domenica 3 aprile 2011

Sono caduti come birilli gli alibi ...

La catastrofe umanitaria, cadaveri in mare e migranti in fuga. Alla Sicilia e al Sud il peso maggiore. Il silenzio dei ministri isolani

Settanta cadaveri in mare davanti alle coste libiche, le testimonianze di alcuni migranti di Lampedusa fanno sospettare altre tragedie in mare. Si sarebbe potuto fare di più e meglio per aiutare il popolo in fuga dalla tirannia e dalla fame? Probabilmente sì, ma l’Europa e l’Italia hanno affrontato l’ondata migratoria come un “pericolo” per loro e non per chi arrivava. L’Italia ha cercato per quanto possibile di “respingere” i migranti tenendoli a Lampedusa, in Sicilia o non più in alto del Mezzogiorno.
Sono venuti allo scoperto in modo incontrovertibile i limiti – politici, culturali, di efficienza e buonsenso – del governo italiano e, per molti versi, di quello francese, in un’Europa assente ed irretita dalle difficoltà provocate dalla guerra civile in Libia.
Dopo ventidue giorni a ridosso delle navi passeggeri finalmente inviate a Lampedusa, il presidente del Consiglio ha promesso zona franca, casinò e premio nobel, ma ha lasciato che la condizione disumana – per i migranti e gli isolani – marcisse, senza ordinare l’intervento della protezione civile, per non irritare i governatori ed i ministri leghisti che hanno alzato un muro contro l’arrivo dei migranti. Una posizione irriducibile, mistificata dall’individuazione dei rifugiati come condizione per l’accettazione dei fuggiaschi.


Oggi i migranti, finalmente trasferiti nei centri di accoglienza della penisola, fuggono a decine per raggiungere le mete che si sono prefissi, testimoniando con i fatti quanto fosse dannosa e inefficace la strategia del “fuori dalle balle” esplicitata dal ministro Bossi ma impossibile da praticare.
Il risultato del fondamentalismo leghista è sotto gli occhi di tutti: impossibilità di controllo dei clandestini che sciamano in tutta Italia. Ecco quanto è costata la necessità di fare sapere agli elettori del Nord che il celodurismo resta la ragione sociale della Lega Nord.
Alfredo Mantovano, leccese di 53 anni, ex An, si è dimesso quando a Manduria sono arrivati i carichi di disperati in dispregio dei patti che in sede governativa erano stati presi, di distribuire equamente in tutta Italia i fuggiaschi in via temporanea fino alla loro identificazione. Dovevano arrivarne 1500 in Puglia ed invece ne sono arrivati più del doppio. Mantovano non ha “gradito” e si è dimesso, spiegando che la linea del “fuori dalle balle” in realtà era la linea del “tutti a sud”. Ed ora di Mantovano si parla, legittimamente, dell’unico membro meridionale del governo Berlusconi che abbia avuto il coraggio di mettersi di traverso e denunciare l’iniquità e l’idiozia di una simile scelta suicida.
Nessun’altra voce si è levata dal governo, nessun intervento a favore di Lampedusa, della Sicilia e del Sud. Bocche cucite, silenzio assoluto, accettazione pedissequa di scelte disastrose, che ci hanno fatto vergognare davanti al mondo ed hanno regalato al Mezzogiorno ed alla Sicilia, l’area più debole del Paese, il fardello maggiore. Ingiusto, inefficace, stupido.
La Puglia ha una rappresentanza di governo striminzita – Mantovano e Fitto – il primo ha reagito sbattendo la porta, il secondo non se l’è sentita di fiatare. In Sicilia ha fato la voce grossa, partecipando anche a manifestazioni di protesta, il governatore Lombardo, ma dei membri siciliani del governo nemmeno l’ombra.
A differenza della Puglia, la Sicilia conta su quattro ministri – Prestigiacomo, La Russa, Romano e Alfano, e sulla seconda carica dello Stato, Renato Schifani, presidente del Senato. Gianfranco Miccichè è il leader di un partito meridionale, Forza del Sud, e sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Dove sono stati in questo ultimo mese? Hanno avuto notizia di ciò che stava accadendo nella loro Isola? Quali iniziative hanno assunto perché si intervenisse per tempo a Lampedusa, Mineo, Trapani? Quali proposte hanno messo in campo perché gli immigrati fossero accolti in modo equo nelle varie regioni italiani?
Eppure Mantovano ha fatto un quadro inequivocabile di come stanno le cose: “Da venti anni il maggior peso lo sopportano la Sicilia, Puglia e Calabria. Più del 60 per cento dei posti (Cpt, Cie e Cara). Logica avrebbe voluto che se ne tenesse conto in questa circostanza”.
E invece è accaduto il contrario. “Sarebbe bastato che una delle navi partite da Lampedusa si dirigesse al nord”, recrimina Mantovano, mentre si verificano fughe di massa dalla sua Manduria (e il premier Berlusconi dichiara che “tutto è sotto controllo”).
Sono caduti come birilli gli alibi – respingimenti, identificazione dei rifugiati, rimpatri – e la realtà emerge in tutta la sua nettezza: clandestini che si dirigono nel Nord d’Italia ed Europa, situazione insostenibile in Sicilia e (ancora) a Lampedusa. Ci sarebbe da divertirsi al pensiero dei furbi “puniti” dalla loro furbizia, se non fosse una tragedia. Ora alla Lega resta una sola chance: fare finta di avere vinto. Mentre agli altri, ministri siciliani compresi, quella di fare dimenticare la loro “assenza”. Non sarebbe difficile, se Mantovano non avesse puntato i piedi. Unico e solo.

fonte: SiciliaInformazioni.com

2 commenti:

  1. 5 immigrati per ogni paese siciliano
    facilmente si integrerebbero

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  2. Ritieni forse che non si integrerebbero in altri paesi in altre zone ?
    Perchè no in Piemonte, nel Veneto o in Lombardia ?

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