venerdì 25 febbraio 2011

Il Movimento del Sud di Lombardo. Ammuina o negghia ?

E ora tutti a chiedersi che cosa abbia in mente Raffaele Lombardo. Magari non ha proprio niente in testa e sia solo ammuina quell’annuncio di cambiare tutto – nome e simbolo, dirigenti e ragione sociale del Movimento per l’Autonomia. Oppure un ballon d’essai, la monetina con il laccetto gettata a terra per vedere chi abbocca e farsi una risata. O un messaggio infilato nella bottiglia e gettato a mare con la voglia di sparire.

Può essere altro, naturalmente. Una decisione meditata di chi si guarda attorno e prende atto che tutto è cambiato. Da quel 14 dicembre, il giorno della mozione dio sfiducia bocciata dalla Camera, sembra essere trascorso un secolo. Il day after segnò la nascita del nuovo polo, il polo della nazione per compiacere Pier Ferdinando Casini, che pareva il padrone di casa. Nasceva l’alternativa centrista, il Grande Centro, con le sue varie anime, popolare, dorotea, dossettiana (dalla Dc al Pd) , e destrorsa (gli ex An di Fini), e pareva che dovesse segnare un punto di non ritorno.



Poi c’è stato lo smottamento finiano, seguito all’abbandono di quattro parlamentari autonomisti (continentali, nemmeno un siciliano fra i fuorusciti), la nascita dei Responsabili, raccolti con argomenti e strumenti appropriati, e la malinconica presa di distanza con i partner: l’Udc alle prese con la nascita del suo gruppo autonomo al Senato (altro che gruppo unico), l’Api di Rutelli in attesa di nuovi arrivi dal Pd, convinto di potere fare da sé.

E il Mpa di Lombardo?

“Prendiamo atto che non stiamo dentro”, ha detto un autorevole dirigente dopo un incontro dedicato al coordinamento dei gruppi parlamentari.

Da questo contesto potrebbe essere nata la svolta che si materializzerà il 17 marzo, compleanno dell’Unità d’Italia, una data scelta con il lanternino.

Che cosa sarà, dunque il nuovo partito di Lombardo?

Un partito trasversale, a leggere le analisi ancora a caldo. Un albergo con porte girevoli, aperto a tutti coloro che non si sentono a loro agio laddove stanno. Un partito che cominciare senza la fatica di ricominciare, perché ha una sua struttura, una esperienza sul campo. Un partito che ha assaporato i successi ma anche la fatica di dovere trovarsi necessariamente compagni di viaggio, senza guardare per il sottile: dal leghismo alla destra di Storace.

L’abito trasversale, dunque, non nasce dal nulla.

Possibile che tutto questo non abbia a che vedere con la Sicilia e le sue contorsioni? Difficile che Lombardo non abbia valutato il terreno di decollo e le sue opportunità. Il Movimento del Sud concorrerà con Forza del Sud o ci riserveranno una sorpresa i due ex “ribelli” del centrodestra? Non è che si mettono a braccetto e partono da dove hanno lasciato. Il Cavaliere non si è tolto di mezzo e vuole completare la legislatura. Ha i numeri in Parlamento ed un solo fronte da combattere, i tribunali. Ma non ci entra da solo, si porta appresso la maggioranza della Camera e del senato, che gli consentono di cambiare le regole della partita mentre essa si svolge. Chissà che non sopravviva anche a Ruby e tutto il resto.

Dall’altra parte ci sono amici, ma anche nemici irriducibili. Il Nuovo Polo è un’incompiuta che deve dare conto alla Chiesa di ogni passo, perché l’Udc è il perno di questa terra di mezzo. Il Pd costituisce un’opportunità, ma il dissenso siciliano ha radici robuste trasversali, i cui confini non sono definiti. Una palude. E Gianfranco Fini con il Fli? Una opportunità, da non trascurare. I rapporti con il Presidente della Camera sono ottimi.

I giorni che mancano al 17 marzo saranno decisivi per decidere la road map. Un ruolo importante può essere giocato dall’esito del confronto in corso all’interno del PD. L’area Innovazioni, ex Margherita, ha minacciato l’abbandono. Per andare dove?
fonte: SiciliaInformazioni.com

Nessun commento:

Posta un commento