venerdì 6 maggio 2011

Ecco il bunker del governatore : 40 fucili alla Presidenza della Regione

Non spara. Anzi, non spara più. Ma alla passione per i fucili non ha rinunciato. Al punto da acquistarne quaranta, da collezione, tutti perfettamente funzionanti e gelosamente custoditi in un armadio blindato al secondo piano di Palazzo d'Orleans. Raffaele Lombardo, il presidente della Regione siciliana, tiene un arsenale nella sede del governo. A cinque metri, non di più, dalla sala degli specchi che ospita le riunioni della giunta: notizia finora solo sussurrata, a metà fra verità e leggenda, come le tante che riguardano un governatore dai mille vezzi, che mangia la carta e odia l'aria condizionata e il ticchettio dei tacchi delle signore.

Un poliziotto, un paio d'anni fa, aveva confidato sottovoce di aver visto un furgone blindato con un carico di armi entrare in Presidenza. Un'indiscrezione che ebbe scarsa eco. Ma ora che un'informativa del Gico della Guardia di finanza, agli atti dell'inchiesta per mafia che riguarda Lombardo, ha alzato il velo su un sospetto movimento di capitale verso l'estero, il governatore è stato quasi costretto a rivelare il suo "vizietto": le aste. E, in particolare, quelle in cui si possono acquistare quadri e, soprattutto, armi.

Risulta che alla casa d'aste Dorotheum, con sede a Vienna, Lombardo abbia versato negli ultimi anni 360 mila euro. "Ci vado dal 1994, l'avrò frequentata una decina di volte. L'ultima l'anno scorso, quando ero già presidente della Regione. Sono andato nella capitale austriaca e sono rimasto dieci ore di fila nelle stanze dove si battevano gli oggetti". E il "bottino" di Lombardo è qui, davanti ai nostri occhi e ai flash del fotografo. Esposto in esclusiva per Repubblica. Il governatore gongola mentre descrive i suoi gioielli: "Li vede questi due fucili spagnoli? Hanno mezzo secolo. Sono numerati e hanno strozzature diverse della canna. Sono senza cinghia.

Il cacciatore aveva un "portatore" cui chiedeva di volta in volta l'arma più congeniale alla preda. E questo? È italiano, è un Antonio Zoli. C'è una parte in legno che avvolge la canna, cosicché negli inverni freddi l'impugnatura è più facile. E guardi questo, a canne sovrapposte. E quest'altro, noti come sono belli i due cani esterni separati". Spunta anche una pistola da tiro russa: "No, quella non la faccio vedere. Sa, non vorrei che qualcuno equivocasse".

Presidente, perché non tiene questi oggetti a casa sua? "Perché qui è più sicuro, gli uffici sono vigilati da dieci agenti e a prova di furti. Non commetto certo un reato. Ho un regolare porto per pistola e tutte le armi sono registrate. Anzi, dieci fucili antichi, austriaci e cecoslovacchi, li ho dovuti rimandare alla frontiera, perché, pur essendo ammessi all'estero, in Italia sono considerati pericolosi".

Presidente, ha speso una fortuna. "Ma no, i fucili mi saranno costati in tutto trentamila euro. Che vuole, ho la nostalgia della caccia e mi consolo così, con le armi da collezione e allevando cirnechi: ho un maschio e tre femmine, un cane l'ho regalato all'onorevole Musotto. La spesa più rilevante, alla casa d'aste, l'ho fatta per acquistare quadri: soprattutto nature morte, ho dipinti del Seicento e del Settecento. Certo, i miei figli mi vogliono fare interdire e mia moglie più volte mi ha preso a colpi di borsa. Ma se rivendo quello che ho acquistato, ci guadagno il doppio. E mi sa che lo farò presto".


(06 maggio 2011)
fonte:la Repubblica

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