Questo per Diego Cammarata è un giorno importante, il countdown è finito ed è arrivato il momento, per il primo cittadino di Palermo, di iniziare a fare i conti con la vicenda che ha gettato un’ombra sulla sua carriera politica e il suo secondo mandato alla guida del capoluogo dell’Isola. Questa mattina, infatti, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Palermo, Gioacchino Scaduto, deciderà se rinviare a giudizio o meno Diego Cammarata, per la vicenda dello skipper assenteista che avrebbe prestato servizio sull’imbarcazione privata del primo cittadino. Intanto, in attesa di conoscere la decisione di Scaduto, ripercorriamo le tappe della vicenda.
Era il 21 settembre del 2009 quando l’inviata di Striscia Stefania Petyx denunciò il caso di Diego Cammarata e del dipendente della Gesip – chiamato nel primo servizio col nome in codice di Mister X – che avrebbe prestato servizio, durante le ore di lavoro, a bordo della “Molla 2”, la barca del primo cittadino. Secondo la ricostruzione dell’inchiesta condotta dall’inviata di Striscia, ‘Mister X’ avrebbe anche noleggiato in nero l’imbarcazione di Cammarata.
Da quel primo servizio, che ha indubbiamente scosso l’opinione pubblica della città – e non solo – sono trascorse ben diciassette ore, prima che Cammarata affidasse alle parole di un comunicato stampa la propria difesa. “La barca è di proprietà dei miei figli. Come è ovvio ne ho piena disponibilità, ma purtroppo questo avviene solo raramente”: così il sindaco si difese dalle belligeranti accuse che cominciarono a piovergli addosso, mentre dalla sua maggioranza, a distanza di quasi un giorno, cominciavano ad arrivare i primi flebili comunicati. Sempre il 22 settembre si seppe il nome dello skipper nell’occhio del ciclone: si trattava di Franco Alioto, dipendente Gesip. “Il signor Alioto – disse Cammarata – doveva svolgere le proprie mansioni, ovviamente al di fuori del proprio orario di lavoro. La circostanza dell’affitto – proseguiva la nota diffusa dal primo cittadino – non si è mai verificata perché quando ci è stata comunicata la proposta del noleggio dell’imbarcazione è stato intimato al signor Alioto di restituire la caparre e di chiarire che non c’era alcuna disponibilità al noleggio”. Non passarono che un paio di giorni, prima che il cda di Gesip approvasse il licenziamento di Alioto: era il 24 settembre.
Alla fine dello stesso mese, martedì 29, anche la corte dei Conti aprì un’inchiesta, sulle presunte assenze ingiustificate di Alioto. Bisognerà, intanto, aspettare metà ottobre per scoprire che Alioto, in realtà, non era stato licenziato affatto. L’unica punizione fu una sanzione disciplinare pari a tre giorni di sospensione. Alioto venne inoltre spostato al settore verde, nell’VIII circoscrizione.
Dopo il polverone mediatico, le acque si calmarono. Fino allo scorso 10 agosto, quando i pm Laura Vaccaro e Leonardo Agueci hanno chiesto il rinvio a giudizio per Cammarata, per Alioto e per il direttore generale della Gesip Giacomo Palazzolo per truffa e abuso d’ufficio.
fonte: Livesicilia
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