domenica 27 marzo 2011

IL NOBEL PER LA PACE AGLI ABITANTI DI LAMPEDUSA

La grande tragedia che travolge migliaia di esseri umani in fuga dalla miseria e dalla morte pesa in modo straordinariamente sproporzionato su di una sparuta comunità di isolani, gli abitanti di Lampedusa.
Ormai da parecchi anni accolgono come possono i profughi africani che raggiungono l'isola, (vista secondo l'immagine che la società opulenta ama dare di sé) come il primo avamposto di un mondo migliore nel quale ricominciare a vivere.
Oggi il numero dei profughi supera quello degli abitanti, ma i lampedusani, pur disperati per essere impotenti di fronte alla inarrestabile invasione, abbandonati dallo stato e dalla comunità internazionale, fatti strumento di luride speculazioni politiche, continuano a dar prova di generosità, apertura e capacità di comprensione, che non trovano certo riscontro laddove ricchezza e abbondanza di mezzi non difettano.
L'esempio che continuano a dare costituisce, perciò, una grande lezione di civiltà, tanto più preziosa e straordinaria perché data senza condizioni e pregiudizi.
Questo esempio non deve essere oscurato o travolto dalla grettezza e dal razzismo di contesti politici e culturali che sembrano prevalere e montare in tutta Europa.
Perciò la “lezione” che i lampedusani stanno dando a tutto il mondo merita il più prestigioso riconoscimento internazionale.

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