La crisi ha investito in pieno la Sicilia nel 2009. Disoccupazione da record, industria in ginocchio, turismo e commercio in calo. Ma la cose hanno cominciato ad andare meno peggio nella seconda parte dello scorso anno. È quanto emerge dal report della Banca d’Italia sull’economia siciliana.
Tutti i comparti hanno segnato il passo e in particolare per l’industria si è trattato di un annus horribilis. “Nel secondo semestre la negatività è stata meno accentuata – ha spiegato il direttore della filiale siciliana di Bankitalia, Giuseppe Sopranzetti -. Diciamo che la caduta si è arrestata, ma gli indicatori restano negativi. E l’esplosione della crisi greca potrebbe cambiare il quadro. C’è da dire che le crisi prima o poi passano, restano i problemi strutturali”.
INDUSTRIA KO. Il quadro più grave è quello dell’industria, il comparto che ha risentito maggiormente della crisi, come ha sottolineato Sopranzetti illustrando il report ai giornalisti. L’indicatore relativo alla domanda è sceso di circa il 25 per cento, quello relativo alla produzione si è ridotto di quasi 20 punti. Secondo un’indagine condotta da Bankitalia su un campione di imprese industriali della regione, condotta tra marzo e aprile 2010, conferma il quadro congiunturale negativo. Secondo l’indagine il numero di occupati delle imprese contattate si è ridotto nel 2009 dell’1,9 per cento, il fatturato è diminuito in media del 3,4 per cento. La dinamica degli investimenti è risultata ancora negativa (-6,1 per cento), seppure con intensità inferiore a quella dell’anno precedente (-8,5%).
CROLLA L’EXPORT. Nel 2009 le esportazioni della regione sono diminuite, in termini nominali, del 37 per cento, a fronte di un aumento del 3,8 per cento nel 2008. La contrazione più forte si è registrata nel primo trimestre dell’anno (-53,5 per cento). Le vendite all’estero dei prodotti petroliferi raffinati hanno subito un forte calo (-38,1%). Le riduzioni più consistenti nell’export si sono registrate per la chimica (-43,5%), i metalli (-61,2%), mentre il calo minore si è registrato per i prodotti alimentari (-9,8%).
OCCUPAZIONE A PICCO. Per il terzo anno consecutivo, nel 2009 l’occupazione in Sicilia è diminuita. Il calo è stato dell’1,1 per cento (peggio rispetto allo 0,6 per cento del 2008). Il tasso di disoccupazione è aumentato al 13,9 per cento, ed è il dato più alto tra tutte le regioni italiane. Ma se si va a vedere il dato del “lavoro disponibile inutilizzato”, che considera anche gli inoccupati scoraggiati che neanche cercano più il lavoro, il dato è del 19,5 per cento. Il calo dell’occupazione ha riguardato sostanzialmente i lavoratori maschi (-1,7%), mentre il numero di lavoratrici femmine è rimasto sostanzialmente invariato. Il calo dell’occupazione è stato consistente nell’industria (-6 per cento), mentre per le costruzioni si è registrata una flessione del 10,6 per cento dopo due anni di crescita. L’utilizzo della Cassa integrazione guadagni nel 2009 è aumentato del 78,8 per cento (119,5% nell’industria).
COMMERCIO E TURISMO IN CALO. Nel 2009 in Sicilia si è registrato un calo delle vendite degli operatori commerciali dello 0,8 per cento. “Il risultato regionale — si legge nel report — è migliore della media del meridione (-1,6). Per il secondo anno consecutivo anche le vendite di prodotti alimentari sono diminuite (-0,8 per cento). La grande distribuzione va meglio del commercio tradizionale, guadagnando l’1,9 per cento a fronte di un calo dell’1,8 della piccola e media distribuzione. Annata negativa anche per il turismo. Gli arrivi nel 2009 sono diminuiti del 9,4 per cento, le presenze del 9,2. Il traffico passeggeri nei tre principali aeroporti siciliani, invece, ha ripreso il trend di crescita che aveva caratterizzato il periodo 2002-07 e che si era interrotto nel 2008. Il numero di voli è aumentato del 2,5%, con un incremento passeggeri del 3,2. L’aumento si deve solo ai voli nazionali, perché quelli internazionali hanno fatto registrare un calo del 9,2%.
BANCHE, MEGLIO QUI CHE ALTROVE. ”Il rallentamento del credito bancario all’economia regionale, in atto dal 2007, è proseguito nel 2009, risentendo sia della contrazione della domanda di finanziamenti per effetto della difficile congiuntura economica sia di fattori di offerta”, si legge nel report. Alla fine del 2009 i prestiti sono aumentati del 3,8 per cento, un incremento inferiore di 1,6 punti rispetto a quello del 2008. Si tratta di un rallentamento, quindi, che però vede la Sicilia andare meglio delle altre regioni. A livello nazionale, infatti, c’è stato un decremento dei prestiti, mentre la Sicilia è la prima regione italiana per tasso di crescita del credito. Dati in chiaroscuro, quindi, che però vedono un miglioramento negli ultimi mesi del 2009, con una ripresa confermata nei primi mesi del 2010. Secondo l’analisi di un campione di circa 6.900 imprese siciliane nel 2009 si è registrato un irrigidimento da parte delle banche, con un calo del 2,4% del credito accordato. C’è stato anche un deterioramento della qualità del credito: il flusso dei prestiti classificati come nuove sofferenze rettificate è salito dall’1,7 per cento al 2,1 dei prestiti vivi. La raccolta bancaria presso le famiglie siciliane è cresciuta del 3,9%. I risparmiatori hanno fortemente ridotto gli investimenti in pronti contro termine (-60,3%) e ampliato la disponibilità in conto corrente (più 8,8%)
CRESCE LA SPESA PUBBLICA. Crisi o non crisi, la spesa pubblica resta in costante aumento in Sicilia. “La spesa al netto degli interessi delle amministrazioni locali siciliane è stata pari, nella media del triennio 2006-2008, a 4.098 euro pro capite, superiore al dato nazionale (3.432) ma inferiore alla media delle regioni a statuto speciale (4.797 euro)”, sta scritto nel report della Banca d’Italia. Nel periodo in questione la spesa primaria è cresciuta del 5,5 % all’anno, un ritmo di espansione superiore sia al dato nazionale sia alla media delle regioni a statuto speciale. La spesa pubblica è assorbita per oltre i quattro quinti dal finanziamento della spesa corrente, il cui tasso di crescita, si legge nel report di Bankitalia, nella media 2006-08 (5,2% all’anno) è risultato superiore a quello nazionale e delle regioni a statuto speciale. La spesa per investimenti pubblici delle amministrazioni locali nel 2009 è diminuita dell’1,4%. La flessione ha interessato i Comuni e le Province, sono invece aumentati gli investimenti della Regione.
fonte : Livesicilia
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