lunedì 27 settembre 2010

Il governo Lombardo, laboratorio del nulla

Adesso che il quarto governo Lombardo ha visto finalmente la luce - dopo una lunga e assai complicata gestazione - vale la pena porsi alcune semplici domande. Sul suo significato politico, certo, sulla sua composizione, naturalmente, ma soprattutto sugli effetti che esso avrà sul futuro prossimo venturo della Sicilia.

Il Lombardo-quater è un piccolo capolavoro di chirurgia politica sperimentale. Lo sosterranno un pezzo del fu Pdl-Sicilia di Micciché (che a sua volta era nato dalla scissione del Pdl), insieme alla fazione non cuffariana dell'Udc, l'Mpa di Lombardo come è ovvio e persino - vera novità assoluta - quel Partito democratico che appena due anni fa aveva combattuto l'attuale governatore come uno spregiudicato burattinaio del clientelismo e oggi si profonde in pubblici elogi dell'esecutivo appena nato. Verba volant, non è vero onorevole Lupo? Non è vero, senatrice Finocchiaro?

Man mano che si allunga la lista dei partiti che si sono frantumati, scissi o spaccati dopo essersi avvicinati a Lombardo, appare sempre più chiaro che il vero dominatore della scena politica siciliana è proprio lui, il governatore. Lo dimostra, del resto, la composizione di questo governo. Un governo di tecnici, è stato definito.

Ma chi sono questi tecnici? Prendiamone qualcuno a caso, per capire le contorsioni del Pd. L'avvocato Gaetano Armao, per esempio, contro il quale il Pd aveva presentato una mozione di sfiducia per palese conflitto d'interesse nella vicenda miliardaria dei termovalorizzatori.

L'aveva indicato a suo tempo il gruppo di Micciché, ma poi Armao è passato al servizio di Lombardo ed è diventato l'eminenza grigia di Palazzo d'Orleans. Con il beneplacito del Pd, che ormai manda giù un rospo dietro l'altro. Altri tre - Pier Carmelo Russo, Mario Centorrino e Marco Venturi - dovrebbero segnare con la loro presenza l'ingresso del Pd nel governo regionale. Eppure c'erano già nel Lombardo-ter (del quale, ufficialmente, il Pd era oppositore) e Venturi persino nel governo precedente, sostenuto da una maggioranza Pdl-Mpa-Udc: dobbiamo pensare che allora era un infiltrato, o che il Pd ha scoperto solo adesso le sue qualità?

La verità è che gli assessori "tecnici" sono la soluzione ideale, per Lombardo, che così si libera definitivamente dei politici e non trova più concorrenti quando si dedica alla principale delle sue attività: l'occupazione del potere. Nemmeno un ex pm come Massimo Russo ha saputo fermarlo, quando ha dovuto compilare gli organigrammi delle aziende sanitarie e ospedaliere con i nomi dettati da "Arraffaele": perché mai dovrebbero riuscirci gli altri?

Ma veniamo alla domanda principale. Perché questo governo dovrebbe essere diverso dagli altri tre che lo hanno preceduto? Perché farà "riforme radicali", ha proclamato il governatore. Anzi, cambierà il volto di una Regione "inefficiente e parassitaria". Belle parole. Magnifiche, anzi. Ma ormai sono due anni che Lombardo ci ripete questa tiritera. Dove sono le riforme? Qualcuno si è accorto che il servizio sanitario è diventato più efficiente e più moderno, in Sicilia? Qualcuno ha sentito parlare di un piano per uscire dall'emergenza rifiuti, in vista dell'ormai imminente saturazione della discarica di Palermo? Qualcuno ha notizia dei nuovi impianti fotovoltaici, di cui si era innamorato il governatore? Qualcuno ha constatato una maggiore rapidità della burocrazia regionale? No, perché nulla è stato fatto. Nulla di nulla. Parole tante, fatti zero.

Lombardo si occupa delle nomine ed è ossessionato dalla ricerca di nuovi tasselli per il suo mosaico del potere. Del resto non sembra importargli granché. Lui si lamenta del mancato arrivo dei fondi Fas (ma li ha chiesti davvero, a Berlusconi, quando ha bussato a Palazzo Grazioli?). Però di soldi ne sono arrivati tanti, in Sicilia, negli ultimi dieci anni. Otto miliardi e mezzo di euro: in lire, per avere un'idea, sarebbero stati sedicimila miliardi. Questa impressionante quantità di denaro è stata spesa, sulla carta, per modernizzare i trasporti ferroviari, rendere efficiente l'assistenza sanitaria, completare la rete idrica, promuovere le energie rinnovabili e rilanciare il turismo. Sulla carta.

Perché in realtà, come ha documentato su queste pagine Antonio Fraschilla - e come ogni siciliano può constatare nella sua esperienza quotidiana - questi soldi sono stati gettati al vento. E anche Lombardo, che ha governato la Sicilia negli ultimi due anni, ha fatto la sua parte.
Ecco perché manteniamo un motivato scetticismo, anzi una ferrea diffidenza, quando gli sentiamo annunciare riforme rivoluzionarie e novità mirabolanti. Se poi qualcuno vuol credergli, o far finta di credergli, faccia pure.

fonte : la Repubblica

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