mercoledì 18 agosto 2010

E I LUMBARD CI FREGANO ALTRI 250 MILIONI DI EURO ALL' ANNO ! LOMBARDO, SE CI SEI BATTI UN COLPO ...

Pochi mesi e del Banco di Sicilia non sentiremo nemmeno l’odore. Rimarrà in piedi la Fondazione del Banco di Sicilia, a testimoniare che il Banco c’è stato ed ha fatto la sua parte, nel bene e nel male. La Regione perderà 250 milioni di euro, come mancato introito di imposte che il Banco, con sede a Palermo, conferiva alla Regione come sostituto d’imposta. Queste risorse verranno trasferite al Nord, dove ha sede Unicredit, che ha costituito la grande banca unica, smantellando le altre sigle. E il Banco di Sicilia, totalmente nelle mani di Unicredit, era diventato nient’altro che una sigla.

La sorte del Banco fu decisa dodici anni or sono circa. Prima sparì la cassa di Risparmio, affidata al Bds, poi il Bds passò di mano in mano da un padrone all’altro fino ad approdare ad Unicredit. Nel frattempo le risorse regionali sono diventate pressocché simboliche. Non solo una sconfitta, ma uno scippo decretato da coloro che hanno fatto le carte all’inizio degli anni novanta, in concomitanza con Tangentopoli, le stragi e i funerali della Prima repubblica, a riprova che la rivoluzione – quella vera- non è stata la scomparsa dei partiti tradizionali (che hanno riciclato tanti leaders della Prima repubblica), ma quella finanziaria e bancaria, che ha modificato totalmente la mappa del potere economico. Muoiono le banche meridionali, diventa marginale il ruolo del “padronato industriale” e, di conseguenza, quello del sindacato.

La sorte del Bds, dunque, è segnata già dieci anni or sono. Il trasferimento delle risorse dalla Sicilia alla Lombardia costituisce la sua coda velenosa, un “insulto” verso la Sicilia depredata dei suoi istituti di credito.

I games della finanza italiana non sono conclusi. Alcuni mesi or sono furono annunciate iniziative che avrebbero dovuto decollare nell’Isola da lì a poco, il banchiere siciliano Micciché annunciò l’iniziativa della Banca Intesa San Paolo, la nascita di Intesa Sicilia.

In concomitanza con questo annuncio, arrivò il progetto del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, della Banca del Sud, sulla quale furono in molti ad interrogarsi come fosse un oggetto misterioso. Una nuova idea di finanza creativa? Una Cassa per il Mezzogiorno in forma riveduta e corretta? A che cosa sarebbe servita e fino a che punto avrebbe aiutato l’impresa?

Ora tutto tace. La crisi economica? La crisi di governo latente?

È possibile che ne risentiremo parlare presto se si andrà al voto in tempi brevi, come appare probabile. Avremo l’ennesimo annuncio di un piano per il Mezzogiorno, della Banca del Sud e tanto altro.

Carburante per il consenso.

Per intanto incassiamo la nuova sconfitta, subita in silenzio, dell’Unicredit che tratta il Bds come una qualsiasi altra bancarella di sua proprietà e porta in Lombardia i soldi delle tasse finora conferiti alla Regione siciliana.

fonte : SiciliaInformazioni.com

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