13 ottobre 2011 - Da dirigente del polo museale di Catania a capo dell’unità operativa per i beni storici-artistici alla Soprintendenza etnea: una promozione che ha comportato per la dirigente Luisa Paladino un sostanzioso aumento dell’indennità aggiuntiva, da 5.164 a 15.494 euro. La firma sul contratto l’ha apposta il marito della stessa dirigente: Gesualdo Campo, il superburocrate che guida il dipartimento dei Beni culturali della Regione siciliana. A denunciare il ‘caso’ è il Cobas/Codir, il sindacato autonomo che rappresenta il maggior numero dei 18 mila dipendenti regionali.
“Risulta, inoltre – sostiene il Cobas/Codir – che il dottor Campo retribuisce in modo difforme alcuni dirigenti sottoposti (come ad esempio quelli di Palermo e di Catania), sebbene siano assegnati alla stessa identica tipologia di incarico. A Palermo, infatti, alla dirigente posta a capo della unita’ operativa per i beni storici artistici, Campo ha concesso un contratto individuale che prevede un’indennità di posizione pari a 10 mila e 800 euro; a Catania, invece, per lo stesso identico tipo di responsabilità, l’importo è di 15 mila 494 euro (in aggiunta allo stipendio base e all’indennita’ fissa), ovvero la cifra massima assegnabile a un’unità operativa nella Regione siciliana: comunque, circa il 50% in più dell’importo corrisposto alla collega palermitana”. Secondo il sindacato, “visto il grado di affinità di parentela della dirigente catanese con Gesualdo Campo, sembrerebbe che nessuno si sia preoccupato che ciò possa avere assunto il profilo del cattivo gusto, della mancanza di bon ton istituzionale e, chissà, dell’eccesso di onnipotenza e di danno all’immagine della pubblica amministrazione”.
fonte: Blog Sicilia
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