giovedì 2 dicembre 2010

La moglie di Cesare e il marito di Anna

Mettiamo da parte i nomi e facciamo finta che l'incarico non sia stato assegnato dal manager che guida la Asp di Catania (uomo politicamente riferibile a Lombardo), alla Solsamb, una società privata il cui amministratore unico si chiama Melchiorre Fidelbo ed è il marito della capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro.

Dimentichiamoci pure che quel finanziamento venne inizialmente attribuito dal ministero della Sanità guidato - a quel tempo - da Livia Turco. Che appena due anni fa la Finocchiaro aveva sfidato proprio Raffaele Lombardo nella corsa alla presidenza della Regione. E che, oggi, il suo partito sostiene la giunta guidata dal leader Mpa. Esaminiamo il fatto nudo e crudo, senza aggettivi.

Dunque, la celebratissima riforma della sanità muove i primi passi e, tra le prime cose da mettere in piedi, ci sono proprio i Pta, i presidi territoriali di assistenza che dovrebbero rimpiazzare gli ospedali laddove questi verranno chiusi o declassati.

Si tratta di strutture comunque pubbliche e gestite dal pubblico, nelle quali - casomai - il privato può avere il compito di fornire servizi. Esattamente quello che avviene al Pta di Giarre dove ad una società privata viene affidato l'incarico di mettere in piedi il software per la gestione informatica del presidio e di formare il personale.

Il tutto per una cifra che, ad oggi, ammonta a 350 mila euro ma che - a seconda delle disponibilità finanziarie - negli anni a venire potrà arrivare a un milione 200 mila euro. Tutto deciso con una delibera firmata dal direttore generale della Asp che assegna una quota del finanziamento ministeriale ad una società privata che aveva presentato un progetto.

La prima domanda urge già a questo punto della storia: può un ente pubblico affidare un servizio attraverso una trattativa privata con l'unica azienda che si era fatta avanti? Non è, invece, in questi casi richiesta una gara pubblica a garanzia della trasparenza sulla corretta gestione del denaro dei cittadini? La domanda non è oziosa.

Da qui a qualche mese dovranno essere istituiti 45 Pta in tutta la Sicilia, dunque tutti i manager delle aziende sanitarie dovranno decidere come avviarli e a chi affidare servizi come la realizzazione dei software, la logistica, la formazione del personale. Saranno in ballo cifre ben più rilevanti, immaginiamo, di quelle necessarie in un comune di provincia come Giarre. Come sarà gestita questa massa di denaro? Con convenzioni firmate face to face o con procedure di evidenza pubblica?

L'assessore alla Sanità Massimo Russo, che è un ex magistrato, ha già detto che per l'avvio di queste strutture dovranno essere fatte delle gare. Se ne deduce che la strada seguita per l'assegnazione dei servizi di supporto al Pta di Giarre non è quella giusta. Se, in quel caso, ci sono stati profili di illegittimità lo stabiliranno gli ispettori che lo stesso Russo ha già deciso di inviare nel paese etneo.

Ma, intanto, davanti a questo scenario le parole pronunciate dal capogruppo del Pd all'Ars Antonello Cracolici - che ha evocato complotti e manovre - appaiono stonate e, di certo, non fanno premio al passato dello stesso Cracolici e alla storia dalla quale egli proviene. Un passato e una storia fatti anche di battaglie per la trasparenza nell'utilizzo del denaro pubblico.

Proprio partendo da quello di Cracolici è necessario, a questo punto, far rientrare in gioco i nomi che colorano questa vicenda e interrogarsi sul silenzio che su di essa ha fatto calare la politica. E' ovvio che nessuno può negare al dottor Melchiorre Fidelbo di svolgere la sua attività imprenditoriale per il solo fatto di essere marito di Anna Finocchiaro. Ma è altrettanto scontato che - in ossequio alla lezione sulla moglie di Cesare - proprio ai parenti di chi svolge un ruolo pubblico si chieda un supplemento di attenzione nel rispetto dell'etica pubblica.

C'è da stupirsi, infatti, se qualcuno storce il naso davanti a una procedura "anomala" che ha premiato proprio un congiunto di un esponente di rilievo del partito il quale - contravvenendo al mandato degli elettori - ha stretto un patto con chi governa e, dunque, decide l'andamento della macchina amministrativa?
Per i democratici la vicenda dell'appalto per il servizio sanitario territoriale di un paese della provincia di Catania rischia di diventare imbarazzante quanto l'inchiesta su mafia e politica che vede coinvolto il governatore al quale gli ex avversari oggi offrono sostegno politico e tecnici per la giunta.

Il caso dei presunti rapporti con i mafiosi riguarda pur sempre un alleato, Lombardo appunto, e la sua attività di raccolta del consenso. In questo caso, invece, siamo di fronte ad un concreto atto di governo amministrativo che sembra ripercorrere tristemente la storia della cattiva gestione della sanità in Sicilia: nessuna garanzia per la trasparenza e trattative privatissime per l'assegnazione di denaro pubblico.

Cose sulle quali toccherebbe al Pd chiedere chiarezza. Nonostante i nomi. Anzi, a prescindere dai nomi.


(01 dicembre 2010)
fonte:la Repubblica

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