venerdì 11 febbraio 2011

Condannati per mafia, estorsione ed usura nella lista nera delle candidature 45 politici

I primi dati dell'indagine avviata dalla commissione parlamentare antimafia, che sta verificando il comportamento dei partiti alle ultime amministrative. Dopo le comunicazioni delle prefetture sono emersi dati sorprendenti: coinvolte tutte le maggiori formazioni politiche, soprattutto al centro sud.

Alle ultime amministrative sono state candidati anche quattro indagati per associazione mafiosa. Ventinove erano invece accusati di estorsione. Tre, di usura. Due, di riciclaggio. Tre candidati erano sorvegliati speciali. E’ un quadro poco edificante quello che emerge dall’ultima indagine condotta dalla commissione parlamentare antimafia, che l’anno scorso varò un codice di autoregolamentazione per partiti e liste.

In 45 sono risultati non in regola. Appartengono a tutte le formazioni politiche. Due sono del Pdl, due del Pd, due dell’Udc, due dei Socialisti Uniti. Tutti gli altri appartengono a liste civiche. E 8 sono stati eletti. Eccoli:

Giovanni Corigliano, dal marzo 2010 vice sindaco in quota lista civica del Comune di Rocca di Neto (Crotone), aveva patteggiato nel 1999 una condanna per riciclaggio e gli era stata concessa la sospensione condizionale della pena. La prefettura di Crotone ha segnalato pure un altro provvedimento nei suoi confronti, una misura di prevenzione di “avviso orale”.

Salvatore Caputo, dell’Mpa, è diventato consigliere comunale di Matera nonostante una vecchia condanna definitiva per tentata estorsione, ma formalmente il reato è stato dichiarato estinto dopo una richiesta dell’interessato, così come prevede il codice di procedura penale nel caso di condanne miti e di buon condotta.

Giuseppe Castoro, consigliere provinciale del Pd ad Enna, è stato destinatario di un provvedimento di sorveglianza speciale da parte della magistratura. Il consiglio provinciale di Enna, investito del caso, ha già bocciato la revoca dell’elezione, dando ragione a Castoro, che ribadisce di essere stato poi assolto in Cassazione.

Nella lista degli otto ci sono anche destinatari di provvedimenti non definitivi:

il consigliere provinciale Angelo Brancaccio, eletto nella lista Udeur popolari Mastella, è stato rinviato a giudizio per concorso in estorsione.

Vittorio Fiorentini, della lista civica “Per Artena”, è consigliere comunale di Artena (Roma) nonostante un’accusa di concorso in estorsione, così ha comunicato la prefettura di Roma.

Alfonso Riccitelli, consigliere comunale di una lista civica a Castello del Matese (Caserta), già ex sindaco di quel centro, risulta alla prefettura di Caserta come ancora coinvolto in un caso di usura.

Alessio Vanacore, consigliere comunale di Caivano (Napoli) per il Movimento per l’autonomia, risulta avere avuto una misura di prevenzione della sorveglianza speciale. La prefettura di Napoli ha comunicato che l’elezione di Vanacore è in corso di verifica.

Nella lista degli otto c’è poi chi è stato eletto, ma revocato: Roberto Conte, ex consigliere regionale dei Verdi e della Margherita, eletto nella lista Alleanza di popolo collegata al candidato presidente del Pdl Stefano Caldoro, è stato condannato in primo grado a due anni e otto mesi per associazione camorristica.

