mercoledì 9 marzo 2011

Ancora soldi al Nord, mentre il Sud resta a guardare

Per il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), l’organo collegiale del governo che si occupa dei principali investimenti nel nostro Paese, esistono regioni di serie a e regioni di serie b.

Infatti, mentre per il Nord si investono risorse volte a realizzare opere e infrastrutture, per il Sud si fa poco o nulla. Emblematico è il diverso utilizzo delle quote del Fas (Fondo per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate) destinate al Settentrione e quelle per il Mezzogiorno. Le prime sono state investite quasi tutte. Le seconde, invece, o non sono state investite, o sono state spese per finalità diverse da quelle previste oppure, addirittura, sono state dirottate al Nord. Dall’inizio della legislatura ad oggi, quindi, il Comitato guidato dal siciliano Gianfranco Miccichè ha approvato quasi esclusivamente delibere di finanziamento in favore del Nord, anche per quanto riguarda l’impiego di risorse diverse dal Fas..

L’ultima in ordine di tempo è la 101 del 2009, pubblicata in Gazzetta il 3 marzo, riguardante la linea ferroviaria Genova-Milano. Per la realizzazione del primo lotto sono stati stanziati 100 milioni a favore della Società Rete Ferroviaria Italiana, nonché un contributo di circa 35 milioni di euro per 15 anni reperito da altri fondi statali.

Pochi mesi prima, nel novembre del 2010, il Cipe aveva stanziato risorse per 20 miliardi di euro, sempre per la costruzione di infrastrutture al Nord, contro soli 200 milioni concessi al Sud. In proporzione il governo ha investito nel Settentrione cento volte di più che nel Mezzogiorno. Tra i vari provvedimenti adottati, poi, c’è anche uno stanziamento di 400 mila euro alla Scuola Europea di Varese. Una delle sette scuole europee riservate prevalentemente ai figli dei dipendenti del Centro Comune di Ricerca di Ispra, un ente di ricerca che fornisce sostegno scientifico e tecnico per l’attuazione e il controllo delle politiche dell’Unione.

Sembra, quindi, che dentro il Cipe ci sia una corsia preferenziale dedicata al Nord, mentre il governo congela o dirotta tutte le risorse destinate al Meridione. Dei soldi del Fas, ad esempio, che ammontano a 63,3 miliardi di euro, soltanto le briciole sono andate al Sud. La maggior parte si trovano presso le casseforti dei ministeri e un’altra buona fetta è stata utilizzata dal governo per fini diversi da quelli stabiliti dalla legge. L’obiettivo del Fas, infatti, è il finanziamento di programmi per incentivare la crescita delle aree più depresse del Paese.

In Sicilia si dovrà aspettare ancora un altro anno prima di poter utilizzare i 4 miliardi che le spettano, perché il governo ne ha vincolato l’utilizzo. Altri 4 miliardi sono stati utilizzati dall’esecutivo per gli ammortizzatori sociali rivolti ai lavoratori delle industrie in crisi, maggiormente concentrati al Centro-Nord. Sempre dallo stesso pozzo sono state attinte le risorse per il terremoto in Abruzzo e per l’emergenza rifiuti in Campania, piuttosto che utilizzare quelle destinate alle calamità naturali. Così è stata assottigliata la riserva destinata allo sviluppo del Mezzogiorno.

E come se non bastasse anche le multe inflitte dall’Europa agli allevatori padani che non hanno rispettato le quote latte sono state coperte con i soldi del Fas. Una beffa trasformatasi in vergogna qualche giorno fa col decreto milleproroghe, quando governo e maggioranza hanno deciso di prorogare di altri sei mesi il pagamento delle suddette multe, utilizzando 5 milioni di euro originariamente destinati ai malati di cancro.

Il tutto viene offuscato dagli annunci e dai proclami roboanti sul famigerato Piano per il Sud che da settembre dello scorso anno ad oggi Berlusconi e il ministro Fitto hanno già presentato per ben tre volte. L’ennesima strategia di propaganda ordita dal premier per ingannare l’opinione pubblica meridionale visto che di concreto non c’è proprio nulla e i 100 miliardi di euro annunciati da Berlusconi per finanziare il Piano provengono proprio dal Fas rimasto e dalla rimodulazone dei Fondi strutturali che l’Unione europea destina allo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno.

Nel frattempo la maggioranza prima e il governo poi hanno approvato il decreto sul federalismo municipale voluto dalla Lega che aumenta le tasse ai cittadini e assegna ai comuni il gettito fiscale pagato nei territori, favorendo le aree più ricche del Paese e danneggiando quelle più povere.

E’ questa la considerazione riservata da Berlusconi ad un Mezzogiorno da dove trae gran parte della sua forza elettorale e dove può contare su una certa classe dirigente remissiva e accondiscendente, disposta a sacrificare la propria terra e il proprio popolo pur di coltivare interessi e privilegi personali.

fonte: SiciliaInformazioni.com

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