C’è paura e preoccupazione a Scaletta Zanclea, comune di poco meno di 2500 abitanti, mille dei quali risiedono nella frazione di Scaletta Marina colpita da una nuova frana. L’area interessata è quella intorno al torrente Saponarà, esondato l’1 ottobre scorso in seguito all’alluvione che fece 37 vittime alcune a Scaletta, soprattutto nel quartiere Foraggine, distante 150 metri dal punto in cui ieri la montagna ha ceduto. Proprio il 10 luglio era la data prevista per la consegna dei lavori di messa in sicurezza dell’alveo del torrente. Lo stesso alveo che ieri in pochi secondi è stato sepolto dal fronte della montagna staccatosi, una massa di terra e detriti che, secondo i tecnici, ha un volume di 15 mila metri cubi. E molti tra i residenti attribuiscono la responsabilità a quei lavori, costati 542 mila euro. ”Lavori del tutto inutili e non estranei a questo nuovo disastro – afferma Antonino Cucinotta, tipografo, proprietario di un terreno e di una casa proprio nell’area della frana di cui è stato testimone oculare – Stavo lavorando per diletto nel mio terreno – afferma – quando ho sentito un boato terrificante. Ho pensato ad un terremoto, ma alzando lo sguardo ho visto la montana sgretolarsi. Sono rimasto pietrificato dalla paura. Poi osservando lo scenario ho capito. Da mesi ogni giorno vedo potenti escavatori togliere tonnellate e tonnellate di materiale dall’alveo del torrente nell’ambito di lavori che, come dice il cartello, dovrebbero essere di messa in sicurezza. E’ non è un caso che la montagna abbia ceduto esattamente nel luogo in cui sono stati eseguiti questi lavori”. Che questi lavori abbiano quanto meno contribuito a determinare il cedimento lo ha ammesso anche il responsabile tecnico dei lavori stessi Gaetano Sciacca, ingegnere capo del Genio civile di Messina, nel corso di un incontro con i residenti nell’aula consiliare del comune di Scaletta. ”Sciacca – dice Irene Falconieri, portavoce del gruppo cittadino per Scaletta – ci ha chiesto scusa e ha ammesso che i lavori possono avere determinato la nuova frana”. Il professionista ha anche detto che ”paradossalmente, l’evento può esserci d’aiuto per il futuro nella redazione dei nuovi progetti di messa in sicurezza”, frase che ha fatto arrabbiare diversi cittadini i quali hanno fatto presente che solo per una fortunata casualità non ci sono state nuove vittime. ”Siamo tutti preoccupati – aggiunge Falconieri – e viviamo nel terrore. Settembre è alle porte e alle prime piogge una nuova tragedia è dietro l’angolo. E in nove mesi cosa è stato fatto? Praticamente nulla, in quanto la situazione è la stessa del primo ottobre. Ed anzi quel poco che è stato fatto, come abbiamo visto ha solo peggiorato la situazione gettando duemila persone nell’angoscia”.
Fonte Ansa
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