giovedì 7 giugno 2012

La Sicilia 'sfugge' all'Imu

7 giugno 2012 - “Non posso dire, oggi, ai siciliani di non pagare l’Imu perchè ancora non c’è una pronuncia della Corte Costituzionale sul decreto ‘Salva Italia’, ma sulla base della precedente sentenza della Corte si può pensare che, così come è, non è dovuto”. L’assessore siciliano all’economia, Gaetano Armao, lima e soppesa le parole, – “finchè le norme sono in vigore nessuno può dire di non applicarle”, dice – ma il suo pensiero è molto chiaro e sottoliena come, nonostante “l’intervento dello Stato ha mortificato l’autonomia finanziaria della Regione” è necessario che “la disciplina delle imposte locali sia negoziata con la Regione perchè non può essere decisa unilateralmente dal Governo nazionale, altrimenti è incostituzionale”.

Parole chiare, come chiara è stata la Corte Costituzionale con la sentenza (64/2012) interpretativa di rigetto depositata il 21 marzo scorso nella quale, senza giri di parole, a proposito della formulazione del decreto legislativo 23/2011 sul federalismo (e quindi anche sull’Imu) parla di “inapplicabilità alla Regione (siciliana ndr) ricorrente dei censurati commi dell’art. 2, in quanto ‘non rispettosi’ dello statuto d’autonomia”.

In estrema sintesi la Corte dichiarò “non fondata la questione” per il semplice fatto che la Sicilia non era lesa, in quanto non compresa nella norma, nella propria autonomia finanziaria. E per questo scrisse “dalla rilevata inapplicabilità alla Regione siciliana delle disposizioni denunciate discende l’infondatezza non solo della prima questione prospettata dalla ricorrente, ma anche di tutte le altre questioni promosse, le quali muovono dalla medesima erronea premessa interpretativa che alla Regione si applichino dette disposizioni anche in caso di contrasto con lo Statuto speciale”. E per non essere in contrasto, la Corte Costituzionale ‘impone’ al Governo nazionale la negoziazione con le Regioni a statuto speciale.

Il decreto legge ’201′ ‘Salva Italia’ che ha anticipato l’introduzione dell’Imu (originariamente previsto per il 2014) prevedendo che il 50% del gettito sulle seconde case finisca nelle casse dello Stato, ha lo stesso vizio d’origine del precedente: emanano senza la concertazione con le Regioni ‘speciali’. Facile prevedere che la nuova attesa sentenza della Corte costiuzionale sull’ennesimo ricorso presentato dalla Sicilia ribadirà l’inapplicabilità a Sicilia, Sardegna e Province Autonome. Il governo nazionale, consapevole del grave errore commesso, sembra voler correre ai ripari così come aveva già chiesto lo stesso Armao.

“Il 24 maggio scorso – dice a BlogSicilia Gaetano Armao – abbiamo attivato un tavolo di concertazione con il governo nazionale che torneà a riunirsi il prossimo 14 giugno. Ma siamo ancora l’inzio”. La Sicilia ha già pronte delle proposte. “Pensiamo di cambiare le aliquote – prosegue Armao-, alcuni criteri impositivi assai onerosi, come quello sulle campagne, e rimodulare il tutto in modo da avere la possibilità di intervenire ed evitare storture”.

In attesa della ‘ufficializzazione’ della bocciatura dell’Imu si studiano le soluzioni per evitare la catastrofe finanziaria. La quasi certa ‘bocciatura’ del ‘Salva Italia’, nella parte relativa alla Sicilia, “agli enti locali – dice Armao – provocherà problemi finanziari. Per questo con Anci e Urps abbiamo già chiesto al Governo Monti di ripristinare i trasferimenti, altrimenti molti andranno in default”.

Oggi intanto alcuni deputati nazionali, ‘capitanati’ dal sardo Mauro Pilu hanno chiesto al premier Monti di fermare subito l’Imu in Sardegna e Sicilia perchè “viola gli Statuti autonomi e lede i principi costituzionali che regolano i rapporti tra lo Stato e le Regioni Speciali”.
“E’ plausibile ritenere – aggiunge Armao – che chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’Imu la Corte costituzionale, applicando gli stessi criteri, la dichiari incostituzionale. Tuttavia, fino a quella pronuncia – sottolinea – rimane una norma vigente e quindi si deve pagare, ma è da condividere l’orientamento dei deputati nazionali che hanno chiesto al Governo Monti di rimuovere la norma. Il Governo chiarisca subito”.
fonte :BlogSicilia

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