venerdì 25 marzo 2011

UN PROCESSO

- Si aprano le porte ed entrino gli imputati,

quali sono i reati a loro contestati? -



- Signor Giudice, sono rei d’assassinio d’innocenti,

difensori di pensiero libero e sentimenti,

nel corso di una lunga guerra di Potere,

che affratellava camicie rosse, bianche e nere.

In quel tempo, un silente messaggio persuasivo

costoro lanciarono in modo subdolo, ma invasivo:

“Distruggi il diverso, è un tuo nemico,

solo con lo stesso pensiero può esserti amico.

E se zitto e buono con noi starai

ed alle nostre regole tu obbedirai,

prerogative e vantaggi potrai avere,

e successo e denaro potrai ottenere.”

Gli imputati ben conoscevano l’animo umano,

facilmente disposto a diventar mercenario.

Un esercito di venduti si pose al loro fianco,

piegandosi e applicando le regole del branco,

rinunciando, allegramente, alla propria libertà,

e adeguandosi ad una disumana mentalità.

La discordia germogliava da mattino a sera,

frutto del principio del dividi et impera,

menzogne e raggiri alimentavano un caos quotidiano

e avere fiducia nell’altro era ingenuo e vano.

L’insegnamento del Principe Machiavellico

fu il principale strumento bellico,

il famoso motto avrebbe, infatti, giustificato,

ogni sporca infamia e male arrecato.

Sull’altare del Potere i sentimenti furono sacrificati,

se d’intralcio ad esso, gli affetti andavano immolati,

senza rimorso, venne calpestata l’umana dignità,

e nessuno mostrava alcun cenno di pietà.

Questa guerra gli uomini in bestie trasformava

e custodire la propria umanità ai margini condannava.

I valori universali dell’uomo, sempre eterni,

non si confacevano più a quei tempi moderni:

gli ideali che illuminano il terreno cammino,

ritenuti inutili, erano stati buttati nel cestino.

Coloro che si opponevano a questo regime

erano condannati ad una disgraziata fine,

fatalmente perdevano casa, figli o lavoro,

stroncati dalla mancanza del proprio tesoro.

Il loro triste e perdente modello dimostrava

cosa sarebbe accaduto a chi non si adeguava,

e capacità di una faticosa e logorante resistenza

era possibile solo con una ben radicata coscienza.

Risorgere da umane macerie pareva una chimera,

e, per l’omertoso muro d’indifferenza che c’era,

inutilmente veniva cercata d’aiuto una mano,

restando privati, anche, del salubre calore umano.

A brama di suicidio gli oppositori furono istigati,

dopo essere stati torturati ed emarginati,

e la morte fu considerata unica via di salvezza,

per porre fine a così tanta tristezza.

Solo una caparbia ricerca di Giustizia li ha salvati

e dalle proprie ceneri i sopravvissuti sono risuscitati. –



- Ma vostro Onore, replicano gli imputati,

si tratta d’accuse da parte di poveri malati,

neanche un solo proiettile in questa guerra fu sparato

e un cadavere a terra non si è mai contato.

Come possiamo essere ritenuti assassini,

senza macchiarci di sangue di morti lontani o vicini?

Un sistema sociale già corrotto era tutto da cambiare

e per raggiungere tale fine dovevamo comandare.

Ingiustizie e corruzioni c’erano sempre state

e noi le abbiamo vistosamente moltiplicate,

per provocare, prima o poi, una sociale reazione

da cui far nascere una nuova Nazione.

E’ vero, abbiamo fatto la prima mossa

ma tanta gente aveva bisogno di una grande scossa,

un popolo di dormienti andava risvegliato

ed usando astuti mezzi e con l’inganno, abbiamo osato.

La religione è un efficace strumento di potere

e come Dei in terra ci dovevano temere,

dirigendo, con mistero, dalle nuvole celati

sudditi docili e obbedienti, da noi ben addestrati.

Per essere temibili stroncavamo ogni opposizione,

neanche un santo era esentato da carota e bastone,

e se un grave peccato noi scoprivamo,

a causa delle loro stesse colpe, li ricattavamo.

Il nostro continuo spargere dolori e sofferenze

serviva, anche, al risveglio delle coscienze,

e con la promessa di un terreno paradiso,

a chi si sottometteva schiarivamo il viso.

Bastava dare pancia piena e divertimenti,

non chiedevano altro per essere contenti.

Tanta gente non si curava di Giustizia e Libertà


e accettava soprusi e prepotenze come normalità,


era sempre pronta a tradire il proprio amico

pur di avere un banale e possibile beneficio

e la scelta di diventar nostri schiavi

fu conveniente per una pavida massa d’ignavi.

Tutti con un prezzo maggiore o minore

pronti ad osannare un qualsiasi dittatore,

anche un demonio avrebbero servito

pur di sfamare il loro terreno appetito.

Le loro colpe e debolezze abbiamo sfruttato

per avere il comando di un gregge omologato,

poiché un branco di persone è più facile da guidare

quando nessuno in modo libero riesce a pensare,

idolatrando, più di tutto, noi Dei in terra

che azionavamo il meccanismo di questa guerra. -



La parola, infine, passa al Magistrato,

che così riassume ciò che è stato argomentato:

- Con delirio di onnipotenza e presunzione

voi imputati, torturaste il galantuomo e il mascalzone,

trasformando gli uomini in legnosi burattini,

pronti ad ubbidire unicamente ai vostri fini

Il perseguimento dei dichiarati scopi, seppur nobili,

non può mai giustificar l’uso di mezzi ignobili

e violare la psiche umana e bandire i sentimenti

non vi rende, al mio cospetto, innocenti.

Saranno i posteri a giudicare la Storia,

poiché di questi fatti rimarrà scritta memoria,

ma, oggi, dalle vittime Giustizia è reclamata

e la Legge della Vita va sempre rispettata.


Pertanto, sentenzia il Giudice, con un amaro sorriso,


siete colpevoli perché agli uomini l’anima avete ucciso,

con perversa strategia annientaste mente e cuore

ed è per questo che vi dichiaro assassini del Dio Amore. –

_



A tal punto lo scrittore esce di scena,

richiamato dalla melodia di una sirena,

non cerca applausi, caro e paziente lettore,

poiché, della Giustizia, è solo un sognatore.

di : SILVANA CATALANO

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