“Fino a quando Berlusconi è al governo, e cresce l’appoggio parlamentare nei suoi confronti, la mafia non ha alcun bisogno di fare altre stragi. Perché chi sta al di sopra dei ‘boss televisivi’, cioè noti, non ha nemmeno avuto bisogno di ritoccare la legge sui pentiti, le intercettazioni telefoniche e le carriere dei magistrati. Basta la delegittimazione e l’intimidazione dei magistrati per impedire che si intraprendano delle indagini non gradite ai poteri forti. In certi casi il ‘processo breve’, o il ‘non processo’, lo si ottiene con semplici provvedimenti amministrativi sull’organizzazione e sulle dotazioni degli uffici giudiziari. In compenso si arrestano, si processano e si riempiono le carceri di extracomunitari, per salvare le statistiche ed appaltare nuove carceri”.
Risponde così Gioacchino Genchi, superconsulente informatico delle procure di mezza Italia, all‘ipotesi paventata dal procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, secondo cui Cosa nostra, sotto la guida di Matteo Messina Denaro, sarebbe pronta a nuove stragi che cadono sempre nei momenti cruciali della vita istituzionale e politica del Paese. Da Portella della Ginestra, alle stragi del ‘92-’93, all’alba della cosiddetta seconda repubblica.
“Sono sempre di meno i magistrati che hanno il coraggio di svolgere indagini come quelle che ha intrapreso la procura di Milano – continua Genchi – Le azioni di contrasto alla criminalità organizzata, che colpiscono fino a un certo livello, sono solo il frutto della tenacia e della professionalità delle forze di polizia italiane che, nonostante li si cerchi di bloccare limitandogli i mezzi e le risorse, continuano con abnegazione a fare il loro dovere”.
Sulla considerazione espressa da Ingroia, “mi permetto solo di osservare – aggiunge il vicequestore – che le stragi di mafia, così come gli attentati terroristici, sono stati sempre il preludio di mutamenti politici e istituzionali. Ma in questo momento la politica tiene a mantenere lo status quo, ben al di là del ‘mercato delle vacche’ di deputati e senatori. Il ‘partito unico’ che ha paura delle elezioni anticipate supera il 90 per cento dell’attuale rappresentanza parlamentare. Fino a quando avrà modo di sopravvivere questa ’scilipotocrazia’ il rischio di una strage mi sembra remoto”.
“Ma - avverte in conclusione l’esperto investigatore – se solo dovesse accennarsi ad un possibile cambiamento di leadership, anche permanendo l’attuale maggioranza di centrodestra, l’ipotesi palesata da Ingroia potrebbe diventare tristemente probabile”.
fonte:Livesicilia
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