I primi dati acquisiti dai magistrati della Procura di Enna, che indagano sull'inquinamento ambientale alla miniera dismessa di Pasquasia, sono più che allarmanti: terreno contaminato così come le falde acquifere e il vicino fiume Morello, affluente dell'Imera Meridionale nel quale confluisce in prossimità del ponte Capodarso. Nel cuore della Riserva naturale.
Una bomba ecologica, spiegano nelle loro relazioni i tecnici incaricati dei sopralluoghi, mentre il sostituto procuratore Marina Ingoglia sta verificando se il trasferimento delle apparecchiature della miniera contenenti una sostanza altamente radioattiva, il Cesio 137, sia avvenuto secondo le modalità di legge. E se le attrezzature radioattive siano state affidate ad un impianto di trattamento delle scorie.
Nel frattempo tutti gli atti e la documentazione relativa alla ex miniera sono stati sequestrati presso l'assessorato regionale Territorio ed ambiente. E sono previsti già per la prossima settimana i primi interrogati dei funzionari degli enti che si sarebbero dovuti occupare della bonifica.
“Dopo anni di inquietante silenzio è stata posta, finalmente, la dovuta attenzione al sito minerario di Pasquasia, tra Enna e Caltanissetta” è intervenuto sul punto Leonardo Janni, Consigliere nazionale di Italia Nostra, dal 1999 ente gestore della Riserva naturale. Affidando le sue dichiarazioni ad una lettera indirizzata alle Procure della Repubblica di Caltanissetta e di Enna ed ai Prefetti delle stesse città. “Plaudendo all'iniziativa” della procura ennese Janni auspica “l'attivazione di un'inchiesta anche da parte della procura di Caltanissetta” e annuncia che l'associazione “intende costituirsi parte civile”.
“Noi di Italia Nostra – conclude - pensiamo che sia venuto il momento di fare piena luce sul sito minerario di Pasquasia. I cittadini hanno diritto di sapere lo stato delle cose, se ci siano stati e ci siano rischi per la salute”.
fonte:Antimafia Duemila
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