Palermo. 29 anni fa la mafia uccideva a Palermo il segretario del partito comunista Pio La Torre e il suo autista Rosario Di Salvo. Quella mattina del 30 aprile 1982 La Torre era diretto alla sede del partito quando 2 moto di grossa cilindrata si affiancarono alla macchina e alcuni uomini mascherati e armati spararono decine di colpi contro i due uomini.
Come lascia intendere tutta la vicenda processuale e la sentenza definitiva ad agire fu un gruppo di fuoco comandato dall’allora cupola mafiosa Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Francesco Madonia e Pippo Calò.
Il processo venne riaperto in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Cucuzza, uomo di Pippo Calò, appartenente al mandamento di Porta Nuova. Cucuzza oltre ad autoaccusarsi del delitto del politico comunista riferì che con lui avevano partecipato i killer Giuseppe Lucchese e Antonino Madonia che sono stati condannati all’ergastolo il 4 marzo del 2007 dalla Corte di Cassazione.
Non si conoscono invece i mandanti del delitto. Resta il fatto che un omicidio eccellente come quello di Pio La Torre la mafia non poteva deciderlo da sola.
Quello di La Torre fu un impegno per il riscatto della Sicilia in nome della legalità e dello sviluppo.
Durante quegli anni ebbe l’intuizione di capire che per colpire al cuore l’organizzazione mafiosa era necessario attaccare i patrimoni e spezzare il legame con il mondo politico-istituzionale e togliere il consenso popolare. Da qui il suo primo intervento: il pacchetto di norme sul sequestro e sulla confisca dei beni mafiosi, oltre che sulla istituzione del reato specifico di associazione mafiosa che divenne legge (la Rognoni –La Torre) solo in seguito alla sua morte. E’ dovuto morire anche il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa per vederla approvata il 12 settembre del 1982. Sonia Alfano, presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, ha ricordato il sacrificio di Pio La Torre di quel terribile 30 aprile del 1982 ed ha dichiarato:
''A 29 anni dalla morte del compianto Pio La Torre, segretario regionale del Partito Comunista, il suo impegno e il suo sacrificio vengono quotidianamente calpestati ed umiliati, con provvedimenti come la messa all’asta dei beni confiscati alla mafia, sua più grande conquista purtroppo post mortem”.
“L’attacco ai beni mafiosi - prosegue - è la chiave di volta della lotta alla mafia moderna e globale. Pio La Torre lo aveva capito prima di tutti, oltre trent’anni fa. Ma come al solito la politica italiana - sottolinea Sonia Alfano - ha atteso che fosse ucciso per dare valore alle sue intuizioni. E oggi il suo impegno rischia di essere annullato; è per questo - conclude - che ci batteremo fino alla fine affinchè siano tutelati il suo ricordo e la sua legge”.
fonte: Antimafia Duemila
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento