Alla fine resta quel po’ di amaro in bocca. Zanzaronate, iperboli, sogni e attese. E poi? Bè, insomma, poi c’è Berlusconi che accarezza paternamente la zazzera di Miccichè. Gli fa il ganascino sulla guancia, come Calboni con Fantozzi, e gli dice: “Caro, ne riparliamo a settembre”. Ecco, Gianfranco, non è una bocciatura. Però, però… Ma come, partisti a petto in fuori e tornasti senza niente? Magari, bocciato no, dicevamo. Ma rimandato sì. A settembre. Appunto.
E c’era bisogno del viaggio? Non bastava una telefonata, un sms un telegramma. Non bastava che una sera l’annunciatrice di Canale Cinque leggesse il proclama: “Stasera l’ultima puntata di “Torna a casa Lassie”. Scusate (ehm, ehm) messaggio per Gianfranco Miccichè: tu torna a settembre, carino”.
Certo, la giornata di ieri era convulsa. Da Caliendo al calando del governo. Certo, l’agenda di Silvio anche oggi sarà stata pienuccia. Capiamo tutto. Tuttavia, non sappiamo rassegnarci. Siete andati via così tu e Silvio come in una canzone di Baglioni, di schiena? Non c’è stato nemmeno il tempo per una foto col telefonino? Per una schiticchiata con Poldo-Bondi? C’è da rifletterci su quel “torna a settembre”. Gianfranco Miccichè trattato da Berlusconi come un Capezzone qualsiasi. Cioè, come nessuno
fonte : Livesicilia
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento