giovedì 2 dicembre 2010

I figli dei politici in coda per entrare nella spa regionale

Oltre centoventi assunzioni alle porte: la new economy alla siciliana sta per produrre una maxi-stabilizzazione senza concorso. Questo, almeno, è il rischio segnalato a più riprese da chi controlla i conti e la correttezza delle procedure di Sicilia e-servizi. Il ponte levatoio fra i soci privati che detengono la quota di minoranza dell'azienda e i malfermi organici di Mamma Regione è già stato calato. Ed è pronta ad approfittarne una pletora di dipendenti che hanno cognomi noti o parentele influenti, cui i partner della società - sensibili alle richieste della politica - negli ultimi anni non hanno negato un contratto a tempo determinato.

L'operazione si chiama "ripopolamento" ed è prevista negli accordi del 2005 fra la Regione e i soci di minoranza, che oggi sono la multinazionale Accenture ed Engineering, capeggiata dall'agrigentino Rosario Amodeo: si tratta, in pratica, del graduale trasferimento di personale alla Sicilia e-servizi, in vista di un'uscita degli stessi privati dal capitale azionario entro il 2013.

Una delibera adottata il 3 marzo dal cda della società (presidente è Emanuele Spampinato, fedelissimo di Raffaele Lombardo e candidato alle Regionali in una lista collegata all'Mpa) prevede l'ingresso in pianta definitiva nella spa di 124 dipendenti entro la fine dell'anno. Già in quell'occasione il collegio sindacale presieduto da Maria Sole Vizzini fece alcuni rilievi: per procedere all'assunzione di un numero così alto di impiegati in una società pubblica - osservarono i revisori dei conti - serve un piano industriale e "un organigramma dettagliato in cui vengano individuati i profili delle unità da reclutare".

Ma, soprattutto, bisogna fare pubbliche selezioni, così come ribadito dalla legge Brunetta per le assunzioni da effettuare in qualsiasi tipo di società partecipate da enti pubblici. Osservazioni ribadite più volte, che pongono un ostacolo alla semplice stabilizzazione di tecnici e amministrativi ingaggiati a tempo determinato, per chiamata diretta, da Sicilia e-servizi e dai soci privati. La lista nella quale si dovrebbe pescare conta 350 nomi. Quelli di ingegneri, tecnici specializzati e addetti a vario titolo: non mancano i solidi curriculum, abbondano amicizie e parentele politiche.

L'elenco, dal 2006 a oggi, si è gonfiato con uomini vicini all'Udc e Forza Italia prima, all'Mpa poi. E non mancano riferimenti del Pd. Nel foglio presenze di Sicilia e-servizi venture (società di scopo collegata all'azienda madre) c'è Giuseppe D'Orsi, figlio del presidente (autonomista) della Provincia di Agrigento, e Giuseppe Storniolo, figlio della responsabile del cerimoniale della presidenza della Regione. Entrambi risultano in attività "fuori sede".

La spa regionale, in questi anni, ha stipulato contratti a progetto con Giovanni Di Stefano, ex segretario dei giovani dell'Mpa, ma anche con Vincenzo Lo Monte, fratello di Carmelo, deputato della Colomba. Ma pure con Nicola Barbalace, consigliere comunale del Pd a Messina, con Deborah Civello, cognata del parlamentare del Pdl Francesco Scoma, con Nicola Calderone, ex collaboratore di Alemanno, e con Mario Parlavecchio, già dipendente regionale e cugino dell'omonimo deputato dell'Udc.

Nella lista c'è pure Urania Papatheu, ex commissario della Fiera di Messina. Ancora per la collegata Venture sono in organico Maria D'Aì, figlia del sindaco di Misilmeri (Pid) e Filippo Fraccone, consigliere comunale a Palermo passato dall'Udc all'Mpa. In Sicilia e-servizi lavora pure Pietro Cammarata, figlio del sindaco di Palermo, che però ha già un contratto a tempo indeterminato.

Non solo parenti di politici figurano, attualmente, nel foglio paga della spa e dei privati che ne fanno parte: non mancano parenti e amici di burocrati del dipartimento Bilancio e stretti congiunti di magistrati della Corte dei conti. Tutti, o quasi, in lista d'attesa per la grande infornata di fine anno. Giuseppe Sajeva, ad della società, frena: "Non abbiamo fatto ancora alcuna assunzione, osserveremo le indicazioni del collegio sindacale, di certo non violeremo la legge. Ma dovremo tenere conto anche delle esigenze di funzionalità della società. I legali sono al lavoro per trovare una soluzione. Una cosa è certa: ci rivolgeremo anche al mercato per il reclutamento delle figure necessarie. E non tutti i 350 attuali dipendenti transiteranno negli organici della spa regionale quando andranno via i partner privati. Se ciò avverrà - conclude Sajeva - io mi sarò già dimesso".


(01 dicembre 2010)
fonte: la Repubblica

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