Era il capo della Squadra mobile e stava indagando sul narcotraffico e sul riciclaggio. Aveva colto, tra i primi, la pericolosità dei Corleonesi
Fu tra i primi investigatori a intuire la pericolosità del clan dei Corleonesi e a seguire le piste del traffico di droga tra la Sicilia e gli Usa e del riciclaggio dei narcodollari.
A trentadue anni dalla morte di Boris Giuliano, Palermo si ferma a ricordare il capo della mobile. Davanti alla lapide a lui dedicata, a ridosso del bar Lux di via Francesco Paolo Di Blasi, il prefetto Umberto Postiglione, il questore Nicola Zito ed il sindaco Diego Cammarata hanno deposto corone di fiori. Presenti anche i familiari di Giuliano.
Boris Giuliano, che ricoprì l'incarico di vicequestore e capo della Squadra mobile di Palermo, venne ucciso da Leoluca Bagarella che gli sparò nel bar sotto casa, dove abitualmente il superpoliziotto faceva colazione prima di recarsi negli uffici della Squadra mobile.
fonte: la Repubblica
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