Salve,
sono Luciano Di Natale, il padre di una giovane in stato vegetativo persistente che il 21 aprile compie 28 anni.
Se ritiene che possa essere utile conoscere un gravissimo caso di incuria (?) di un importantissimo organo di controllo per la salute pubblica legga e provveda a divulgare la lettera allegata.
Cordialmente
Luciano Di Natale
Qualche mese fa il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ha dichiarato pubblicamente che avrebbe chiesto cinque milioni di euro di danni per la diffusione di notizie false sul suo stato di salute (1).
Per sua fortuna, invece, il governatore gode di buona salute e ne sono lieto!
Anche io dovrei chiedere un risarcimento, non di 5 milioni di euro ma di almeno 100 volte tanto, per le carenze di un importantissimo organo di controllo della salute pubblica siciliana, sito a Palermo!
Ricorderete forse il caso di mia figlia Sara in stato vegetativo dal 7 febbraio del 2006 per aver ingerito una polpetta adulterata con solfiti in concentrazione abnorme.
La vicenda inquietante riguarda l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo, Area Chimica e Tecnologie Alimentari, ove pervengono, inviati dalle Aziende Sanitarie Provinciali di tutta l’isola, i campioni sospettati di adulterazione, per essere sottoposti alle necessarie analisi.
I solfiti nelle carni sono subdoli: non bloccano il processo di putrefazione ma, mantenendo il colore rosso, favoriscono l’inganno dei consumatori da parte dei macellai disonesti che mirano a più cospicui profitti.
A seguito della mia denuncia nel febbraio del 2006, i Consulenti Tecnici della Procura di Catania hanno appurato che presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo si utilizzava, per la ricerca dei solfiti nelle carni, un metodo non idoneo.
Così è scritto nella sentenza di primo grado: “Laddove invece l’IZS(Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Palermo era pervenuto ad esiti negativi quanto alla presenza di solfiti, i consulenti del P.M. spiegavano ciò con il fatto che gli operatori dell’IZS avevano utilizzato un metodo non idoneo( cromatografia ionica, secondo il rapporto di prova n.12374 del 14.2.06), che operando in fase acquosa ed alla presenza di aria, consente il passaggio del solfito di sodio ad anidride solforosa, con la conseguenza che l’anidride solforosa- volatile già in fase di estrazione- tende a disperdersi senza che le apparecchiature siano in grado di rilevare i solfiti”.
E’ come se un allevatore cercasse i suoi buoi (i solfiti), dopo che il garzone, la sera precedente, aveva lasciato aperte le porte della stalla (procedimento chimico errato)!
E’ certo che nella carne che mia figlia ha ingerito i solfiti c’erano ed in grande quantità, come dimostrato dagli accertamenti disposti dai Consulenti Tecnici dell’Università di Catania (che hanno evidenziato una concentrazione di solfiti pari a 10.700 mg/Kg, oltre mille volte superiore alla soglia critica di 10 mg/kg, che scatena la reazione allergica) e dalla confessione dello stesso macellaio, condannato già in primo grado a 6 anni, ad una provvisionale di duecentomila euro ed alla chiusura della macelleria.
E’ un classico della nostra giustizia: il macellaio è a piede libero, la provvisionale non è stata pagata e la macelleria è ancora aperta. Solo noi, io e la mia famiglia, che da 5 anni custodiamo il corpo di nostra figlia, come meglio possiamo fare a casa nostra, siamo “agli arresti domiciliari”, condannati all’ergastolo, nella prigione che è diventata la nostra abitazione in attesa che la giustizia punisca al più presto i colpevoli.
E’ orribile pensare che, nel passato (spero non nel presente, né nel futuro), i solfiti non siano stati rilevati nelle carni esclusivamente per l’inadeguatezza dei metodi utilizzati pur essendo realmente presenti (anche in notevoli quantità) nei campioni analizzati.
Alla luce di questi fatti faccio le seguenti considerazioni:
- Consegnando alle aziende sanitarie siciliane risultati di prove condotte con metodi non corretti, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo ha, per così dire, “abituato” i macellai disonesti di Catania e della Sicilia a persistere nel trattamento delle carni fresche con solfiti, al fine di renderle più appetibili agli ignari consumatori e trarne ingiusto profitto.
- Se l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo avesse applicato metodi e protocolli più idonei, i macellai disonesti avrebbero pagato le multe per la somministrazione di solfiti nelle carni e, quasi certamente, non avrebbero più commesso quel reato. Invece il macellaio incosciente di Catania, nella sua macelleria a due passi dal Palazzo comunale e dal comando dei vigili urbani, per guadagnare qualche miserabile euro, abituato a farla franca, ha messo “la polverina” velenosa nel tritato di carne stroncando per sempre la vita di mia figlia.
- Sarebbe interessante verificare se oggi, dopo la sentenza di condanna del macellaio catanese che ha adulterato la carne ingerita nel 2006 da mia figlia, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo si continuino ad applicare i metodi di allora.
- Io ritengo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo corresponsabile dei danni irreversibili subiti da mia figlia Sara, per non avere adempiuto correttamente al compito istituzionale di prevenire i danni alla salute.
Da “buon padre di famiglia”, ho esercitato più volte il mio dovere di cittadino preoccupandomi di denunciare alla pubblica opinione i pericoli a cui vanno incontro i siciliani (specialmente i giovani) a causa delle sofisticazioni alimentari nelle carni (e non solo nelle carni) (2).
Il governatore Lombardo ha dichiarato pubblicamente che avrebbe chiesto cinque milioni di euro di danni per la diffusione di notizie false sul suo stato di salute: I legali del Presidente Lombardo a tale proposito sottolineano: “la reazione del Presidente Lombardo è ampiamente giustificata. Quest’ultimo attacco ha dell’incredibile per l’assoluta, evidente infondatezza di ciò che viene presentato come un sospetto”.
Se così è, io dovrei chiedere un indennizzo di milioni di euro e pretendere in tempi brevissimi la realizzazione di reparti in grado di accogliere persone in stato di minima coscienza o in stato vegetativo, considerato che la cattiva politica, in Sicilia, non ha trovato il tempo per preoccuparsi di creare strutture del genere, come hanno invece fatto quasi tutte le regioni del nord più virtuose.
Chiedo con forza alla stragrande maggioranza dei macellai siciliani, onesti e rispettosi delle leggi, di denunciare le pecore nere del loro settore e di pretendere, da parte delle autorità sanitarie, maggiori e più severi controlli, a tutela della loro professionalità e della salute dei cittadini.
Ragusa, 21 aprile 2011( 28-esimo compleanno di Sara Di Natale)
Luciano Di Natale
P.S. Di tutto quello che ho scritto in questa lettera esiste un’adeguata documentazione.
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