venerdì 30 ottobre 2009

Consegnato il Papello originale di Riina

Palermo. Una quarantina di fogli tra cui anche il “Papello” di Riina è il contenuto della carpetta che Massimo Ciancimino nel pomeriggio di oggi ha consegnato ai magistrati di Palermo Nino Di Matteo e Antonio Ingroia.

Ciancimino Junior stamattina si trovava in Tribunale per rendere dichiarazioni spontanee davanti ai giudici che lo stanno processando in appello per aver riciclato il patrimonio di suo padre. Dopo un’esposizione durata circa un’ora, in cui l’imputato ha reclamato e chiesto al giudice di avere un giusto processo, il figlio dell’ex sindaco di Palermo si è recato in Procura per consegnare le carte di suo padre che, finora, erano conservate in una cassetta di sicurezza della banca del Liechtenstein. 
Insieme al papello vi sarebbe anche una lettera scritta a penna da don Vito Ciancimino qualche anno dopo la strage di via D'Amelio. Dopo il suo arresto il politico democristiano si sarebbe sentito scavalcato nella trattativa che lui stesso aveva condotto con lo Stato. Questo lo portò a fare alcune considerazioni paragonando arditamente la sua posizione a quella del giudice Borsellino: entrambi, aveva scritto, erano stati traditi da persone ritenute vicine. In quel ’92 infatti, nel progetto di rinascita politica, il vecchio sindaco corleonese era stato “tagliato fuori” da Provenzano mentre Paolo Borsellino sarebbe stato ucciso grazie al "tradimento" di persone che avrebbe considerato amiche. Tutte le valutazioni del caso adesso spetteranno comunque ai magistrati che sulle nuove carte potranno avviare tutte le verifiche peritali. Ciancimino nel frattempo sidifende nel suo processo in abbreviato sull’affare della “Gas spa” (chesi sta svolgendo a porte chiuse) il quale gli ha procurato una condanna in primo grado a 5 anni e 8 mesi per riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Stamani, a fine udienza, ha dichiarato: “Nella mia vicenda processuale ci sono molti fatti strani: atti che non vengono trasmessi alla corte d'appello, intercettazioni divenute irrilevanti e non trascritte mentre secondo la mia difesa sono a me favorevoli”. “Io voglio essere condannato per quello che ho fatto e non per quello che non ho fatto". "Il processo di primo grado - ha aggiunto - è basato su una posizione pregiudiziale di colpevolezza nei miei confronti”. “Perché hanno processato soltanto me e invece non hanno mai chiesto niente ai miei fratelli?” “Sulle vicende di famiglia loro forse sapevano pure qualcosa ma l'obiettivo unico e principale ero io”. Ciancimino nei prossimi giorni comparirà nuovamente dinanzi al Collegio al quale leggerà alcuni stralci d’intercettazione ambientale che non erano stati depositati a processo.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/21096/78/

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