"Lasciateli, andate ora siete schiave di un ruolo, la vera libertà è quella che ho conquistato io". Un libro racconta la vita della Iuculano, moglie del capomafia Pino Rizzo
di Alessandra Ziniti
Da figlia di un noto imprenditore sognava di fare politica, da giovanissima moglie del boss gestiva i proventi del racket, adesso da pentita di mafia arrotonda facendo le pulizie e badando agli anziani. Oggi Carmela Iuculano, 36 anni e un passato tutto da riscattare, convinta cinque anni fa a collaborare dalle due figlie di 10 e 13 anni sconvolte dall´arresto di entrambi i genitori per mafia, chiede alle donne dei boss di cambiare vita. Dal luogo protetto dove vive con una nuova identità (ancora provvisoria) e un passato di fantasia, Carmela Iuculano lancia un appello a tutte le donne di mafia: «A chi vive accanto ad un mafioso voglio dire: "Andatevene, lasciateli, riprendetevi la vostra vita, adesso siete solo schiave di un ruolo, del dovere di essere buone mogli e buone madri, ma la vera libertà è quella che ho acquistato io, quella che mi ha permesso di regalare un futuro ai miei figli».
Daniela, oggi diciottenne prossima alla maturità, ha deciso di fare la criminologa, Serena, 15 anni, studentessa del liceo classico vuol fare il magistrato in Sicilia, e Federico, solo 7 anni, non parla neanche il siciliano e adora le macchinine di polizia e carabinieri. Anche lei, Carmela, la ormai ex moglie di Pino Rizzo, il boss di Cerda appena condannato all´ergastolo anche in appello sulla scorta delle sue dichiarazioni, ha potuto completare gli studi e ha preso il diploma discutendo una tesina su Falcone e Borsellino.
La Sicilia è ormai molto lontana per questa giovane donna coraggiosa che abbiamo incontrato in un luogo protetto sotto lo sguardo costante dei suoi angeli custodi che non l´abbandonano un istante e che costituiscono un po´ anche la sua famiglia. Un rapporto difficile con il padre, il "principe azzurro" della sua infanzia, alla scoperta del tradimento della madre, la classica fuitina a 16 anni con il rampollo di una famiglia dal cognome pesante fatta solo per far dispetto al padre, poi il matrimonio riparatore a 18 anni, tre figli, e ancora la depressione, l´alcolismo, l´anoressia per un ménage fatto di botte e tradimenti. Fino all´obbligo di diventare anche lei una donnaboss.
Carmela non ricorda volentieri il suo passato in Sicilia ma nella sua terra, dove è rimasta la sua famiglia che l´ha ripudiata bollandola come pazza, Carmela sogna un giorno di tornare: «Mi piacerebbe andare nelle scuole, parlare con i ragazzi, confrontarmi con loro su che cosa è la vera libertà. Purtroppo, forse la Sicilia non cambierà mai, questo mi fa rabbia. Perché anche chi non è affiliato, ha comportamenti mafiosi, omertosi e di copertura. In Sicilia gli uomini di mafia dicono di essere coraggiosi, ma sanno solo sparare ad un uomo alle spalle, perché poi il coraggio di fare la scelta che ho fatto io non ce l´hanno. Ma io non mi sento, non sono una donna-coraggio. Io piango, sono smarrita, ma guardo i miei figli e mi viene voglia di raccontare la mia storia per cercare di sradicare questa cultura».
La sua storia, intanto, questa giovane pentita di mafia l´ha affidata alla scrittrice Carla Cerati in un libro "La vera storia di Carmela Iuculano" edito da Marsilio. Lì, i suoi figli troveranno una lettera che non hanno mai letto. «È una lettera in cui chiedo loro scusa e perdono per averli costretti ad una vita difficile, ma allo stesso tempo li ringrazio. Loro mi hanno fatto crescere, se con il loro dolore e le loro lacrime non mi facevano vedere la realtà, io oggi non avrei saputo dare loro un futuro. So che mi hanno perdonato e mi hanno dato una seconda possibilità riponendo in me tutta la loro fiducia. Non dimenticherò mai quella sera in cui le bambine mi dissero: "Mamma, ammetti tutto, assumiti le tue responsabilità ma almeno staremo insieme". La grande piangeva ancora perché in classe l´insegnante non le aveva permesso di fare un tema sulla legalità, perché aveva i genitori in carcere per mafia. Ma non dimenticherò mai neanche il loro sorriso smarrito in macchina con la polizia quella notte in cui lasciammo la Sicilia».
Una nuova vita difficilissima per tutti, soprattutto per i bambini: «Mentire sempre, vivere con un nome e una storia fasulla e provare ad avere una vita normale. Non hanno mai fatto un errore, sanno che non devono mai dire a nessuno niente di noi. E naturalmente io vivo sempre con la paura che qualcuno ci scopra e dobbiamo andare via, ricominciare tutto daccapo in un altro posto e non so se avrei la forza. E poi ho un altro cruccio. Quello di non essere ancora riuscita ad avere una vita privata. Non riesco a fidarmi di nessuno».
(30 ottobre 2009)
http://palermo.repubblica.it/dettaglio/la-svolta-di-carmela-alle-donne-dei-mafiosi-dico-riprendetevi-la-vostra-vita/1764107
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