martedì 8 giugno 2010

Una lettera a Neva, sull' Inaugurazione, a Messina, della Nuova sede di Insorgenza Civile.

Carissima Neva,
Non eravamo moltissimi, ma sicuramente in tanti, il 5 giugno scorso, a Messina, alla inaugurazione della nuova sede di Insorgenza Civile.
Con l'amico Pietro Di Caro, ed in rappresentanza dell'EVIS, abbiamo accolto con gioia l'invito offertoci dai rappresentanti di Insorgenza, un movimento sicuramente assai simile al nostro, che si batte per il riscatto del Sud, ed i cui rappresentanti, da Nando Dicè a Maurizio Castagna, da Paolo Scicolone e Lollo Vinci, hanno evidenziato la comunanza di intenti con i nostri, gli obiettivi comuni, gli orizzonti e le speranze pienamente raggiungibili, riscoprendo ancora una volta l'orgoglio di sentirci uomini, cittadini e non sudditi di uno Stato massone che si ostina, ad onta di una inoppugnabile serie di documentazione storica, a santificare le più luride menzogne del nostro "glorioso risorgimento ".
Nulla di nuovo perchè la Storia è piena di insigni bugiardi che mentono per conservare le loro abiette prerogative, uomini incapaci di spendersi per gli altri e di gustarne le gioie più profonde.
Una esperienza molto positiva, quindi, quella di Messina, almeno per chi scrive e, per come penso, anche per coloro che erano presenti, pubblico compreso, una vicenda da annoverare e conservare fra i ricordi belli della vita, ad onta di qualche sprovveduto che ha voluto esprimere un suo personale pensiero nei confronti dell'EVIS e di te Neva, in qualità di Segretario Nazionale del Partito : Finiti i tempi passati, quando mia mamma mi insegnava, me fanciullo, che una donna si tocca soltanto con un fiore, viviamo quelli di una lercia decadenza, continuamente a contatto con villani non ancora rinciviliti, in una società postideologica e competitiva, dove ancora domina la frustrazione degli invidiosi nel confronto con i migliori, quelli ai quali apparteniamo noi, Neva; per gli altri, per i villici, il mio invito alla tolleranza, seppur difficile, trattandosi di persone che traggono il loro comportamento da una insicurezza radicale, quasi un meccanismo di difesa, afflitti dalla solitudine dell'individuo, dalla perdita del rapporto umano autentico con gli altri, con la società in genere : Una malattia dalla quale guarire, fin tanto che si sentono diminuiti dal confronto con qualcuno, con quanto ha o è riuscito a fare, un maldestro tentativo di recuperare la fiducia, la stima di essi stessi svalutando gli altri : Il mio augurio che possano guarire presto!
An.Tu.Do.
Lucio Paladino, Vice Segretario Nazionale dell' EVIS

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