giovedì 27 maggio 2010

Una risposta all'articolo di Francesco Paolo Catania, dal titolo " Nesci ra porta e trasi ra finestra ".

Carissimo Sig. Catania,

non ce ne voglia se vorremo contestare a Lei, e ad altri come Lei, questi continui piagnistei che somigliano tanto al pianto degli straccioni, gente senza dignità ed orgoglio, che meritano soltanto di essere compatiti, comunque generosamente beneficati dai nuovi nordisti-savoiardi.

Ritenendo di comunicarci il Suo pensiero sulla situazione dell'Isola, sui costanti soprusi patiti, sulle sistematiche ingiustizie elargiteci generosamente dall'italianissima Penisola, ha contestualmente suscitato il nostro doveroso riscontro, non fosse altro che per evitare il ruolo di persone ineducate, gente che non accetta il dialogo, seppure persone ostiche, che mal sopportano atteggiamenti e comportamenti, che noi riteniamo conditi da pseudo-perbenismo.

Se la Sicilia, la nostra meravigliosa Sicilia, continua ad essere una terra occupata da 150 lunghissimi anni, da una popolazione barbara ed incivile, i Cimmeri delle nebbie, i morti di fame ai quali abbiamo fornito il pane per sfamarsi, insegnato i principi universali dell'essere e del divenire, quei principi sui quali si regge l'Occidente e l'Europa, la colpa è anche Sua, e di altri come Lei : Uno per tutti, quel Pino Aprile che va fiero del suo romanzo "Terroni ". Splendido il finale del suo " capolavoro " per noi patetico e vomitevole, comunque in sintonia con quanti, quasi sommessamente, criticano, ma non tanto! E, con siffatto comportamento, venderà comunque migliaia di copie del suo libro, come ha già fatto con gli scriventi, ma senza litigare con nessuno, un colpo al cerchio e uno alla botte, per concludere poi con baci e abbracci con i caritatevoli nordisti.

La Sicilia e il Sud non hanno bisogno di siffatti personaggi, semmai di gente che, pensando e analizzando vicende storiche che ci riguardano, riesce ad estirpare quella cappa che ottenebra le nostre coscienze ed il nostro intelletto, per agire con orgoglio e dignità, per essere artefici del nostro destino di Nazione Libera e Sovrana, Grande e Indipendente; tutto il resto è meno che fango putrido e puzzolente, come quell'Italia nordista e massone che continua ad immeserirci, la nostra eterna nemica che, un giorno, speriamo presto, dovrà scomparire dai nostri orizzonti, per sempre.

Ci hanno lavato il cervello, steso poi al sole e prosciugato, per insegnarci le loro verità : Una preghiera per il Papa è l'ultima trovata di un branco di pedofili, per noi cristiani e credenti, nel massimo rispetto per il Vaticano ( ? ), a ricordo delle caritatevoli gesta dei romanissimi pontefici, Gregorio IX e Innocenzo IV che depredarono con altri la Sicilia, loro personale feudo, per finire con il migliore di tutti, quell'Urbano IV, origine e la causa del sanguigno Vespro. Maledizione eterna, invece, nei confronti dei Musulmani, fra i pochi a rispettare e ad amare la Sicilia, considerandola la loro nuova patria !

Uno, due, mille Vespri, per la nostra Terra, allora, per ottenere la santa e legittima Indipendenza dell'Isola : La nostra appartenenza alla stessa, Terra meravigliosa, non potrà costituire, in eterno, un obolo da pagare agli altri per non esserci nati; noi siamo Siciliani, infatti, per privilegio di nascita, virtù di razza e grazia dell'Onnipotente.

Concludiamo ora, riallacciandoci all'iniziale contestazione, al perchè della nostra divergenza, consci del ruolo da Lei recitato, nobile, magari invidiabile e certamente rispettabilissimo, svolto per i Siciliani e la Sicilia che, tuttavia, non ci interessa minimamente, come non ci interessano le verità sacrosante del Suo pregevole messaggio : I soprusi e le ingiustizie della nostra Terra sono un fatto dovuto nei confronti di una terra conquistata; solo in cotal modo di pensare ci tornano anche i conti, conseguenza degli eventi a della forza di un nemico rapace. Sappiamo bene, anzi benissimo, dinanzi a tanto scempio, che l' odio, contro i nemici della nostra Patria, è poca cosa e non ci soddisfa appieno, ma, come detto prima, siamo credenti, certi nella speranza imperitura della liberta dell'Isola contro i nuovi invasori, parzialmente paghi nel perpetuare almeno il retaggio di fede, di amore e libertà per la Sicilia, tramandatoci dai padri e ripetuto dai secoli; essa si realizzerà, comunque, nel sangue e nelle azioni dei nostri figli o dei nostri nipoti, se gli eventi e le tante giovinezze non ci consentiranno di conoscere un nuovo Ducezio o un altro Canepa, con il quale condividere quel sogno meraviglioso.

Un caro saluto, se vorrà gradirlo, al grido di AN TU DO e della Sicilia, Una e Libera, Grande e Indipendente.

Neva Allegra- Segretario Nazionale EVIS
Lucio Paladino-Vice Segretario Nazionale
Pietro Di Caro- Segretario Giovanile

27 Maggio 2010

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