Il presidente del Consiglio ha annunciato nelle ultime ore di avere acquisito quattro nuovi deputati. Silvano Moffa, diventato il leader del ritorno a casa, da giorni lascia intravedere la possibilità che il gruppo di parlamentari Mpa si stia trasferendo nel centrodestra, come ha fatto lui. Secondo alcuni il cerchio si chiuse. I quattro arrivi riferiti da Berlusconi dovrebbero essere quelli del Mpa.
Qualche perplessità è lecito coltivarla. Raffaele Lombardo è sottoposto a un pressing inaudito da destra e da sinistra, cerca di trovare equilibrio e misura, ma non è facile in una situazione così incandescente e fluida. Il Terzo Polo a guida Udc si muove con qualche difficoltà, Giampaolo D’Alia, leader Udc siciliano, in un’intervista ha affermato che l’Udc parla solo come Terzo polo. E il Mpa? Uscendo dall’incontro con il premier Lombardo ha rassicurato gli alleati democratici, resto nel terzo polo. E allora perché tutto questo rumore attorno al ritorno nel centrodestra degli autonomisti siciliani?
Potrebbe esserci, indubbiamente, un interesse specifico a mettere in giro la voce e creare problemi sia fra i centristi sia fra autonomisti e democratici che in Sicilia governano insieme ed hanno dato vita ad un esecutivo tecnico.
Il Parlamento è diventato un albergo a ore, gli annunci di Silvio Berlusconi sull’acquisizione di nuovi deputati sono incessanti. Cambiano i numeri, ma non la strategia “bilaterale”. Discute con le forze politiche del terzo polo ed insieme tenta di scippare loro dei parlamentari,a questo singolare trattamento non sembra impressionare alcuno. Arrivano i responsabili e se ne vanno i traditori, a quanto pare, una cosa davvero strana. Ciò che non persuade è l’anticipazione. Se vuoi scippare qualcosa a qualcuno non glielo fai sapere prima, specie se stai trattando con lui per arrivare a un patto.
La logica va a farsi friggere, ma anche le buone creanze sono un pallido ricordo. Che c’entra, direte, la politica con le buone creanze? Ed avete ragione, non c’entra niente, ma abbiamo riflessi condizionati dall’educazione familiare e ci pare assurdo che si mettano le mani in tasca, per così dire, a qualcuno per rubargli i deputati, ed insieme si tenti di persuaderlo a scendere a patti. A meno che gli strumenti scelti dal presidente del Consiglio per allargare la maggioranza non siano quelli “giusti”. Ci spieghiamo meglio. Il premier potrebbe essere convinto che occorre usare strumenti “forti” per ottenere quello che vuole, e si adegua di conseguenza.
Incomprensibile, semmai, l’atteggiamento di chi, ricevendo il trattamento Berlusconi, continua a mantenere vivo il dialogo.
fonte:SiciliaInformazioni.com
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