Fra i candidati non eletti che sono risultati con una condanna definitiva ci sono invece: Francesco Bennici (lista Cittadinanza democratica Bellofiore sindaco), di Gioia Tauro, imputato di tentata estorsione, che ha però beneficiato della sospensione condizionale della pena; Nunzia Berardino, del Pdl, di Andria (Barletta), condannata per concorso in usura; Antonio Caliò (lista Decimo Lo Presti sindaco), ha patteggiato nel ’94 una condanna per tentata estorsione e ha beneficiato della sospensione condizionale della pena; Giulio Cesare Enea (lista Portella di Mare e Misilmeri), di Misilmeri (Palermo), nel 2004 ha patteggiato una condanna per estorsione e ha beneficiato della sospensione condizionale della pena; Salvatore Iurato (Movimento Primavera ispicese), di Ispica (Ragusa) ha avuto due condanne autonome per estorsione, per una ha beneficiato della sospensione condizionale della pena; Roberto Levi (Generazione Futura), di Arnesano (Lecce) ha avuto una condanna per concorso in estorsione; Carmine Maggio (Socialisti legalità e trasparenza) di San Pietro Vernotico (Brindisi), ha una vecchia sentenza per tentata estorsione, che risale al 1962. Pure Andrea Magli, anche lui di San Pietro (lista Cittativa) risulta avere una condanna per tentata estorsione dopo un patteggiamento che risale al 1998 (e una sospensione condizionale della pena).

Altri candidati non eletti che hanno avuto una condanna definitiva: Raffale Nallo (lista Uniti per Fondi), di Fondi (Latina) risulta essere destinatario di una condanna per estorsione; Luciano Perna (Rifondazione Comunista-Sinistra Europea e Comunisti italiani), ha avuto una condanna per tentata estorsione (pena sospesa); Alfredo Piscopo (La Destra), di Arzano (Napoli), per estorsione.

Antonio Cosimo Poci (lista Svolta sociale), di Mesagne (Brindisi) ha patteggiato nel 1994 una condanna per associazione mafiosa e ha beneficiato della sospensione condizionale della pena.

Mirko Roveto (Forum Democratico) di Bernalda (Matera), è stato condannato per estorsione continuata (pena sospesa). Euprepio Scialpi (Pompilio Sud Libero) di Manduria (Taranto), risulta condannato per estorsione. Massimo Scolamacchia (Alternativa Comunista), candidato alla regione Puglia, ha patteggiato nel 1995 una condanna per estorsione (la pena è stata sospesa). Vito Tramontana (Lega Lazio), di Fondi, condannato per estorsione. Giuseppe Zappalà (Pedaresi Democratici liberi), di Pedara (Catania), condannato a “pena esigua”, così segnala la prefettura, per “associazione finalizzata al traffico di illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope”.

Altri quattro candidati (delle province di Matera, Vibo Valentia e Napoli) sono stati condannati in via definiva per estorsione, ma i loro nomi non sono contenuti nella relazione dell’Antimafia, perché i giudici hanno disposto la “non menzione” della condanna nel casellario giudiziario.

La lista della commissione prosegue con i candidati non eletti che sono risultati avere una condanna non definitiva: Mirko Balsamo (Manfredonia - Foggia), Giovanni Cagnetta (Altamura - Bari), Giuseppe Condello (Scillato - Palermo), Natale D’Amico (Collesano - Palermo), Saverio Gioffrè (Regione Calabria), Vincenzo Leva (Chieti), Raffaele Nocella (Minturno - Latina), Leandro Oddi (Provincia de L’Aquila), Alfonso Riccitelli (Castello del Matese), Gaetano Rubrichi (Uggiano la Chiesa - Lecce), Nicola Sconza (Regione Campania e provincia di Salerno), Tommaso Signorelli (Regione Calabria).

"E' bastato poco alla commissione antimafia per evidenziare il rapporto mafia politica alle ultime amministrative regionali", dice il senatore Giuseppe Lumia, componente della commissione antimafia. "Sono stati rilevati 45 casi palesi, ma i numeri potevano essere maggiori se tutte le prefetture avessero collaborato apertamente. Alcune di esse, come la prefettura di Milano, si sono trincerate dietro la privacy e non hanno fornito i dati. A questo punto bisogna capire se dietro tale scelta scellerata ci sia stata qualche indicazione del ministero dell'Interno e del governo, dato che ben 22 prefetture hanno utilizzato questo escamotage". Lumia annuncia che l'indagine andrò avanti, "per scoprire i diversi livelli di infiltrazione mafiosa legati alla parentela, ai prestanome, agli uomini di fiducia, agli insospettabili, agli stessi casi che stanno venendo fuori anche al Nord".



(10 febbraio 2011)
fonte: la Repubblica

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