sabato 30 ottobre 2010

Regione Sicilia, la segretaria d'oro. Busta paga da 200.000 euro l'anno

Può un dipendente di un gruppo parlamentare guadagnare più del deputato che assiste? All'Assemblea regionale sì. La mega busta paga da 190.306,60 euro lordi all'anno di una segretaria presto sarà sul tavolo del presidente Francesco Cascio che, dopo il buco da oltre 500 mila euro che si è registrato all'Udc per gli stipendi dei dipendenti e la richiesta da parte di quasi tutti gruppi di ripianare perdite per oltre un milione di euro, ha avviato un monitoraggio per conoscere nel dettaglio la spesa per i collaboratori.

E le sorprese non mancheranno perché tra i 78 assunti a tempo determinato (ai quali occorre aggiungere una quarantina di altri contratti a tempo) ci sono almeno sei buste paga che superano i 100 mila euro lordi all'anno. "Si tratta di privilegi che riguardano situazioni passate, vecchi contratti di persone vicine alla pensione, posso assicurare che queste cifre nei gruppi all'Ars non ci saranno più", dice il presidente dell'Ars che, dopo l'assunzione dei 78 avvenuta nel 2006 (e tra questi ci sono deputati stessi, figli di ex deputati, ex sindaci o assistenti attuali di ministri), esclude nuove assunzioni.

Di certo c'è che tra i dipendenti dei gruppi, personale che lavora al seguito di questo o quel deputato, c'è chi guadagna più di un onorevole. È il caso di una dipendente del Pdl, che costa al gruppo 190.306 euro all'anno. Ma come si arriva a questa cifra così elevata, visto che il contratto collettivo dei lavoratori dei gruppi prevede sì 15 mensilità, l'incremento del 10 per cento della busta paga ogni due anni e diverse indennità, ma non prevede certo queste cifre, dal momento che la paga media non supera i 50 mila euro lordi? Semplice: il rapporto tra dipendenti e gruppo è di natura privata e il capogruppo può, anche con elevata discrezionalità, riconoscere scatti, incrementi e premi. E il capogruppo che gli succede, per prassi, riconferma lo status quo. Così la dipendente in questione arriva a questa cifra grazie a una retribuzione ordinaria di 103 mila euro, alla quale occorre aggiungere tredicesima, quattordicesima e quindicesima (che sommate fanno 25.845 euro), 5 mila euro per festività, un altro scatto da 10 mila euro e poi contributi Inps, Inail e Tfr. Risultato? 190 mila euro, appunto.

E nell'area ex An ed ex Forza Italia questo non è l'unico caso: il gruppo Pdl si è trovato a pagare altri tre dipendenti con uno stipendio che varia da 103 mila euro a 142 mila euro lordi all'anno. Un caso analogo, di stipendio che tocca quota 100 mila c'è poi nel gruppo ex Udc e un secondo caso nel Pdl Sicilia. Se questi mega stipendi vengono sommati a quelli ordinari dei 78 stabilizzati e poi ai contratti fatti negli ultimi quattro anni dai vari gruppi, una cifra che oscilla dai 20 ai 40 stipendi, è chiaro che il sistema diventa economicamente insostenibile e tutti adesso bussano alla porta della presidenza dell'Ars per chiedere di avere ripianati i debiti: "Cercheremo di risolvere eventuali debiti per i lavoratori stabilizzati, ma non ci potranno essere più queste mega buste paga, anche se su contratti vigenti sarà difficile intervenire", dice Cascio che stoppa nuove assunzioni: "Ci sono una ventina di contratti a tempo storici, questo personale sarà assunto, ma non appena gli stabilizzati andranno in pensione". Nel 2006, infatti, la Presidenza ha dato via libera all'assunzione a tempo determinato tutti i lavoratori dei gruppi, 78 appunto: tra questi c'è il deputato nazionale Pippo Fallica, che risulta in aspettativa dal gruppo Pdl.

C'è poi il figlio dell'ex deputato Bartolo Pellegrino, Giuseppe o, ancora, l'ex sindaco di Terrasini, Antonio Randazzo e il capo della segreteria tecnica del ministro della Giustizia Angelino Alfano, Baldo Di Giovanni adesso in aspettativa. Tra i dipendenti dei gruppi, molti seguono infatti il deputato di riferimento, a volte anche senza mettersi in aspettativa. Comunque anche tra gli stessi dipendenti dei gruppi, c'è chi chiede maggiori regole: "Occorrerebbe rispettare quanto già accade al Senato, istituendo un ruolo unico a esaurimento per evitare che a ogni elezione, il nuovo capogruppo faccia contratti a piacere", dice Pietro Galluccio dipendente del gruppo Mpa.


fonte: la Repubblica

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