Antonio e Rosalia hanno 81 anni, Giovanni 74: sono anziani e non autosufficienti, senza una famiglia che li accudisca o si occupi di loro. Fino ad oggi sono stati ospitati presso una delle strutture convenzionate col comune di Palermo, l’Opera pia Telesino-Ardizzone, ma lo scorso settembre hanno ricevuto una lettera dall’amministrazione il cui contenuto era più o meno questo: il Comune non ha più soldi, d’ora in poi sarai tu a doverti pagare la retta e se non ci riesci arrangiati.
Sembra una storia paradossale, ma è quello che è successo anche ad altri 300 anziani come loro, ospitati in diverse strutture della città e per i quali la pubblica amministrazione pagava la retta che ammonta, di base, a 35 euro al giorno. Pagava per modo di dire, dal momento che le cifre del 2009 sono state ottenute solo a forza di decreti ingiuntivi mentre mancano all’appello 11 mesi del 2010 e il 2011. Sala delle Lapidi, in occasione dell’ultimo bilancio, a fronte di una richiesta dell’assessore alle Attività sociali di 3,5 milioni non ha previsto nemmeno un euro.
“La verità è che al comune non importa nulla del sociale – dice Filippo Parrino della Legacoop – non è vero che mancano i soldi, tant’è che per il Festino li hanno trovati. La verità è che da anziani e disabili non possono prendere voti, ma a settembre anche il sociale scenderà in piazza a rivoltare i cassonetti. E lì Palermo si renderà conto dell’emergenza in cui viviamo. Daremo battaglia anche per l’assestamento di bilancio”.
Già perché, oltre agli anziani, tra i dimenticati dall’amministrazione Cammarata ci sono anche 45 disabili psichici, anch’essi ospitati presso sei strutture cittadine ormai al collasso, che a settembre hanno ricevuto una lettera simile. “Ad oggi per i disabili ci sono solo sei strutture, altre cinque hanno chiuso”, dice sconfortato il presidente del Corecaf Salvatore Sciortino. “Il problema è che queste persone o non hanno una famiglia alle spalle oppure c’è, ma non può occuparsi di loro”. Luigi Baratta, presidente della cooperativa Azione sociale che gestisce le strutture di via del Quarnaro e di via Rallo, ammette che “non ce la facciamo più ad andare avanti a forza di scoperture bancarie, il problema è che questa gente è sola e non la difende nessuno. Ne ospitiamo 20, ma il comune deve darci ancora 500.000 euro”. La retta di un disabile è molto più alta, circa 2.000 euro al mese, ma bisogna considerare che nel costo è compreso anche il personale che, in alcuni casi, non riceve lo stipendio da mesi e non sa più come andare avanti. Fra Palermo e provincia, si stima un indotto di circa 20.000 persone.
Per i disabili psichici il Consiglio ha deciso di allargare i cordoni della borsa, ma non troppo: a fronte di una richiesta di 1,3 milioni ne ha previsti solo 700.000 di cui 500.000 dal consuntivo del 2010, che va ancora approvato, e altri 200.000 dal Festino poi rimpinguato con il fondo di riserva. “Ma questi soldi non ci sono ancora arrivati – dice Domenico Sgarlata, consulente di alcune cooperative – prima va fatto anche il Piano economico gestionale e solo dopo li riceveremo. Nel 2009 e nel 2010, per i disabili, il Comune ci ha semplicemente girato dei fondi regionali, niente di più, e a settembre ci è arrivata la lettera del dirigente del comune che annuncia la sospensione dei trasferimenti”. Il Comune se ne lava le mani, insomma, ma la domanda cresce. Tra disabili e anziani erano in 350 i soggetti a carico del comune, ma potrebbero essere molti di più se il Comune non avesse bloccato i ricoveri nel 2007.
“Il Comune ha scritto che non avendo soldi non può rinnovare la convenzione – dice Mario Taccetta, presidente dell’Opera Telesino che ospita 28 anziani – ma in realtà non l’ha mai revocata ufficialmente e noi andiamo avanti a furia di decreti. Fino ad oggi siamo riusciti a pagare gli stipendi al personale, ma se va avanti così se ce la faremo. Ma essendo noi un ente pubblico non possiamo mandarli in mezzo alla strada, finiremmo in galera per interruzione di servizio, anche se il Comune non si è fatto alcuno scrupolo a dirci di sbatterli fuori”.
fonte:Livesicilia
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