venerdì 29 ottobre 2010

I lavoratori dell’ODA sono pronti ad assumersi direttamente le responsabilità che derivano dalla gestione dei servizi di riabilitazione

Siamo pronti a difendere l’onore di chi ha onore. Sappiamo che non si può diffamare la putrida coscienza di uomini senza onore: parlare della loro bassezza, dei loro maneggi, delle loro incapacità è semplicemente schierarsi dalla parte degli onesti. I farabutti, i disonesti, gli spergiuri, i sepolcri imbiancati erano e restano i nostri principali nemici, perchè sono i nemici del bene comune e della collettività, perchè sono i nemici degli umili e dei sofferenti, perchè sono i nemici dei semplici e dei puri di cuore.
Non abbiamo la pretesa di sostituirci nè ai tribunali dello Stato, che volta a volta valuteranno e puniranno le fattispecie di reato che denunceremo senza ipocrisia, nè al Tribunale dell’Altissimo, davanti a cui si presenteranno tremando e balbettando, dimentichi forse che i cavilli e i raggiri non trovano udienza davanti alla Verità. Sovvengano loro le parole del sommo poeta “Non isperate mai veder lo cielo: / i’ vegno per menarvi a l’altra riva / ne le tenebre etterne, in caldo e ‘n gelo.”
Oggi siamo finalmente consapevoli, che i servizi di riabilitazione che si erogano presso i Centri di Riabilitazione ODA e di cui godono numerosissime famiglie della nostra comunità non appartengono all’Opera Diocesana Assistenza o alla neoFondazione. Sanità Privata Convenzionata vuole semplicemente dire, che i servizi vengono affidati a privati, ma appartengono alla Regione Siciliana e pertanto ai cittadini di questa regione e in definitiva a tutti noi. Il Privato, semmai, si assume un onere di cui deve dare conto alla collettività: l’onere di ben amministrare! Ecco il punto su cui non si può transigere. Sarebbe troppo facile prendere i soldi pubblici e scappare, lasciando nella disperazione migliaia di famiglie di lavoratori e di utenti. E allora la collettività tutta – i contribuenti che si attendono un ritorno in servizi di qualità – chiede a gran voce di sapere se i servizi di riabilitazione prestati dalle strutture ODA sono in pericolo e se pericolo c’è, chiede di conoscere le responsabilità.
Le professionalità presenti all’interno dei Centri di Riabilitazione, gli utenti dei Centri di Riabilitazione e le loro famiglie possono anche fare a meno dell’ODA, ma non possono fare a meno di quei servizi di riabilitazione che la Regione Siciliana, interpretando un bisogno autentico della collettività regionale e finalizzando denaro pubblico, finanzia.
E’ arrivato il momento di chiedere un incontro, e alcuni precedenti in altre Regioni italiane ce ne danno titolo, con i rappresentanti istituzionali. Un incontro diretto, non una richiesta di mediazione. Un incontro che ponga al centro del confronto la necessità di salvaguardare le qualità professionali di tutti noi lavoratori nella riabilitazione e la dignità dei nostri utenti e delle loro famiglie.
La comunità può anche fare a meno dell’ODA ma non di tutti noi.
Ecco il nuovo punto di partenza: non siamo più disponibili a bizantinismi che occultano la verità e lasciano tutti noi in una condizione di indegna sudditanza.
L’Assemblea Permanente dei Lavoratori dell’ODA è pronta ad assumersi direttamente le responsabilità che derivano dalla gestione dei servizi di riabilitazione affidati, fino ad oggi, all’Opera Diocesana Assistenza di Catania o alla neo Fondazione.

1 commento:

  1. i centri riabilitazione in SICILIA sono serviti per fare arricchire pseudo normali a scapito di diversamente abili.....fuori i comitati d'affari e massoni dai centri di riabilitazione che grazie al senso civico di chi ci lavora hanno dato assistenza a chi non ha voce......anch'io dipendente di un centro di riabilitazione aspetto tre mesi di stipendio

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