Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, così severo con i governatori meridionali, al punto da omaggiarli di un epiteto inconsueto – canaglie – è invece assai comprensivo con quel folto gruppo di imprenditori “del latte” che non rispettano le regole europee e non vogliono pagare le multe, contrariamente ai loro colleghi, che nella stragrande maggioranza, invece, subiscono le sanzioni, si adeguano o – quando sbagliano – pagano.
Le multe per le quote latte condonate, o rinviate, costituiscono ormai la cartina di tornasole del “territorialismo” esasperato, e becero, di governanti e dirigenti politici che antepongono al rispetto della legge ed alla rappresentanza della comunità nazionale, le botteghe di paese.
Questo costume, peraltro, è stato oggetto di apprezzamento da parte di tutte le forze politiche, che invidiano il cosiddetto radicamento del territorio che la Lega Nord vanta, perché i frutti di questo modo di fare politica, sarebbero copiosi e costanti. Radicarsi nel territorio, insomma, significa difendere a spada tratta le ragioni di coloro che ci vivono, abbiano torto o ragione, non ha importanza. E’ la traduzione, in lumbard, di quel “difendi il tuo nel torto e nella ragione”, che ha segnato il familismo meridionale e siciliano in particolare.
Ora la difesa acritica di tutto ciò che avviene e la rappresentanza di bisogni giusti e ingiusti ha assunto il rango di strategia politica se non addirittura di “ideologia”, fede nella fratellanza padana ed altre scempiaggini di questo genere, che ammantano di idealità inesistenti la bottega che porta voti alle urne a danno della comunità nazionale.
Quando i Fonfi Fas, che devono servire per investire nello sviluppo del territorio nel Sud, sono spesi per pagare le multe di coloro che non hanno rispettato la legge, padani o non padani, si commette una grande ingiustizia e si rinuncia alla rappresentanza degli interessi nazionali, che dovrebbero costituire l’abc di chiunque assume una responsabilità ministeriale. Si tratta perciò di una canagliata bella e buona.
Per anni i quotisti dissenzienti del latte l’hanno fatta franca e ad ogni sanatoria, considerata l’ultima, hanno giurato di non farlo più, ma poi tutto è tornato come prima. Quanti hanno creduto che non si potesse frodare la legge e si sono messi a posto, sono stati “puniti” da coloro che continuano a stare dalla parte dei trasgressori. E’ stato inquinato il mercato, così facendo. Chi ha pagato, infatti, non ha potuto investire le risorse nella sua impresa, ma – cosa ancora più grave – ha dovuto prendere atto che ad essere furbi ci si guadagna, perché si trova sempre un santo protettore dei furbi.
Il Ministro Galan, Pdl, ma duro e pur in questo frangente, ha fatto le umane e divine cose per rimettere a posto la questione, riportando serenità e serietà nei rapporti fra Italia e UE , che ci guarda come marziani, ma non ha avuto forti solidarietà. Il severissimo Tremonti non si è pronunciato e in Commissione sono passati emendamenti favorevoli ai “trasgressori”. Le sue proposte, invece, sono state disertate dai parlamentari leghisti, che così le hanno fatte cadere.
Inutile dire che il Premier non si è schierato, anche in questa occasione. Non sa che pesci pigliare, nemmeno per le quote latte.
fonte : SiciliaInformazioni.com
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