domenica 19 giugno 2011

Angherie e botte agli ambulanti sotto inchiesta dieci vigili urbani

Gli ambulanti extracomunitari li chiamano "i vigili della squadretta": erano già finiti nel ciclone delle polemiche dopo la morte di Noureddine Adnane, il marocchino che a febbraio si è dato fuoco, esasperato dai continui controlli, nonostante avesse un regolare permesso di soggiorno e tutte le licenze in regola. Adesso, è la Procura di Palermo a mettere sotto accusa i vigili della squadra amministrativa, dopo aver raccolto le testimonianze di una decina di ambulanti che lavorano nel centro città.

Venerdì, dieci fra agenti e ispettori della polizia municipale hanno ricevuto un avviso di garanzia, che è stato notificato dai carabinieri del nucleo Investigativo. Sono pesanti le accuse contestate dai pm Maurizio Agnello e Amelia Luise, nonché dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci: calunnia, lesioni, abuso d'ufficio, falso ideologico e materiale.

I racconti degli ambulanti convocati in Procura hanno aperto uno scenario inquietante, fatto di controlli esasperanti da parte dei vigili. E alcuni sequestri sarebbero stati abusivi, con tanto di verbali contraffatti. A denunciare non sono stati soltanto i connazionali marocchini di Noureddine, ma anche ambulanti che provengono da altre nazioni: Tunisia, Cina, Bangladesh. Nei mesi scorsi erano finiti loro sotto accusa, dopo alcuni blitz della Municipale. Qualcuno è anche imputato in tribunale, per aver venduto merce contraffatta.

Ma adesso la Procura sospetta che alcune accuse nei confronti degli immigrati sarebbero state costruite ad arte. È il caso denunciato da un marocchino: "Non ho mai venduto orologi, lo sanno tutti in via Ruggero Settimo - ha raccontato ai carabinieri - vendo solo ombrelli, ma nel verbale di sequestro sono stati segnati anche orologi. Mi dissero che se non mi sbrigavo a firmare il verbale, avrebbero chiamato il magistrato e mi avrebbero fatto arrestare. Fra quei vigili c'erano anche quelli che hanno controllato Noureddine".

Ma quale motivazione avrebbe spinto gli agenti accusati di essere infedeli? Di certo, anche solo un orologio patacca può trasformare il verbale da sanzione amministrativa ad imputazione di carattere penale. E in quest'ultimo caso, il cittadino straniero potrebbe pure rischiare l'espulsione. Forse, qualcuno mirava ad aumentare le statistiche della squadra, sperando di ottenere un premio dai superiori? O forse - ed è l'ipotesi più drammatica - qualcuno del gruppo sarebbe stato animato da motivazioni razziste?

I pm hanno già acquisito numerosi verbali. Agli ambulanti sono state mostrate anche delle fotografie di vigili, e i racconti si sono arricchiti di nuovi particolari. Da qui la decisione di emettere gli avvisi di garanzia, che potrebbero preludere a interrogatori o ad altri provvedimenti.

Al momento, l'inchiesta sulla morte di Noureddine resta in un altro fascicolo, "contro ignoti", ed è coordinata dal sostituto procuratore Gianluca De Leo e dall'aggiunto Maurizio Scalia, che procedono per l'ipotesi di istigazione al suicidio. Ma i punti di contatto fra i due filoni d'indagine sarebbero già diversi nel racconto di chi ha denunciato. Ecco perché la Procura sta facendo nuovi accertamenti.

Nei giorni della tragedia di Noureddine era arrivato anche il monito del presidente del Senato: "Sono sconvolto - aveva detto Renato Schifani - il sindaco apra al più presto un'indagine amministrativa". Ma nessuna indagine amministrativa è stata mai aperta dal Comune per verificare il comportamento della "squadretta".


(19 giugno 2011)
fonte: la Repubblica

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