martedì 4 ottobre 2011

UNA IMMENSA PRESA PER IL C*ULO

Un sistema o lo si combatte dall’esterno o lo si cambia dall’interno. Perchè questo succeda e’ necessario ovviamente che ad una idea (sistema) se ne contrapponga un’altra e, soprattutto, che vi siano uomini pronti a difendere quell’idea. In queste poche righe potrebbe riassumersi oggi la fine imminente ed ingloriosa della Sicilia.
Vi sarebbero dati da fornire, analisi fatte da esperti su come le scelte economiche di breve, medio e lungo periodo di questo governo manterranno la Sicilia in fase di stagnazione e/o recessione, prossima al fallimento e alla dipendenza che ne conseguira’. La Svimez ha da poco certificato: Manovre dal "carattere squilibrante". Così il Rapporto Svimez 2011 fotografa gli interventi del Governo per il riequilibrio della finanza pubblica. "L'effetto cumulato delle manovre 2010 e 2011 dovrebbe pesare in termini di quota sul Pil 6,4 punti al Sud (di cui 1,1 punti nel 2011, 3,2 punti nel 2012, 2,1 punti nel 2013) e 4,8 punti nel Nord (1 nel 2011, 2,4 nel 2012, 1,4 nel 2013).
In particolare, sul fronte degli incrementi delle entrate, il 76% si realizzerebbe al centro-nord e il 24% al sud, ricalcando il peso delle diverse aree in termini di produzione della ricchezza. Sul fronte, invece, della riduzione delle spese, il contributo delle Regioni meridionali al risanamento finanziario arriverebbe al 35% del totale nazionale, una quota superiore di 12 punti percentuali al suo peso economico.
Basterebbe poi pensare alla Fiat che va via, alle ferrovie dello stato che dismettono, al ponte sullo stretto, all’asse di infrastrutture Berlino- Palermo (rimodulato escludendo il sud), eccetera eccetera…. Basterebbe solo questo per avere una visione panoramica e complessiva di quello che abbiamo attorno. Il Nulla.
Ci e’ mancata una visione grande? E’ colpa nostra? In parte si e in parte no. Non ci e’ mancata l’idea, ci sono mancati uomini che ci rappresentavano e che erano realmente portatori di una idea diversa e contraria a quella del governo nordista.
Per mandare in rovina il sud e la Sicilia ed affermare - nel senso di concretizzare – l’idea secessionista del governo attuale (nonostante la barzelletta del piano del Sud di B.) e’ necessario, infatti, demolire lo Stato italiano quale ente - soggetto ma, non del tutto, solo quanto basta a mantenere il controllo sui territori, salvo poi interrompere ogni collegamento funzionale tra i singoli cittadini e lo Stato. Uno Stato insomma che impone ma al quale i cittadini non possono chiedere nulla. Questo sta succedendo in Italia. L’abolizione delle province ne e’ la prova piu’ evidente. Considerato che il nome verra’ sostituito con altro nome e che le funzioni ed i costi saranno uguali, a qualcuno non sara’ sfuggita la domanda sul perche’ allora farlo. Per pura propaganda dicono alcuni ( al pari del piano del sud di B.). Invero l’unica differenza tra prima e dopo sara’ data solo dal fatto che le ex province non saranno piu’ enti pubblici statali ma regionali. A pezzi a pezzi e con piccoli passi si distrugge lo Stato, per non dare troppo nell’occhio, e sempre dietro false motivazioni (piu’ autonomia, minori costi pubblici ecc ecc). La lega non ha bisogno di fucili, scrive le leggi e il parlamento le approva. Basta questo.
La grande innovazione nel nostro ordinamento e’ stata poi il federalismo fiscale. Una immensa presa per il culo che si puo’ racchiudere nelle parole di Tremonti alla platea di CONFINDUSTRIA: “Il federalismo fiscale e’ fatto per togliere ai ricchi ladri del sud e dare ai poveri del nord”. Il federalismo fiscale non esiste, non significa nulla ed anzi applicato alla lettera portera’ soldi al nord, gli stessi soldi che dovrebbero essere destinati al sud.
C’e’ chi sostiene che tutto questo non avrebbe senso e che il nord non ne avrebbe guadagno. In effetti è così, lo capiscono tutti anche perché i prodotti del nord vengono comprati al sud ma, purtroppo, noi non abbiamo a che fare oggi né con il senso dello stato, né con la logica e né tantomeno con il diritto.
Il governo oggi ha fretta. Impone in via d’urgenza l’esame e l’approvazione della grande riforma della Costituzione firmata Calderoli. Sanno che non avranno futuro e cercano di blindare il loro potere. Ovvio.
Se il testo e’ quello approvato nel CdM ecco che:
- Il Senato federale avra’ seggi divisi per regione in proporzione al numero della popolazione che risultera’ dall’ultimo censimento. Tenendo conto della favolosa composizione statutaria della Repubblica federale padana dovrebbe quindi esserci senato a maggioranza nordista (ma considerato il livello di sudditanza dei politici del sud anche con diversa composizione il discorso non cambierebbe) che decidera’ quindi per competenza esclusiva in materia dei fondi destinati alla perequazione . Un governo che decidera’ anche di ripristinare (non con decreto …. Certo cosi’ almeno gli ignoranti presuntuosi sono contenti!) disposizioni dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale (non e’ cosa di poco conto ma questa e’ la Lega!). E un presidente della Repubblica che potra’ sciogliere solo la Camera, ma non il Senato federale. Tradotto: Da ora in poi saremo nelle mani e sotto il potere di questi folli ignoranti e razzisti vestiti di verde che vogliono vedere marcire il sud per liberarsene e nessuno potra’ fare nulla. Esagerato? No! Parliamone, ma parliamone veramente! Nessun giornale informa, veniamo trattati come le pecore che devono adeguarsi, di contro anche nelle maggiori testate giornalistiche lo scandalo sembra riguardare se B. abbia intrattenuto rapporti con 8 o con 11 donne. Non ci interessa allo stato attuale. Il grado di decadimento e’ chiaro a tutti.

La Sicilia e’ ferma.
Esiste una linea che viene definita “punto di non ritorno”. E’ quella linea immaginaria oltre la quale non si puo’ piu’ tornare indietro. L’Italia e’ divisa in due, il divario Nord – Sud non si risolvera’ da solo e questo governo secessionista non doveva essere al governo.
Non facciamoci prendere in giro, per favore. Quello che un giorno ci daranno per concessione ci spetta oggi per diritto. Siamo perdenti allo stato attuale ed e’ un lusso che non ci possiamo piu’ permettere.
Insomma, si salvi chi puo’ e noi dobbiamo salvarci.
QUINDI CHE FARE ?
RIPRENDERCI LA NOSTRA SOVRANITA’, NON ABBIAMO ALTRA SCELTA !
N. A.

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