mercoledì 28 luglio 2010

DA UNA INTERVISTA A NICHI VENDOLA - BARI, 18 LUGLIO 2010: "NOI SIAMO GIA' IN PIENA SECESSIONE".

"Il Paese è, di fatto, diviso in due parti, nord e sud, come anche recenti lavori di economia su tutto l’arco dei 150 anni hanno dimostrato [ad es, “Il prodotto delle regioni e il divario Nord-Sud in Italia (1861-2004)” di Vittorio Daniele - Paolo Malanima del cnr].

Cosa ritiene si debba fare rispetto all’eventualità di una secessione effettiva (aperta o mascherata) di una o più regioni del nord? O comunque nella prospettiva di una ulteriore accelerazione del divario quale sta già avvenendo e come avverrebbe in modo più enfatico con l’applicazione della riforma fiscale?

"Noi siamo in piena secessione. La manovra finanziaria del ministro Tremonti è un atto eversivo, è un atto di secessione, perché completa un processo di smantellamento dei diritti, delle prerogative del mezzogiorno d’Italia. Negli ultimi 10 anni il sud è passato da una percentuale del 45% dei trasferimenti ordinari dello Stato a riceverne una percentuale del 36%. Contemporaneamente il sud vede la finanza straordinaria, quella europea, che dovrebbe essere mirata a coprire il divario di sviluppo con il nord, sottratta al sud per finanziare gli ammortizzatori sociali, la ricostruzione dell’Abruzzo dopo il terremoto, ecc.
Quindi il sud è un immenso salvadanaio continuamente a disposizione delle classi dirigenti del nord, con quella cultura lombrosiana e razzista che nelle espressioni sprezzanti del ministro dell’economia hanno dato cittadinanza al peggio del leghismo. Il peggio del leghismo oggi parla attraverso la voce del ministro Tremonti. Siamo dunque ad una secessione quasi fatale. Devo dire che nel mezzogiorno d’Italia c’è chi comincia a immaginarla piuttosto che come un processo da subire come un processo da attivare. Perché, diciamo, il nord senza il sud non conosce né l’Europa né il Mediterraneo: per ragioni storiche, per ragioni culturali, per ragioni economiche. Quando finirà la grande campagna propagandistica antimeridionale, quando si accorgeranno che le mafie non sono una questione etnica, ma sono ormai abbondantemente radicate nel nord, e infiltrate nella pubblica amministrazione e nella politica del nord, e nei sistemi d’impresa del nord; quando scopriranno che dipendono dal sud per tante cose decisive, forse avranno un atto di resipiscenza rispetto alla spinta secessionista. Non vorrei che quella resipiscenza arrivasse troppo tardi".

Fonte: ALBA MAGICA DI EACO COLGLIANI

2 commenti:

  1. Per noi non è ammesso nessun ripensameto lotteremo fino alla fine per l'indipendenza della Sicilia, unica via per ridare l'antico splendore.

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  2. Tutto vero! Però vorrei che imparassimo ad essere sinceri prima di tutto con noi stessi, perchè poi anche se non lo diciamo lo pensiamo dato che è la verità: di CIALTRONI ne abbiamo avuti a josa nelle amministrazioni comunali, provinciali, regionali, nella pubblica amministrazione etc...Il sud per decenni è stata una macchina che si è mossa a mazzette e si è tuffata senza ritegno nelle cascate di finanziamenti giunti da ogni dove e tutti i processi parlano in questo senso...ciò non toglie che le magagne più miliardarie siano state scovate al nord. Oggi c'è un deciso cambio di rotta dato che la precedente s'è visto come non abbia giovato a nessuno!

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