domenica 20 marzo 2011

L ' APPELLO DEL PARROCO DI LAMPEDUSA

" Uomini di governo, la tensione libica non può giustificare il ritardo accumulato. Noi siamo più vicini alla Libia più di qualunque italiano comune o di potere. Se le prospettive belliche sono preoccupanti ancora più preoccupante dovrà essere il possibile flusso migratorio che seguirà. E l’isola continuerà ad essere in stato di emergenza. Le bombe forse non cadranno più su Tripoli ma la miccia è innescata a Lampedusa”. A parlare è don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, che lancia un accorato appello. ”Signor presidente della Repubblica, oggi avvertiamo che l’Italia non è unita né unica. Siamo soli – dice – Signor presidente del Consiglio e signor ministro (agrigentino) della Giustizia, la ricerca della giustizia, alla quale vi appellate, vale anche per noi. Ma qui oggi non c’è giustizia. Signor ministro dell’Interno lei è anche il nostro ministro. I prefetti non possono sostituire le scelte politiche. E lei è ministro della Repubblica Italiana e dunque anche di Lampedusa”.
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Caro don Stefano Nastasi, " NOI " siamo sempre stati soli; gli uomini politici ai quali Ella si rivolge non ci rappresentano, rappresentano esclusivamente gli interessi dell' Italia ( tra l ' altro molto male ).

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