei suoi esponenti politici nazionali più interessati, in passato, ad essere più "graditi" a chi comandava e penalizzandoi gli interessi di questa terra
Creda pure che, con questa ultima manovra pesantissima che fa seguito dopo qualche giorno alla chiusura di uno stabilimento che ha funzionato per quarantanni a Termini Imerese, buttando sul lastrico migliaia di famiglie, senza peraltro ottenere quanto di sua spettanza e competenza in relazione alle accise sul petrolio estratto dai suoi giacimenti e mai concesse, ai diritti di sosta e sbarco dei prodotti petroliferi avviati alla lavorazione e raffinazione presso le sue raffinerie fonte di malattie e di morte per gli abitanti di quei luoghi, alle forniture di energie elettrica al continente e tantaltro ancora, ma tartassata come e più delle altre regioni e con i costi, impossibili di carburantei, energie ed utenze di pubblica utilità, ormai tagliata fuori dai treni a lunga percorrenza e sbeffeggiata dai chimerici annunci dell'autostrada Palermo-Berlino e tanto altro ancora,
ci faccia un piacere!
Si adoperi affinchè questa Terra, svuotata nel tempo delle sue ricchezze naturali e materiali e poi di seguito vituperata e considerata "causa dei mali del nord" (che fino a 150 addietro ha trovato comodo, con la sua annessione, incamerare anche il tesoro di milioni in oro depositati presso il Banco di Sicilia, per rifare il look e le strade di grande comunicazione del continente, possa finamlente vedere applicata per intero la Sua Autonomia, sancita nel 1946, con LEGGE COSTITUZIONALE, prima che Le venga tolta, più o meno proditoriamente la facoltà di fare e pRima che le giovani generazioni siciliane , nel cui sangue scorre quello dei Vespri. possa pensare di agire inconsultamente!
La Sicilia è stanca, ma non rassegnata
di GIANNI LO PICCOLO

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