Oramai si gioca a carte scoperte e le accuse, anche pesanti, non si mandano a dire, anzi. Il presidente Lombardo deve essere proprio in una situazione difficile se alza il tiro e spara accuse precise contro settori della politica presenti all’ARS e nelle commissioni.
Apparentemente le ragioni di questa guerra sarebbero determinate dalla necessità di alcuni referenti di alto lignaggio del partito azienda di Berlusconi, di farsi spazio e crearsi una porzione di potere regionale autonoma; e di altri, di mantenere ben vivo l’amore verso il proprio capo nazionale. Ed ecco che ufficialmente la guerra è tra la corrente Alfano/Schifani, impropriamente definiti lealisti, e la corrente Miccichè, definito scissionista …
In mezzo, l’UDC che gode e l’MPA sempre più all’angolo. Chi ne paga le conseguenze, ma questo poco importa alla casta, la Sicilia ed i siciliani.
Dal momento della sua elezione, Lombardo ha annunciato grandi riforme e grandi interventi sull’apparato regionale, salvo poi, rimanere solo annunci.
La sanità abbiamo visto tutti come è finita. Russo ha tagliato qua e là servizi e prestazioni per risparmiare tanto quanto bastava per poter ottenere il famoso mutuo di due miliardi, ma i problemi di disorganizzazione, di sprechi, di disservizi, di incapacità professionale e di nepotismo politico nel sistema, sono rimasti tali e quali. Si potrebbe dire che sono aumentati. Scampato pericolo per il 118. Russo, grazie anche agli scandali SISE e CRI, e la famosa richiesta di 37 milioni di euro per “straordinari”, alla fine si è convinto che l’(af)fondazione che aveva pensato sarebbe stato un disastro e starebbe orientandosi verso un sistema di emergenza “in house”… Meglio tardi che mai.
L’agricoltura, nelle mani di un assessore, Cimino, che a Marsala, durante un incontro con gli agricoltori si è dichiarato candidamente “incompetente in materia”.
La viabilità è peggio dell’era Cuffaro che come e più di Lombardo è innamorato del ponte dei sogni berlusconiani.
L’occupazione scende, ma questo, in un sistema complesso e colluso di economia in nero non interessa più di tanto anche se si spendono, meglio sarebbe dire sprecano, oltre 200 milioni di euro per “formare” disoccupati con qualifiche indecenti, tanto per tenere in piedi il giocattolo della formazione in mano ai sindacati che in Sicilia sembrano completamente avulsi all’interno del sistema clientelare della formazione.
Le autostrade del mare si sono impantanate nella palude degli interessi trasversali così come il trasporto merci “in cargo aereo” . Comiso sta a dimostrare come gli interessi della politica e gli interessi trasversali siano prioritari alle esigenze della comunità siciliana.
Lo sviluppo dell’Isola, sia economico che sociale, registra il minimo storico e il divario nord sud, per colpa delle incapacità politiche siciliane e nazionale, è aumentato notevolmente.
Questo è il quadro siciliano all’interno del quale si combattono guerre personali per riaffermare la supremazia nei feudi, altro che scissionismo o autonomismo.
Qui si fa la guerra per avere il potere. Tutto il resto sono favole a cui non crede più nessuno.
Non ci sorprende l’assenza da questa guerra guerreggiata, di Silvio Berlusconi da Arcore. La Sicilia per l’uomo di Arcore è divenuta un po’ pesante e più distante ne sta meglio è per lui. In fin dei conti alcuni “cardinali” quali Alfano, Schifani e La Russa sono costretti a stare con lui perchè senza Berlusconi, in Sicilia sarebbero tagliati fuori. E’ è sul territorio che si combattono le guerre e non seduti su comode poltrone romane.
E in Sicilia la guerra è giocata senza fioretti e l’UDC, apparentemente assente, sta giocando la sua partita potendo contare sull’asso Cuffaro che a torto qualcuno aveva pensato fuori dalla politica che conta.
Lombardo, invece, deve credere che Miccichè stia dalla sua parte ed è per questo che dichiara : “Si avvia (riferendosi allo strappo, ancora solo ipotetico, che il delfino di Berlusconi dovrebbe operare) un percorso di adeguamento della politica all’autonomia siciliana. L’Mpa e’ in cammino da tempo su questa strada, lieto che ci sia anche il Pdl”.
E secondo quanto dichiara a Repubblica, “All’Ars e in commissione Bilancio – si annidano i difensori di un sistema marcio. Una cosa e’ certa: i lealisti del Pdl che hanno due assessori in giunta prima o poi dovranno porsi il problema del comportamento irresponsabile in commissione. Altrimenti ci penserò io presto”.
Sembra il viatico al rimpasto annunciato e a … nuove elezioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento