C’è chi può e chi non può. C’è chi può andare a Roma a chiedere e chi, invece, se lo fa torna con le pive nel sacco. Ci sono sindaci e parlamentari che se battono i pugni ottengono ciò che vogliono e altri che invece sono considerati, evidentemente, meno di zero. E pazienza se di mezzo ci sono morti, danni per centinaia di milioni di euro, pericoli incombenti. Messina si tiene le promesse e dunque le briciole, gli altri portano a casa i soldini. Ed è così che se da una parte il Governo va in soccorso del sindaco di Palermo Cammarata, togliendogli le castagne dal fuoco con 45 milioni che lo aiuteranno a salvare i buchi della Gesip (la società di Gestione Servizi Impianti Pubblici Palermo), dall’altro per Messina, per i territori alluvionati del capoluogo e della provincia, la casella dice ancora “zero”. Nonostante proclami e annunci che tali sono rimasti.
L’ennesimo schiaffo, l’ennesima beffa. «Il governo nazionale – evidenzia il deputato regionale del Pd Filippo Panarello - nel giro di pochi giorni ha accolto la richiesta del sindaco Cammarata e ha destinato 45 milioni dei fondi Fas per la società comunale Gesip di Palermo, ma continua ad ignorare un’emergenza ben più grave come quella dei comuni del messinese: dopo otto mesi dal prolungamento dello stato di calamità, infatti, non sono ancora state finanziate le ordinanze di protezione civile per Giampilieri e i comuni alluvionati, e per San Fratello e i centri dei Nebrodi interessati da dissesto idrogeologico».
Panarello chiedo al presidente della Regione Raffaele Lombardo «di riferire all’Ars sull’esito dei contatti con il governo nazionale per svincolare la quota di fondi Fas necessaria per la ricostruzione e la messa in sicurezza dei territori colpiti, l’assistenza alla popolazione, e il risarcimento ai cittadini le cui abitazioni hanno subito danni. Fino ad ora il governo nazionale ha dimostrato una evidente e inaccettabile disparità di trattamento tra le diverse regioni (Liguria e Veneto rispetto alla Sicilia), ora, dopo l’intervento su Palermo appare ancora più evidente che quella di Messina e della sua provincia viene considerata una ‘emergenza di serie B’. Mi auguro che il sindaco Giuseppe Buzzanca e il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, che oltre un mese fa in occasione del Giro d’Italia hanno fatto sapere di aver avuto dal ministro Fitto rassicurazioni su un tempestivo intervento da parte del governo nazionale, trovino il modo di esprimere il disagio e l’indignazione delle popolazioni alluvionate, la rabbia dei sindaci e dei comitati popolari, e facciano valere le ragioni della città e della provincia di Messina». Anche perché delle rassicurazioni i messinesi non sanno più che farsene.
fonte: tempostretto
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