martedì 28 giugno 2011

Le ferrovie cancellano la Sicilia

Negli annunci di Ferrovie dello Stato l’obiettivo del Piano Industriale 2011-2015 dovrà essere quello di arrivare a un fatturato di 10 miliardi/euro entro il 2015 con un volume di investimenti di circa 27 miliardi di euro. “Nei fatti, però – evidenzia il segretario della Cisl di Messina, Tonino Genovese – sancisce la linea del Gruppo, già avviata nel 2007, e cioè il risanamento e il riposizionamento degli investimenti societari finalizzati allo sviluppo e al rilancio competitivo con una logica unicamente nord-centrica che vede ogni progetto di efficienza del trasporto presente e futuro fermarsi al di sopra di Napoli. Alla Sicilia solo le briciole”.

La Cisl evidenzia come nel Piano Industriale presentato lo scorso 22 giugno la Sicilia non appaia in nessun programma di sviluppo, totalmente avulsa dal collegamento a lunga percorrenza con il resto del sistema paese. “Persino il progetto del corridoio 1 Berlino-Palermo – sottolinea Genovese – che è alla base delle scelte di costruzione del Ponte sullo Stretto, viene modificato abbandonando la fase finale del raddoppio della Messina-Palermo”. Si parla degli 80 chilometri mancanti da Patti a Cefalù, immolata all’alternativa velocizzazione della Catania-Palermo.

“Le poche briciole lasciate alla Sicilia, circa il 2% del totale degli investimenti programmati – continua ancora il segretario della Cisl di Messina – sono nell’ottica di un’effimera velocizzazione del Trasporto Regionale dove si strizza l’occhio a prossimi accordi con altre Imprese Ferroviarie in concessione e al potenziamento dei nodi metropolitani di Catania e Palermo”.

Nel nuovo Piano Industriale scompare la Lunga Percorrenza Passeggeri e il Servizio Notte giudicato non sostenibile perché fuori mercato e sostituito con l’integrazione di un sistema di trasporto regionale veloce della Sicilia con collegamenti di modello “Hube & Spoke” da Roma e Napoli verso Villa San Giovanni.

“Scomparirebbero – spiega ancora Genovese – tutti gli attuali collegamenti diretti per Milano, Torino e Venezia. Delle attuali 900 carrozze per la lunga percorrenza solo 300 verrebbero confermate, il tutto in linea con l’emissione del nuovo bando di gara nazionale per la gestione del servizio Trenitalia di accompagnamento notte, oggi gestito dalla società Servirail Wagons Lits, che vede una riduzione di oltre il 50% da dicembre delle vetture destinate ai treni notturni e della forza lavoro oggi impiegata”. Aspetto, quest’ultimo, che fa presagire un’altra problematica occupazionale nell’impianto messinese.

La Cisl di Messina sottolinea come tutto il resto degli investimenti è veicolato sull’alta velocità da Napoli a Milano, così come oltre 50% delle 41 pagine del Piano Industriale che non prende in considerazione, nemmeno per una riga, il segmento Navigazione. “Possiamo solo dedurre – afferma Genovese – che non rientri in nessun Piano Industriale del Gruppo FS”.

Nel Piano Industriale nemmeno una menzione nemmeno per il segmento gommato-pendolare che, sullo Stretto rappresenta un’attività lucrosa per i privati, rientra nel “core business” del piano industriale 2011-2015 del Gruppo FS così come non vi è traccia di Bluvia, che esce evidentemente ridimensionata dal taglio progettato della lunga percorrenza ferroviaria, e della nuova “Bluferries” che pur viene dalle stesse FS indicata a parole come una scommessa nel mercato del traghettamento gommato sullo stretto.

“Una conferma – continua Genovese – dell’esplicita intenzione del Gruppo di cedere a breve a terzi soggetti privati tutto il segmento di Navigazione oggi gestito dal vettore pubblico. In questo contesto, oltre a preoccuparci per i livelli occupazionali del settore, ci chiediamo per chi si sta progettando la nuova nave il cui arrivo è previsto entro 18 mesi (non citata nel piano industriale) e nelle mani di chi si vuol consegnare l’intero pacchetto, nuova flotta compresa, oggi del vettore pubblico?”

Ma le domande della Cisl di Messina non si fermano: “Quale sarà il futuro ruolo di RFI nel consorzio Metromare dove oggi detiene il 40% delle quote? La mole di interessi e gli appetiti che temiamo si stiano muovendo nella fetta di mercato del traghettamento, oggi patrimonio del vettore pubblico, sono secondi soltanto all’enorme e colpevole silenzio con cui la Politica cittadina sta passivamente permettendo al Gruppo FS di abbandonare questo territorio aprendo scenari preoccupanti e incerti e a pagarne le conseguenze saranno lavoratori e cittadini”.

fonte: AMnotizie.it

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