martedì 22 settembre 2009

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Il Sole 24 ore ha stilato una classifica utilizzando un nuovo indice, il "Bil", benessere interno lordo. Maglia nera per la Sicilia: Caltanissetta e Siracusa chiudono la graduatoria, Enna la prima dell'Isola. Forlì e Cesena le città dove si vive meglio

ROMA - Il primato del benessere in Italia va alla Romagna, con le province di Forlì-Cesena e Ravenna, prima e seconda nella classifica nazionale delle 103 province italiane elaborata dal Sole 24 ore. Il quotidiano economico ha misurato il Bil (Benessere interno lordo), un nuovo indice con otto indicatori che tende a verificare la qualità della vita, e va oltre il criterio del Pil e della ricchezza. Gli otto indicatori utilizzati per l’ indagine prendono in considerazione le condizioni materiali di vita, salute, istruzione, attività personali, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, ambiente, sicurezza economica e fisica.


Per la Sicilia un disastro. In ultima posizione si colloca Siracusa, zavorrata dal peso dell'inquinamento ambientale; penultima Caltanissetta. Catania e Palermo sono rispettivamente al 97° e 98° posto, precedute da Agrigento, 95°, Ragusa, 94°, Trapani, 92° e Messina, 89°. La prima delle siciliane è Enna, all'88° posto.

Il nuovo indicatore spinge soprattutto Rieti, che scala ben 54 posizioni, mentre Roma ne perde 74. Fa peggio solo Bolzano, in caduta di 77 posti. Milano che domina la graduatoria del pil, deve accontentarsi al 37°: qui pesa il fattore insicurezza personale, con oltre 5 mila reati l'anno ogni 100 mila persone.

"Stiamo lavorando - dice l'assessore regionale all'Industria, Marco Venturi - per far sì che in Sicilia diminuisca il gap esistente, in termini di Pil ma anche di benessere sociale, con il resto delle regione italiane. Certo è innegabile, lo dico come assessore all'Industria ma anche da imprenditore, che l'assenza di grandi opere infrastrutturali efficienti, come la linea ferrata ad alta velocità, il miglioramento e l'ampliamento dell'anello autostradale e di quello elettrico, incidano, e tanto, sull'economia della nostra regione ma anche sulla vita e sul benessere dei siciliani".

Venturi non cerca scuse. "Possiamo discutere della validità o meno degli studi statistici ma il dato ci deve far riflettere. In una regione come la nostra, in cui la disoccupazione è a livelli di massima allerta, la criminalità mafiosa vessa la libera impresa, i migliori cervelli sono costretti ad emigrare per emergere e l'onda lunga della crisi economica mondiale qui si è maggiormente percepita, non è più il tempo delle parole. La mia ricetta è quella di puntare ad idee di sviluppo nuove e innovative. Serve far crescere il mondo delle piccole e medie imprese siciliane, mantenendo sempre viva l'attenzione sulle grandi industrie".

21/09/2009
http://www.lasicilia.it/index.php?id=27775&template=lasiciliaweb

...e loro continuano a pensare al Ponte !!

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