“In questo triste anniversario ho deciso di intraprendere la strada della coscienza, un percorso di consapevolezza diretto ai leader di tutti i Paesi europei. Agisco da cittadina europea, che si sente libera di chiedere direttamente a chi governa altri Paesi della Federazione di prestare la propria attenzione a questo problema che affligge tutto il mondo”. E’ uno dei passaggi della lettera che Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, scomparsa da Mazara l’1 settembre 2004, scrive ai capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Unione europea. Nella lettera, tradotta anche in inglese, Piera Maggio chiede alle autorità europee di costituire una task force internazionale per le ricerche dei minori scomparsi e l’aiuto alle loro famiglie e l’individuazione di linee guida e iniziative internazionali in collaborazione con i media, in modo da contrapporsi ai rapimenti di bambini. Maggio aggiunge: ‘Molte persone sono convinte che io sia alla ricerca di qualcosa di speciale e straordinario per una bambina, mia figlia, che è come tante altre. La mia bimba è speciale per me, che sono sua madre, così come per voi sono speciali i vostri figli. Che differenza può esistere nel dolore che prova una madre italiana nel perdere un figlio rispetto a quello di una madre che vive in Germania nella stessa situazione? L’incubo di smarrire le tracce del proprio figlio vissuto dai genitori di un bambino spagnolo rapito rappresenta la stessa drammatica angoscia dei genitori di un bambino della Danimarca. Ma se tutti questi bambini sono speciali per i loro genitori, allora significa che in Europa ci sono migliaia di bambini veramente speciali che hanno bisogno urgente del vostro aiuto”.
“Se mi vedete sopraffatta dalla stanchezza e credete che una madre possa rassegnarsi ad un destino di ingiustizia sappiate che voi vedete solamente il deperimento del mio corpo materiale: non è cambiato nulla nel vigore e nella forza che ho nell’anima e cercherò mia figlia finché avrò vita”. Lo scrive ancora Piera Maggio, nella lettera ai capi di Stato e di Governo dei Paesi dell’Unione europea. “Mai nessuno – aggiunge – potrà farmi desistere dal principio di ricerca della verità e della trasparenza che oggi spesso manca nel quadro di indagine. Ho il cuore sofferente per fatti negativi e per aspetti non chiari di tutta la vicenda e sono addolorata per il corso della giustizia che non completando il suo ciclo lascia nelle mie mani al posto di una figlia solo un numero di pratica. Non posso accettare che la burocrazia e la mancanza di una strategia di insieme possano col tempo affievolire la fiamma della speranza negli animi delle persone che credono che Denise è viva”.
fonte : Livesicilia
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