Un governo istituzionale, del "presidente", con un programma di riforme ben preciso. Un governo aperto a "tutte le forze che ci stanno", a patto però che oltre al sostegno al nuovo esecutivo "queste forze s'impegnino anche alla costruzione di una coalizione che possa presentarsi alle prossime elezioni". Un governo, quindi che potrebbe essere sostenuto concretamente da Mpa, Pd, finiani e Udc, e che al suo interno preveda tecnici di alto profilo e, perché no, anche qualche esponente più politico con alcune riconferme di chi a dire del governatore ha lavorato bene in questi mesi.
Con un governo nazionale che lancia segnali negativi, un rapporto col duo Berlusconi-Tremonti che a oggi non ha portato a nulla di concreto né su precari e Fas né sui rifiuti, e con Micciché che prende le distanze dai finiani e sembra vicino a una ricollocazione nell'area Pdl, il governatore è pronto a fare la sua proposta. O, meglio, a lanciare il suo appello per un governo "basato su un documento programmatico ben preciso e aperto alle forze che poi insieme possano andare alle prossime elezioni un una colazione comune". "Bisogna sedersi attorno a un tavolo e ragionare, al di là delle dichiarazioni singole ed estemporanee", dice Lombardo.
Di questa soluzione ha parlato lunedì scorso con l'area "Innovazione" del Pd, e precisamente con Salvatore Cardinale, Nino Papania e Francantonio Genovese che, guarda caso, proprio domani chiameranno a raccolta gli iscritti del Pd per discutere della possibilità di "una coalizione futura in Sicilia che porti il Pd al governo". Altro tassello del Lombardo-quater è però l'Udc, che dovrebbe sostenere questo governo per garantire i numeri. Il Pd da tempo, per bocca del suo segretario Giuseppe Lupo, ha aperto a una collaborazione con gli uomini di Casini in Sicilia. Il segretario dell'Udc, Saverio Romano, ha chiamato ieri Lupo dicendosi aperto al dialogo con i democratici, e sempre ieri dallo Scudocrociato è arrivata un'apertura, anche in vista del Lombardo-quater: "Dobbiamo lavorare per la realizzazione di un'intesa con il Pd, che sia funzionale al pacchetto di riforme necessarie per la Regione e che concorrano quali elementi di rinnovamento morale e politico della Sicilia stessa", dice il senatore Gianpiero D'Alia.
Altro elemento del nuovo governo è quello del sostegno dei finiani. Gli uomini di Fini in Sicilia al momento attendono di capire fino a che punto arriverà lo strappo tra il presidente della Camera e Berlusconi. Certo è che all'Ars almeno 5 deputati sono pronti a formare un gruppo autonomo, che chiamerebbero Generazione Italia. Certo è anche che, come ha detto lo stesso senatore dell'Mpa Giovanni Pistorio, "il rapporto tra Fini e Lombardo è solidissimo". Insomma, i finiani nel caso in cui gli eventi dovessero precipitare rimarrebbero vicini al governatore.
Il progetto di Lombardo però ha ancora due incognite, che quindi non danno tempi certi all'azione del leader autonomista. Il primo è la variabile Micciché. Ieri il sottosegretario ha detto chiaramente ai suoi che non condivide l'azione di Fini.
Segno che in caso di aut aut di Berlusconi, non seguirebbe il presidente della Camera e il Pdl Sicilia andrebbe in frantumi (con molti deputati che rimarrebbero però al fianco di Lombardo comunque). Ma il presidente della Regione non vuole certo mollare Micciché, a meno che non sia costretto dai numeri o da una decisione di rottura che arrivi dallo stesso sottosegretario. Al momento attende che domani torni da Roma Micciché, che sta incontrando in queste ore molti esponenti di governo, per capire la sua posizione anche in vista del Lombardo-quater.
L'altra incognita riguarda invece le notizie attese dalla Procura di Catania sull'inchiesta tra mafia e politica che coinvolgerebbe il governatore: in caso di conferma di un suo coinvolgimento, Lombardo perderebbe qualsiasi potere per trattare su una nuova compagine, a meno che non dovesse varare la nuova giunta prima che la Procura decida il da farsi. "Ma se non arrivano notizie entro luglio, a quel punto Lombardo avrebbe almeno due mesi per limare e continuare a trattare su questo progetto, andando a parlare con tutti i deputati del Pd o dell'Udc", dicono dall'Mpa.
Nel frattempo il Pdl lealista si prepara ad andare al voto, certo che anche un Lombardo-quater non abbia molto futuro: "Se dovesse veramente nascere un'intesa politica tra Pd e Udc per sostenere un nuovo governo di Lombardo, questa non bloccherebbe l'ormai indispensabile ritorno alle urne", dice il deputato regionale Salvino Caputo.
(07 luglio 2010
font : La Repubblica
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