Fas, nuovo capitolo della vergognosa telenovela, forse il peggiore, di sicuro il più esemplare. Stavolta a fare le scarpe alla Sicilia non ci sono i leghisti brutti e cattivi di mezzo, né il nemico storico del Sud, Giulio Tremonti, ma gente di casa, siciliani in carne e ossa.
E’ stata infatti una questione di famiglia, fra siciliani, quella che ha visto la Sicilia perdente e i Fondi per le aree sottosviluppate, ancora una volta fermi a Roma. A votare contro l’arrivo delle risorse sono stati Pdl, Lega e Forza del Sud, determinante in questa circostanza grazie alla presenza di due senatori in Commissione bilancio del Senato.
La notizia è vecchia di qualche giorno, ma è stata raccontata piuttosto malamente, e non ci si è capito quasi niente, sicché è come se fosse nuova. A darle rilievo, infatti, non è il nuovo stop, perché sarebbe l’ennesimo, ma la incredibile circostanza che ad alzare la paletta rossa ed impedire il trasferimento delle risorse sono stati due senatori dei Forza del Sud, Salvo Fleres, di Catania, e Mario Ferrara, i quali hanno votato contro un emendamento presentato dai senatori Giovanni Pistorio e Giampiero D’Alia, Mpa il primo e Udc il secondo, accolto dal Pd.
Se fosse stato approvato, l’emendamento avrebbe consentito alla Regione siciliana di utilizzare il 25 per cento del Fas, 650 milioni di euro, per pagare il mutuo acceso dal governo per mettersi alla pari con le spese sanitarie, che vede la Sicilia – una volta tanto, con le carte in regola grazie ad una manovra di contenimento delle spese ed una ristrutturazione del comparto. Salvo Fleres ha giustificato il voto negativo dei senatori forzisti in Commissione bilancio con le motivazioni che sono state usate in altre circostanze dal Ministro per l’Economia e quanti hanno sbarrato il passo ai Fas. Devono servire per colmare il gap strutturale e infrastrutturale del Sud e non per pagare i debiti “provocati da manager sanitari incapaci e da un governo regionale che ha bloccato lo sviluppo”.
Il ragionamento fila, indubbiamente. Se Fleres avesse trascorso gli ultimi tre anni, più o meno, sulla luna, avrebbe perfettamente ragione. Il fatto è che la deroga all’uso dei Fondi Fas in deroga è stata concessa in altre circostanze, e in alcuni casi, le risorse destinate alla Sicilia sono state addirittura usate per pagare le multe delle quote latte degli imprenditori lumbard. Ma c’è dell’altro, con la manovra di contenimento del governo, approvata da Palazzo Madama, la Sicilia subirà “un taglio selvaggio dei trasferimenti”, come ha spiegato Giampiero D’Alia, il quale – tra l’altro- ha detto fuori dai denti, che il voto negativo di Fds costituisce “un vero e proprio crimine nei confronti della Sicilia, perché tenta di fare saltare il bilancio della regione soltanto per un atto gratuito di ritorsione politica di Berlusconi”.
Fleres, secondo D’Alia, dunque avrebbe ricevuto un mandato, votando contro l’emendamento, punire gli avversari politici siciliani, tenendoli a pane e acqua e forse nemmeno questo per come si stanno mettendo le cose. Può darsi che non sia stato Berlusconi a dare l’ordine, visto che Fleres e Ferrara appartengono a Forza del Sud, il partito meridionalista nato per volontà di Gianfranco Miccichè, di sicuro, tuttavia, la motivazione è “politica”, cioè sta dentro lo scontro di partito in Sicilia, che vede i forzisti all’opposizione del governo Lombardo. “Sarebbe stato sbagliato”, chiarisce infatti Fleres, “assecondare l’emendamento dell’Mpa, volto a coprire con i fondi Fas gli errori della politica sanitaria del governo Lombardo e dell’assessore Russo, che solo se avesse voluto, avrebbe potuto confrontarsi su questo tema con il Parlamento siciliano non più di due giorni fa e invece ha preferito sfuggire alle proprie responsabilità politiche grazie ad un artifizio dell’Aula”.
Le motivazioni, a questo punto, sono inequivocabili. I forzisti di Miccichè hanno portato a Roma la loro guerra a Lombardo, impedendo l’uso di 650 milioni di euro per ripianare il bilancio “sanitario”. Fleres, addirittura, spiega il suo “no” e quello del suo collega Ferrara, come una risposta dovuta alla decisione del governo siciliano di sottrarsi al dibattito d’Aula sulla sanità, che era stato richiesto dalle opposizioni con una mozione di censura nei confronti dell’assessore Russo e non per un confronto nel merito delle questioni sanitarie.
Ma questi elementi sono marginali rispetto al livello dello scontro politico e le vette raggiunte dal cinismo dei protagonisti dello scontro. L’episodio dimostra che i ritardi nell’arrivo dei Fondi Fas in Sicilia non sono determinati dall’antimeridionalismo di Tremonti e dal dominio leghista, ma dal meridionalissimo neo Forza del Sud.
La vicenda assume caratteri grotteschi se si tiene in considerazione il fatto che il leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè, denuncia da anni le scorrettezze del governo nazionale sui fondi Fas al Cipe, organismo in cui rappresenta Berlusconi come sottosegretario.
Questi signori, lo avrete capito, non ci rimettono niente per il “no” al trasferimento delle risorse. Per loro è una partita a carte scoperte, devono battere l’avversario per impedirgli di gestire le risorse e governo con dignità la Sicilia. Non si pongono nemmeno il problema di ciò che significa in termini di servizi sanitari, o altro, non dati all’Isola.
fonte.SiciliaInformazioni.com
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Serve a qualcosa commentare un atto di un comportamento più organico in un contesto diretto da Miccichè ? Abbiamo una sola speranza informarmando la gente, e lo facciamo continuamente, che rimane quello di svegliare le coscienze dei Siciliani.
RispondiEliminaI storia dei fondi fas è soltanto uno dei tanti segnali posti in essere da quattro leccaculo al servizio di Berlusconi e compagni : la gente di sempre che venderebbe il culo della madre per rimanere a galla come autentici stronzi, perpetuando il sempre che si ripete sulla pelle di questa Terra. Miccichè, Fleres e compagni, gente che non sputerei in faccia per non onorarli dello sputo di un Siciliano Indipendentista, piccoli uomini che, se guardati attentamente, suscitano il pianto, talora un senso di generosa pietà.