mercoledì 27 aprile 2011

Mi pizzuliu ‘u nasu, mi rattu ‘u culu … e nu’ mmi lavu ‘i manu! … E allura?

Ovviamente, non faccio nulla di tutto ciò!
… oddio, … ogni tanto …!!!
Ma mi è sembrato un modo forte, forse anche troppo, per dire … pensiamola come vogliamo. Futtiemanninni ‘ri l’autri! L’importante … “male non fare, paura non avere”!
Io non sono nato indipendentista, anzi, non lo sono mai stato.
Non mi è mai interessata la politica attiva, se per politica attiva deve intendersi necessariamente partecipare a tornate elettorali, rompere le balle alla gente per averne il voto, cercare di acquisire visibilità, potere e cose di questo tipo. Oppure mettersi una cravatta arancione, inventare “la reclame di un’aranciata”, spacciarsi per sicilianisti e stricarisi (in italiano forbito si direbbe “strusciarsi”, ma ‘u “stricarisi” siciliano è più incisivo!), dicevo, stricarisi con chi di filo-siciliano ha ben poco!
Se, invece, per politica attiva può intendersi il dire, fare, scrivere la propria, il contribuire nel proprio piccolo a tener vive memoria e verità storiche altrimenti scomode, l’esprimere la propria opinione dicendo che una cravatta arancione è appena più bella di una verde ma niente più, che l’aranciata (soprattutto se gassata) fa male, che dietro certe sigle finto-autonomiste e finto-indipendentiste si celano personaggi ed interessi che non mi convincono appieno, … se anche tutto questo può intendersi per politica, … allora si, io faccio politica!
Ma la faccio a modo mio, non mi interessa mettermi in mostra, non voglio la mia foto ‘nté santuzza, non devo fare la conta di quanti mi appoggeranno e cose di questo tipo! Posso continuare a pizzuliarimi ‘u nasu, rattarimi ‘u culu … e nu’ llavarimi ‘i manu! Ma continuare a dire la mia!
E posso dire tranquillamente che mi sono avvicinato all’indipendentismo siciliano, ho galoppato anzi verso di esso.
E posso dire che, tra tante sigle e siglette, partiti e partitini, movimenti e movimentini, cravatte ed aranciate, in realtà in pochi, molto pochi dovrebbero godere della stima e della fiducia dei siciliani. I nomi sono sempre quelli, li ho già fatti!
Per carità, anche loro potrebbero sbagliare, anche loro potrebbero non essere all’altezza di tante situazioni, … ma certamente meriterebbero la stima e la fiducia dei siciliani. Perché si battono per i siciliani! Perché vorrebbero una Sicilia diversa, più rispettata e voluta bene, innanzitutto dai siciliani stessi! Molti dei quali ancora, quando si trovano fuori, quasi si vergognano del loro accento, lo camuffano, cercano di “mimetizzarsi”. Ma di che cazzo dobbiamo vergognarci!?
Con mio grande stupore, mi sono avvicinato alle posizioni indipendentiste. Io che sono stato iscritto per anni ai radicali, certamente non per tornaconto (cerchi un tornaconto e vai coi radicali!?), semmai perché vi ho ritrovato l’unica sponda favorevole alla ricerca sulle malattie genetiche e cose simili, perché sulla loro radio danno la parola a chiunque, di qualsiasi orientamento, senza censura e senza ostacoli da frapporre. Io che ho provato iniziale simpatia per Vendola ed il suo nuovo movimento. … ed altre cose …!
Perché ho cercato, ho scoperto e mi sono avvicinato all’indipendentismo?
Perché ad un certo punto ho avuto voglia di studiare, anzi, studiacchiare un po’ di storia, non solo quella ufficiale. Ho cercato di documentarmi, di risalire a qualche fonte, di contattare le persone.
Contattare le persone! Che cosa bella! Troppo spesso ci sfugge, dimentichiamo quanto sia bello parlare con le persone, entrare in contatto con loro, apprezzarne la cultura, la sensibilità, la profondità. Eppure, fino al giorno prima, erano illustri sconosciuti! Persone che, magari, non saranno mai famose, potenti o la cui amicizia non sarà mai particolarmente ambita proprio perché non famose o potenti, … ma che sono davvero di un livello superiore. Ed io qualcuna di loro l’ho incontrata lungo il mio percorso!
Perché ho cercato, ho scoperto e mi sono avvicinato all’indipendentismo?
Perché è venuta platealmente (e finalmente) fuori una convinzione che, spesso, molti di noi andiamo anche dicendo, riconoscendo nelle chiacchierate tra amici, ma che subito dopo dimentichiamo. La Sicilia (e gran parte del Sud in generale) è un mercato per i prodotti delle aziende e della grande distribuzione del nord. La Sicilia è anche un altro tipo di mercato, un bacino di voti enorme, da tenersi caro. E quale miglior modo, per tenerselo caro, che mantenerla … un gradino o due più in basso e, all’occasione, … fare promesse!?
Noi siamo siciliani, ma dobbiamo imparare ad averne l’orgoglio!
Così come dobbiamo essere orgogliosi della nostra lingua, non vergognarcene!
Ho detto lingua, non dialetto! Il 21 febbraio di ogni anno ricorre la Giornata Internazionale Unesco della Lingua Madre, intendendosi per lingua madre non solo un mero strumento di comunicazione, ma l’espressione di tutto un mondo di valori, di tradizioni e di conoscenze, alla base dell’identità culturale di un popolo. L’Unesco ha riconosciuto al siciliano lo status di lingua madre, separata dall’italiano standard (il toscano) e non semplice dialetto di questo. Il siciliano è riconosciuto dalla “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie”, approvata il 25 giugno 1992 ed entrata in vigore il 1 marzo 1998. L’Italia ha firmato la Carta il 27 giugno 2000 ma, guarda caso, non l’ha ancora ratificata! Tant’è che, a tutt’oggi, il siciliano non viene ancora insegnato nelle scuole (forse dal prossimo anno cambierà qualcosa, … ma io continuo a tenerci il forse!) e non viene utilizzato come lingua ufficiale nemmeno … in Sicilia!
Quindi, … su la testa! Pizzuliamini ‘u nasu, rattamini ‘u culu … e nu’ llavamini ‘i manu!
… e futtiemanninni!

http://sikeloi.net/mi-pizzuliu-u-nasu-mi-rattu-u-culu-e-nu-mmi-lavu-i-manu-e-allura/

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