mercoledì 16 marzo 2011

Celebrare al Pantheon i Savoia? Non in mio nome, Presidente Napolitano

La Repubblica che celebra la monarchia dei Savoia! Mi sarei aspettato da parte del Presidente della Repubblica, casomai, un omaggio al repubblicano Giuseppe Mazzini che i Savoia fecero morire da latitante. Mi sarei specialmente aspettato che lo Stato, fi...nalmente, riconoscesse che in Italia, per dieci anni (1860 – 1870) vi fu una Guerra Civile e che l'esercito “unitario” operò nel sud con una ferocia tale da fare impallidire le più crudeli rappresaglie dell'esercito tedesco contro la popolazione operate durante la lotta partigiana del 1943-45. Ecco perchè la scelta, da parte del Presidente Giorgio Napolitano, di celebrare il 150° dell'Unità d'Italia rendendo omaggio alle spoglie custodite nel Pantheon del re "abusivo" Vittorio Emanuele II di Savoia mi lascia sbigottito ed incredulo. Già mi sembrava assurda la scelta di questa data, poichè il 17 marzo 1861 si proclamò soltanto Vittorio Emanuele II re d'Italia e non si costituì il nuovo Regno d'Italia. E nè l'Italia era unita, allora, mancando Roma e il Lazio, il Veneto, la Venezia Giulia e il Trentino con Mantova. Ma mai mi sarei immaginato che il Presidente della Repubblica si recasse al Pantheon a rendere omaggio di persona alla tomba di Vittorio Emanuele II. Il Presidente Napolitano che si richiama sempre alla costituzione del 1948 e dove, fino al 2002, in essa era sancito che "I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici ne' cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l'ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale." Voglio ricordare, ma il Presidente Napolitano lo sa benissimo, che queste disposizioni vennero dettate dall'Assemblea Costituente non per mera cattiveria, ma perchè la dinastia dei Savoia si era macchiata di grandi crimini contro il popolo italiano portando il Paese ripetutamente in guerre offensive che potevano essere evitate non essendo stata mai minacciata la propria sicurezza. Una lunga scia di sangue, infatti, segna il percorso tra le generazioni della dinastia dei Savoia. Cominciando con Vittorio Emanuele II che condusse una spietata guerra di conquista con ogni mezzo per impossessarsi degli stati italiani gettando il sud in una sanguinosa guerra civile che provocò in un decennio centinaia di migliaia di vittime per la dura repressione. Umberto I che nel suo delirio di potenza e coadiuvato dal Crispi, inseguì un maldestro tentativo di occupare un posto nella storia con la conquista dell'Eritrea che, di contro, fece riportare all'esercito italiano numerose sconfitte come quella di Adua: unico caso, tra i paesi europei, a farsi sconfiggere così duramente dagli indigeni africani . Ma più fortuna Umbero I ebbe, nel solco della tradizione dei Savoia, nell'impiego dell'esercito nella repressione delle proteste sociali in Sicilia e a Milano: con le cannonate! E poi Vittorio Emanuele III il più sanguinario dei monarchi d'Europa! Il re nano, detto "sciaboletta", forse per compensare la sua misera statura fisica, si lanciò in un susseguirsi continuo di guerre che portarono al macello milioni di Italiani! Cominciò con la guerra in Libia, dove le atrocità commesse dagli italiani ancora i libici ce lo ricordano, ma fu la grande guerra il suo primo capolavoro. Pur facendo parte della Triplice Alleanza con la Germania e l'Austria allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 il Regno d'Italia si dichiarò neutrale. E fin qui tutto bene. Ma con l'anno nuovo il re e i suoi governanti cominciarono a sentire l'odore del sangue e con un voltafaccia senza rossore e a dispetto dei patti voluti e sottoscritti a suo tempo dichiararono guerra all'Austria. Fu così che l'Imperatore Francesco Giuseppe emise un proclama in cui parlò di «tradimento quale la storia non conosceva pari» e di «nuovo perfido nemico» galvanizzando le truppe austriache nel combattere contro gli italiani. Fu la grande guerra, una carneficina di italiani. Ma ciò non bastò. In seguito alla crisi economica di un paese esausto dopo la guerra ed ai disordini che ne derivarono, nel paese si formò il partito dell'ordine, del manganello e dell'olio di ricino: il fascismo. Fu il re Vittorio Emanuele III che il 28 ottobre 1922 rifiutò di firmare il decreto che ordinava alle truppe a sbaragliare i fascisti alle porte di Roma e che anzi propose a Benito Mussolini di formare un nuovo governo. Ciò aprì le porte alla dittatura che ci portò alla guerra d'Etiopia e alla seconda guerra mondiale a fianco della Germania nazista gettando gli italiani nel baratro della rovina più totale. Ma ecco un nuovo colpo di scena: vedendosi perso Vittorio Emanuele III, dopo aver fatto arrestare Mussolini che LUI aveva voluto alla guida dello Stato e dopo aver fatto siglare l'armistizio con gli alleati, il 13 ottobre dichiarò guerra alla Germania con un voltafaccia peggiore di quello del 1915 e solo per salvare il suo trono! La reazione dei tedeschi la conosciamo e quindi qui terminiamo. Queste furono le ragioni per le quali i Savoia furono mandati in esilio. Nel 2002 dopo una stucchevole e continua pressione mediatica si decise per i discendenti di quella sciagurata dinastia di abrogare quella disposizione che appariva odiosa e i Savoia tornarono in Italia. Dopo un pò Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto ebbero la brillante idea, come ringraziamento, di chiedere un risarcimento di 260 milioni allo Stato italiano per i beni confiscati ai loro antenati! E come se non bastasse Vittorio Emanuele veniva coinvolto e arrestato nell'ambito di un'inchiesta su gioco d'azzardo e prostituzione. Stupisce molto che giovedì 17 marzo il puttaniere d'oro assieme al figlio ballerino e a tutta la sua famiglia saranno a fianco del Presidente della Repubblica per rendere omaggio al loro antenato! L'aver fatto rientrare i discendenti dei Savoia come semplici cittadini non significa la rabilitazione di quella odiosa dinastia col riverirla da parte delle massime autorità della Repubblica. Questo omaggio alla monarchia dei Savoia offende lo spirito che fonda la Costituzione e le vittime di 85 anni di tirannide sabauda. Una Repubblica che ha completamente smarrito le ragioni della sua origine. Una ragione in più, come se altro non bastasse, per vergognarmi profondamente di essere cittadino di questo Stato. Nino Vassallo Mostra tutto
Di: Nino Vassallo

1 commento:

  1. Sì, assistiamo al celebrativo lavacro di una casa regnante che la cronaca si sta incaricando di collocare nel posto dove meno può far danno: il varietà.
    Sandra Paoletti

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