Quattrocento mila euro dei Fas, ovvero i fondi destinati allo sviluppo delle aree più in difficoltà del Paese, sono stati assegnati alla Scuola Europea di Varese.
A deciderlo il Cipe nella seduta del 18 novembre scorso che ha disatteso, così, le finalità per le quali l’Unione Europea ha stanziato queste risorse. A beneficiare del finanziamento, quindi, non saranno gli studenti siciliani o campani. L’ennesima ingiustizia nei confronti del Mezzogiorno e della scuola pubblica.
Sì perché l’istituto in questione non fa parte della scuola statale. Si tratta, infatti, di una delle sette scuole europee, sparse nei Paesi dell’Ue, finanziata con fondi dell’Unione e riservata prevalentemente ai figli dei dipendenti del Centro Comune di Ricerca di Ispra, un ente di ricerca che fornisce sostegno scientifico e tecnico alla progettazione, allo sviluppo, all’attuazione e al controllo delle politiche dell’Unione. Solo se rimangono posti vacanti l’istituto accoglie altri studenti. Per frequentare la scuola è comunque prevista una retta che si aggira intorno ai 2.600 euro per la materna, ai 3.600 per la primaria e ai 4.900 per la secondaria. È scandaloso che, dopo aver tagliato drasticamente i fondi alla scuola, il governo finanzi un progetto di 400 mila euro ad un istituto non statale, quando, soprattutto al Sud, gli studenti sono costretti a svolgere le attività scolastiche in strutture inadeguate, fatiscenti e in alcuni casi a rischio incolumità.
La riduzione delle risorse ha poi comportato un notevole abbassamento della quantità e della qualità della didattica. Per la quasi totalità degli istituti il tempo pieno, il sostegno per gli alunni diversamente abili … appartengono ormai al passato e in compenso i ragazzi frequentano classi più affollate.
Tutto questo accade malgrado quasi ogni giorno studenti, insegnanti e personale amministrativo precario della scuola scendano in piazza per manifestare contro una riforma che sta smantellando il sistema dell’istruzione, della formazione e della ricerca in Italia. Il ministro Giulio Tremonti, che a seguito della crisi ha deciso di inaugurare una politica di austerity per far quadrare i conti, taglia senza pietà le risorse alla scuola pubblica e poi concede simile regalie, dettate non certo da cause di interesse generale; sempre e comunque a favore del Nord, specialmente si tratta di togliere al Mezzogiorno per finanziare opere e progetti in terra padana.
E ciò avviene al cospetto di tantissimi esponenti meridionali della maggioranza e del governo: parlamentari, ministri e financo lo stesso sottosegretario con delega al Cipe, pronti a obbedire in silenzio e a sacrificare il Sud pur di rimanere in sella e tutelare i propri privilegi.
fonte: SiciliaInformazioni.com
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