FIRENZE - "Nel '93, Cosa nostra ebbe in subappalto una vera e propria strategia della tensione che ebbe nelle bombe di Roma, Milano e Firenze soltanto il suo momento più drammatico. Ma ci sono tanti altri episodi da ritirare fuori e rileggere insieme". Nel giorno in cui il Csm lo conferma all'unanimità procuratore nazionale antimafia per altri quattro anni, Piero Grasso rilegge così, alla vigilia del diciassettesimo anniversario della strage dei Georogofili, quella tremenda stagione di sangue sulla quale oggi sembra timidamente alzarsi il velo che ha fino ad ora protetto gli uomini degli apparati istituzionali. Agenti che, tra il '92 e il '94, furono in qualche modo partecipi dei piani di terrore la cui strategia - hanno sempre affermato le Procure titolari dei vari fascicoli di indagine - non fu certamente solo di Cosa nostra.
Da segnalare, a questo proposito, che la polizia scientifica ha isolato il Dna di uno dei personaggi che partecipò al fallito attentato all'Addaura al giudice Giovanni Falcone. Il profilo genetico, che appartiene a un individuo di sesso maschile, è stato estratto dalla maschera da sub ritrovata nella borsa che conteneva l'esplosivo. Il 21 giugno si svolgerà un incidente probatorio per confrontare il Dna estratto con quello degli indagati.
Davanti ai rappresentanti dell'associazione dei familiari delle vittime dei Georgofili, Grasso ha affermato che le stragi del '93 furono fatte, sostanzialmente, per spianare la strada a "nuove entità politiche" nel momento in cui Tangentopoli aveva appena segnato la fine dei grandi partiti, dalla Dc al Psi. "L'attentato al patrimonio artistico e culturale dello Stato - ha spiegato il procuratore nazionale antimafia rispondendo alle domande degli studenti dei licei - assumeva una duplice finalità: orientare la situazione in atto in Sicilia verso una prospettiva indipendentista, sempre balzata fuori nei momenti critici della storia siciliana, e organizzare azioni criminose eclatanti che, sconvolgendo, avrebbero dato la possibilità ad un'entità esterna di proporsi come soluzione per poter riprendere in pugno l'intera situazione economica, politica, sociale, che veniva dalle macerie di Tangentopoli".
fonte : l ' Altra Notizia
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